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Darksiders Genesis, l’inizio della fine

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Darksiders Genesis ha inizio svariati millenni prima dell’Apocalisse, che è il punto d’inizio del primo capitolo della saga, quando un’umanità ancora in fasce trova dimora sulla Terra in seguito alla guerra che ha portato all’esilio dei Nephilim dall’Eden. Per aver tentato di conquistare il paradiso destinato agli uomini, le progenie di angeli e demoni sono state completamente devastate dai quattro Cavalieri inviati dall’Arso Consiglio per ristabilire l’Equilibrio. Ed è proprio dall’Arso Consiglio che Conflitto e Guerra, i protagonisti di questa nuova avventura per Pc, Xbox One, Ps4 e Switch, vengono mandati nuovamente in missione, l’Equilibrio ancora una volta minacciato, adesso nientepopodimeno che da un piano diabolico ordito da Satana, il principe traditore in persona. Sotto l’ala protettrice di Vigil Games e di THQ, il primo capitolo della serie, il cui debutto avvenne su PlayStation 3 e Xbox 360 nel 2010, ha saputo ridare lustro a un genere sempre più in decadimento, offrendo un prodotto solido non solo sul piano ludico ma anche su quello narrativo. La storia di Guerra, uno dei quattro Cavalieri dell’Apocalisse, ha appassionato e convinto tantissimi videogiocatori passati poi all’epopea di Morte protagonista del seguito parallelo Darksiders II direttamente collegato a esso. La storia del brand da quel momento ha vissuto momenti molto difficili che hanno rischiato pesantemente di compromettere il futuro stesso della serie. Le problematiche in questione hanno in qualche modo gravato sul travagliato sviluppo di Darksiders III, passato nelle mani del neonato studio Gunfire Games, fino a raggiungere il mercato con tanti dubbi da parte dei fan più sfegatati e degli addetti ai lavori. Le vicende di Furia, terzo Cavaliere introdotto, hanno convinto soltanto in parte lasciando nelle mani di Conflitto, l’unico Cavaliere sinora mai utilizzato come personaggio giocante, il compito di risollevare l’asticella di una saga caratterizzata da una parabola fondamentalmente discendente.

 Certi amori però non muoiono mai e lo sa bene lo stesso Madureira che, dopo aver fondato lo studio Airship Syndacate, ha deciso di cimentarsi nuovamente in un progetto legato ai Cavalieri dall’Apocalisse, dando vita così a Darksiders Genesis. Come si evince dal nome questo titolo non è da considerarsi il quarto capitolo ma un vero e proprio prequel, che permette al giocatore di approfondire tutto ciò che è accaduto nel periodo precedente all’inizio della serie. Dopo questa breve ma doveroso riassunto della storia della saga, possiamo parlare del gameplay di questo quarto e ultimo capitolo. Prima di ogni altra cosa è necessario sottolineare che la formula di gioco di Darksiders Genesis si allontana parzialmente da quella classica degli altri esponenti della saga. La differenza principale si manifesta prima di ogni altra cosa nella visuale isometrica dall’alto che “manda in pensione” quella in terza persona che ha caratterizzato i primi tre capitoli del brand. Altra grande differenza si manifesta nell’assenza di un singolo mondo interconnesso da esplorare gradualmente in seguito all’acquisizione di potenziamenti e gadget; invece, in questo caso ci si trova ad affrontare sedici livelli distinti e separati di varia grandezza, ognuno legato a una determinata missione e in cui sono presenti incarichi principali e secondari da portare a compimento. La struttura di ognuno di questi scenari è però tale che risulta inizialmente impossibile completarli al 100%, questo perché molte strade sono bloccate da ostacoli che possono essere rimossi soltanto dopo essere entrati in possesso di altri oggetti nelle missioni successive. Questa formula spinge a rigiocare i livelli per andare alla ricerca di segreti, risolvere enigmi e raccogliere tutti i collezionabili anche dopo aver raggiunto i titoli di coda. Di fatto, la possibilità di modificare a piacimento la difficoltà e la presenza di numerose arene in cui affrontare orde di nemici aumenta a dismisura il fattore di rigiocabilità di un titolo già di per sé piuttosto longevo.

Tuttavia il cambio di formula non riguarda soltanto la struttura dei livelli di Darksiders Genesis, ma anche la progressione dei due protagonisti. Abbattendo nemici e boss è possibile che questi lascino cadere nuclei di potenziamento da inserire in un apposito albero delle abilità che richiama alla mente Final Fantasy X, ovviamente riproposto in forma estremamente ridotta e semplice. Ogni nucleo porta con sé degli incrementi passivi all’attacco, salute o collera, oppure racchiude al suo interno dei potenziamenti per le abilità attive dei due Cavalieri; questi concedono i loro bonus soltanto dopo essere stati posizionati all’interno dello skill tree, tuttavia le sfere possono garantire potenziamenti maggiori dopo essere salite di livello eliminando un certo numero di nemici, oppure dopo aver acquistato il relativo upgrade nel negozio di Vulgrim. A questa vecchia conoscenza della serie si affianca poi Dis, una seconda commerciante demoniaca che offre nuove mosse a Conflitto e Guerra nel suo negozio all’interno dell’hub centrale da cui far partire le spedizioni. Ovviamente nulla è gratis nel mondo di Darksiders Genesis, per questo durante l’avventura si accumulano anime e speciali monete del Traghettatore da spendere in questi due negozi. Per quanto riguarda il sistema di combattimento, gli scontri si presentano in maniera del tutto simile a quelli della serie principale, tuttavia la visuale isometrica permette di riempire lo schermo con più nemici e rendere l’esperienza molto più vicina a quella di un “action RPG” di stampo hack & slash, stile Diablo per capirci. I combattimenti diventano così confusionari, ma entrambi i personaggi sono dotati di svariate mosse in grado di tenere a bada quantità elevate di mostri, per questo il caos che viene a crearsi in ogni mischia risulta genuinamente positivo nella misura in cui viene trasmesso un generale senso di superiorità dei Cavalieri nei confronti dei loro avversari. Eppure tutto ciò non si trasforma in una sensazione di onnipotenza, anzi, spesso basta accusare pochi colpi per finire al tappeto. Bisogna quindi tenere sempre alta l’attenzione dal momento che basta una disattenzione per dover ricominciare dal checkpoint, un discorso valido soprattutto al cospetto dei classici boss di fine livello. Guerra sferra poderosi colpi da vicino con la sua micidiale spada, mentre Conflitto grazie alle sue pistole può colpire dalla distanza, e proprio l’unione di questi due stili di combattimento rappresentano la forza del titolo. Mentre il primo cavaliere ha un ruolo da tank, il secondo crea azioni di disturbo e fa crollare l’energia degli antagonisti prima che guerra possa finirli. Un modo molto intelligente di valorizzare la giocabilità e di rendere l’esperienza appagante. Ovviamente Darksiders Genesis può essere completato in single player, potendo switchare fra i due protagonisti, ma il titolo dà il meglio di se quando viene giocato in compagnia di un amico. Creare strategie di lotta e combattere fianco a fianco infatti è dannatamente divertente e appagante.

Darksiders Genesis lascia però il segno nella caratterizzazione del cast per quanto riguarda sia i protagonisti, sia gli improbabili alleati, sia i nemici, almeno quelli importanti. Conflitto è semplicemente fantastico, ironico, sfacciato, ma nello stesso tempo freddo e letale. Guerra invece appare più profondo e meno schematico rispetto al primo capitolo: col passare del tempo, il Cavaliere cerca di scuotersi dal proprio torpore, iniziando a vedere con occhi diversi ciò che gli accade intorno. La maturazione di Guerra si bilancia con la rappresentazione delle forze del male, tutte molto ben caratterizzate sul piano artistico e coerenti col background ideologico sui cui si basano. Sul piano strettamente grafico, Darksiders Genesis non fa certamente gridare al miracolo ma il risultato è comunque bello da vedere. La natura di progetto a basso costo si avverte e non c’è telecamera isometrica che tenga. Sul fronte poligonale, seppur pulito e stabile, non ci si trova mai dinanzi a uno spettacolo da rimanere a bocca aperta. Apprezzabile invece il doppiaggio italiano: il titolo di Airship Syndicate è infatti interamente localizzato, e questo è un gran pregio, e la qualità dei dialoghi è tutto sommato di buon livello. Interessanti anche gli effetti sonori e le melodie che sposano sempre ciò che si vede sullo schermo e donano un senso generale di epicità al prodotto. Tirando le somme, Darksiders Genesis, nonostante non sia un videogame perfetto riesce nell’intento di essere un prequel convincente e divertente. Il cambio di genere di gameplay non ha cambiato di un millimetro quello che è il nucleo della serie, dimostrando quanto la saga sia estremamente versatile e non indietreggi di un passo rispetto a quanto di buono fatto vedere nei precedenti capitoli. Adattare le abilità di Conflitto a un action-adventure non era in effetti semplice, mentre questa impostazione riesce rendergli giustizia e lascia spazio ad ulteriori evoluzioni e sperimentazioni per ciò che verrà dopo. Insomma, alla domanda: “vale la pena acquistare e giocare a Darksiders Genesis?”, la nostra risposta è assolutamente sì.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 7,5

Sonoro: 8,5

Longevità: 8

Gameplay: 8

VOTO FINALE: 8

Francesco Pellegrino Lise

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