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De Klerk e Mandela: un bianco e un nero insieme per il Sudafrica libero

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Oggi è la ricorrenza di un connubio tra due uomini che hanno segnato la fine dell’apartheid. Era il 15 ottobre del 1993 quando Nelson Mandela e Fredrik De Klerk ricevono a Stoccolma il Nobel per la Pace, per aver liberato il Sudafrica dall’apartheid. De Klerk, A capo del National Party (poi diventato New National Party) dal 1989 al 1997, in qualità di capo di Stato accompagnò il Paese dall’apartheid al post-segregazione razziale, avviando negoziati che si conclusero con l’estensione degli stessi diritti civili dei bianchi a tutte le etnie del Sudafrica e ponendo fine alla trentennale carcerazione di Nelson Mandela, attivista per i diritti delle persone di colore nel Paese.

In ragione di tali riforme sociali e civili fu destinatario del premio Nobel per la pace del 1993 insieme allo stesso Mandela. Quando quest’ultimo divenne suo successore alla presidenza del Sudafrica, de Klerk ne divenne il vice tra il 1994 e il 1996; si ritirò dalla politica attiva nel 1997. Al 2017, de Klerk è stato l’ultimo presidente bianco del Sudafrica.

l 28 agosto 1989, quando era ancora presidente ad interim, si recò nello Zambia per discutere con il presidente Kenneth Kaunda poiché il suo paese ospitava lo stato maggiore e molti campi di addestramento dell’ANC (African National Congress). In tale occasione incontrò segretamente non solo i rappresentanti dell’ANC ma ebbe un incontro anche con dei diplomatici sovietici.

Dopo numerosi negoziati segreti e dopo l’intervento dei paesi confinanti il Sudafrica, detti della “linea del fronte”, il 2 febbraio 1990, nel suo discorso di apertura del Parlamento, de Klerk annunciò la legalizzazione dell’ANC, del PAC (PanAfrican Congress) e del SACP (South African Communist Party), ordinò il rilascio di molti prigionieri politici, ridusse i termini del fermo di emergenza a sei mesi e annunciò la sospensione delle sentenze di morte. Questo annuncio e le azioni che ne seguirono prepararono il terreno per i negoziati che condurranno alla fine dell’apartheid e del governo del National Party. Il 10 febbraio il presidente annunciò la liberazione del leader storico dell’ANC, Nelson Mandela, dopo 26 anni di detenzione.

Nel maggio successivo iniziarono i colloqui fra il governo e l’ANC ai quali seguirono, nel mese di giugno, l’abolizione dello stato di emergenza e il cessate il fuoco da parte dell’ANC. Nel 1991 le leggi che relegavano la popolazione non bianca in determinate aree del paese fu abolita, come fu abolita la classificazione del popolo sudafricano in razze. Grazie a questi provvedimenti il Sudafrica muoveva i suoi primi passi verso una piena e compiuta società multirazziale.

Nel marzo 1992 de Klerk tenne un referendum dove i sudafricani (naturalmente bianchi, gli unici aventi diritto di voto) erano chiamati a pronunciarsi sulle riforme del presidente, sia quelle già passate sia le eventuali future: nonostante le pressioni dell’estrema destra, l’elettorato dette ragione al presidente con il 68% di sì.

Nel 1993 de Klerk fu insignito, insieme a Nelson Mandela, del Premio Nobel per la pace per gli sforzi compiuti nello smantellare pacificamente l’apartheid e per aver gettato le fondamenta per un nuovo Sudafrica libero e democratico.

Ma tale scopo fu raggiunto non senza ostacoli: le riforme portarono molti nostalgici dell’apartheid in seno al National Party ad unirsi al Conservative Party che si opponeva a molte di tali riforme. Inoltre questa nuova situazione portò da un lato alla ripresa dell’opposizione dell’estrema destra boera incarnata dall’organizzazione detta AWB (Afrikaner Weerstandsbeweging, Fronte di Resistenza Afrikaner) diretta da Eugène Terre’Blanche, e dall’altro portò ad un intensificarsi degli scontri fra l’African National Congress e il Partito Inkata per la Libertà di Gatsha Mangosothu Butelezi, alimentati da fonti che rivelavano che il governo forniva aiuti economici e militari a quest’ultimo partito.

Nonostante tutto i negoziati portarono, nel dicembre 1993, al varo di una costituzione provvisoria e, il 27 aprile 1994, alle prime elezioni multirazziali della storia del Sudafrica. De Klerk condusse una campagna elettorale formale e senza speranza contro Nelson Mandela: com’era prevedibile l’ANC uscì trionfante dalle urne e Mandela divenne il primo presidente non bianco del paese.

Il National Party riuscì a salvare il salvabile, ottenendo il secondo posto con il 20% dei suffragi a livello nazionale, corredati dalla maggioranza dei voti e la direzione della nuova provincia del Capo Occidentale. Alla luce dei risultati elettorali de Klerk occupò uno dei due posti di vicepresidenza previsti dalla costituzione del 1993 (l’altro fu occupato da Thabo Mbeki), carica che mantenne fino al giugno del 1996 quando ritirò il suo partito dal governo di unità nazionale con l’ANC. Da questa data fino al 9 settembre 1997, giorno in cui de Klerk annunciò il suo ritiro dalla vita politica, egli guidò l’opposizione al governo di Mandela.

Sebbene siano stati espressi dei dubbi sui motivi che guidarono il Presidente nella sua decisione di abbattere l’apartheid, cioè se questi motivi erano la convinzione che questo regime fosse veramente sbagliato o se i motivi che portarono a questa svolta politica furono più che altro le sempre più incessanti pressioni internazionali e interne, de Klerk ha sempre risposto che lo hanno guidato le sue convinzioni personali: cioè la convinzione che con la fine della segregazione razziale egli avrebbe portato giustizia a tutti, ovvero la convinzione che egli non avrebbe mai potuto fare l’interesse del suo popolo (i bianchi) se questo interesse si fosse basato sul commettere ingiustizia sull’altro e ben più numeroso popolo (i non bianchi) che condivideva con lui lo stesso paese.

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Cronaca

Libano, visita del Cardinale Parolin alle strutture umanitarie dell’Ordine di Malta

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Spirito di vicinanza e comunione d’intenti al centro del ciclo ravvicinato di incontri tra il Governo dell’Ordine di Malta e la Santa Sede iniziato con l’arrivo del Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, in Libano per visitare le opere assistenziali del Sovrano Ordine di Malta, e che si è concluso il 27 giugno proprio in concomitanza con il vertice di Stato in Vaticano tra Papa Francesco e il Gran Maestro dell’Ordine, Frà John Dunlup.
 
Nel corso della visita in Libano, Parolin ha celebrato una solenne Santa Messa in memoria di San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Ordine in Libano, Maria Emerica Cortese e di alte cariche dello Stato. Il Segretario di Stato si è successivamente recato in alcuni dei centri umanitari gestiti dall’Associazione Libanese dell’Ordine e ha partecipato ad alcune attività caritative.
 
La visita è stata fortemente voluta dal Governo del Sovrano Ordine di Malta proprio per rafforzare lo spirito di comunione e collaborazione con la Santa Sede. Promuovere il viaggio in Libano del Segretario di Stato il Cardinale Parolin, contestualmente alla visita ufficiale del Gran Maestro dal Santo Padre, testimonia l’attenzione a sostegno dei tanti progetti umanitari che l’Ordine porta avanti nel mondo.  Da oltre 70 anni, l’Ordine di Malta è in prima linea nel fornire assistenza sanitaria di base e servizi di sostegno sociale alla popolazione di tutto il Libano. Dal 2020 l’Ordine ha focalizzato il suo impegno su progetti “agro-umanitari” riconoscendo nell’agricoltura un fattore cruciale nell’affrontare le principali questioni umanitarie e in particolare, dopo la crisi economica del 2019 che ha colpito il Paese, per garantire la sicurezza alimentare, promuovere la ripresa economica e sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili del Libano. Oggi l’azione umanitaria dell’Ordine di Malta si inserisce nel contesto di una crisi socio economica che vede l’80% della popolazione vivere in una condizione di povertà multidimensionale e in una situazione che, a causa del conflitto Israelo-Palestinese, ha gettato il Paese in uno stato di continuo allarme.
 
Alla luce delle pressanti sfide umanitarie, il programma agro-umanitario è la testimonianza dell’impegno dell’Ordine di Malta nel Paese che attraverso un’ampia rete di iniziative mira a dotare le comunità degli strumenti e delle risorse necessarie per resistere e riprendersi efficacemente dagli shock avversi. Attualmente l’Ordine di Malta gestisce sei Centri agro-umanitari in tutta la nazione e l’attuale copertura di terreni agricoli riguarda il 69,26% del territorio libanese, con l’obiettivo di arrivare al 75% entro la fine di quest’anno.
 
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Esteri

Uk, svolta a sinistra: Starmer chiede unità

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Il leader del Partito Laburista, Keir Starmer, è diventato primo ministro e ha esortato il Paese a unirsi a un “governo di servizio”. Nel suo discorso inaugurale, Starmer ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni politiche e sociali per affrontare le sfide che il Regno Unito deve affrontare. Ha evidenziato la necessità di collaborazione tra partiti politici, settori economici e comunità per costruire un futuro più prospero e giusto per tutti i cittadini.

Starmer ha delineato le priorità del suo governo, che includono il rafforzamento del sistema sanitario nazionale, la promozione dell’istruzione e della formazione, la lotta al cambiamento climatico, e il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori. Ha anche promesso di affrontare le disuguaglianze economiche e sociali, investendo in infrastrutture e servizi pubblici essenziali.

Il nuovo primo ministro ha chiesto a tutti i cittadini di partecipare attivamente a questo progetto comune, mettendo da parte le differenze ideologiche e lavorando insieme per il bene comune. Ha concluso il suo discorso con un appello all’unità nazionale e alla solidarietà, invitando tutti a contribuire alla costruzione di un futuro migliore per il Regno Unito.

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Cronaca

Il presidente della Repubblica Finlandese in visita di lavoro in Italia

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Alexander Stubb incontrerà Sergio Mattarella e successivamente Giorgia Meloni
 
 
Secondo un comunicato della Presidenza della Repubblica finlandese, il presidente Alexander Stubb ha in programma la prossima settimana una visita di lavoro di due giorni in Italia, ospite del presidente italiano Sergio Mattarella .
Tra Stubb e Mattarella è previsto un colloquio a Roma nel secondo giorno della visita del leader finlandese, il 4 luglio. Tra i temi di discussione in agenda figurano le questioni di sicurezza e le relazioni bilaterali.
Successivamente nel pomeriggio, Stubb incontrerà il primo ministro italiano Giorgia Meloni.
 
Secondo la nota, prima degli incontri ufficiali di giovedì, il presidente Stubb prenderà parte a un dibattito in cui analizzerà la guerra di aggressione della Russia in Ucraina e le sfide alla sicurezza dell’Europa nel Mediterraneo e in Africa”, si legge nel comunicato. Il dibattito, insieme ad esperti e ricercatori di politica estera e di sicurezza, è organizzato dall’Istituto Affari Internazionali (IAI). Il primo giorno della sua visita, il 3 luglio, Stubb incontrerà rappresentanti del mondo imprenditoriale italiano e finlandese durante una cena organizzata dall’ambasciatore di Finlandia in Italia, Matti Lassila.
 
La visita di Stubb ha un particolare significato: per circa quattro anni, prima della sua elezione nello scorso marzo, ha vissuto a Firenze, ove era docente e direttore, dal 2020, della School of Transnational Governance, istituto inserito nell’Istituto Universitario Europeo, Eui, con sede a Fiesole. L’ultimo incontro del Presidente Mattarella con un Capo di Stato finlandese risale all’ottobre 2023, con il predecessore di Stubb,  Sauli Niinistö.
Privo di virus.www.avast.com



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