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Esteri

DALL'UCRAINA ALLA SIRIA: LA PACE E' UNA FLEBILE SPERANZA

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Tempo di lettura 3 minuti L'Ue sanziona la Russia; Obama presenta il piano anti-Isis. Ecco cosa accade nei due focolai di guerra.

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di Daniele Rizzo

Da Mariupol a Mosul, alfabeticamente parlando, il passo è breve. Ma sebbene più di duemila kilometri di strade separino il porto ucraino sul Mar d’Azov (la prima) e il capoluogo del governatorato iracheno di Ninawa (la seconda), le due città sono in questi giorni al centro della cronaca estera per motivi tutt’altro che piacevoli.

UN MORTO IN UCRAINA, MA LA TREGUA REGGE?
Continuano le esplosioni e i bombardamenti sporadici in Ucraina. Nella notte di ieri sono stati uditi colpi d’artiglieria presso l’aeroporto di Donetsk, mentre una donna è stata uccisa nelle scorse ore nella città portuale di Mariupol, nella regione dell’Oblast’. Nonostante il piano di pace in sette punti promosso da Putin e varato lo scorso venerdì con la firma bilaterale del “cessate il fuoco” continua dunque il non tanto pacifico scambio d’opinioni tra i separatisti e l’esercito regolare di Poroshenko. E a chi parla di tregua che regge consigliamo di andare a parlare con i familiari della donna morta, i quali immaginiamo non siano molto d’accordo. La verità è che la tregua è effimera, temporanea ed anche fugace: basta un niente per dar nuovamente vita al conflitto che negli ultimi mesi ha mietuto vittime in tutta l’Ucraina.
Ad incrinare ulteriormente la situazione sono arrivate oggi le sanzioni contro la Russia promosse dall’Ue e che sono in attesa di ratifica (che deve essere unanime) da parte dei 28 governi. Il primo ministro russo Medvedev ha difatti minacciato che in caso di nuove sanzioni la Russia potrebbe rispondere “in modo asimmetrico”, con misure volte a limitare l’attività in Russia delle grandi compagnie europee; le misure sanzionatorie, ha continuato il delfino di Putin, “non aiutano a riportare la pace” ma anzi “potrebbero minare la sicurezza mondiale”.

L’IRAQ TRA JIHADISTI E AMERICANI
Mercoledì 10 settembre Obama presenterà in diretta tv il piano anti-Isis studiato durante il vertice della Nato in Galles. E’ ottimista il presidente americano: dice che alla fine l’Isis sarà sconfitto e l’occidente vincerà. Ma in che modo? In un’intervista andata in onda sulla Nbc ha annunciato che il punto fondamentale del piano è la creazione di una coalizione internazionale che va dai membri Nato alle potenze mediorientali, e che non saranno assolutamente inviate truppe né in Siria né in Iraq, perché “non avrebbe senso che gli Stati Uniti occupassero paesi in giro per il Medio Oriente”. Ma nonostante questa dichiarazione d’intenti c’è chi ancora non crede alla parole del presidente Obama e che lo accusa di non aver ancora chiara una linea da seguire per risolvere la questione. Fautori di questa teoria i suoi avversari politici più accaniti, che ormai da mesi si scagliano contro ogni dichiarazione del presidente.
Intanto i raid americani non si fermano, anzi; nelle ultime ore è stata registrata un’escalation dei bombardamenti a danno delle milizie jihadiste (ovviamente) nell’ovest dell’Iraq. Qui, nella provincia di Anbar, è presente una delle più importanti dighe del paese, ora nuovamente nelle mani dell’esercito regolare. E’ proprio con queste operazioni trasversali al conflitto armato che la grande coalizione internazionale dovrà cercare di smantellare l’Isis, intervenendo, laddove possibile, per destabilizzare la struttura dei jihadisti e i loro approvvigionamenti, che siano essi di armi o di persone.
Come e se la grande coalizione interverrà per salvare tutti quei civili in mano ai miliziani però non è dato sapere. Da ieri si è appresa la notizia che cento bambini iracheni, sciiti e yazidi sono tenuti in ostaggio dai sunniti in un orfanotrofio di Mosul. La sensazione è che bloccare i capitali esteri che finanziano l’Isis o sorvegliare i movimenti di “capitale umano” verso l’oriente non siano misure sufficienti a garantire l’incolumità dei civili. 

Cronaca

Libano, visita del Cardinale Parolin alle strutture umanitarie dell’Ordine di Malta

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Spirito di vicinanza e comunione d’intenti al centro del ciclo ravvicinato di incontri tra il Governo dell’Ordine di Malta e la Santa Sede iniziato con l’arrivo del Segretario di Stato, Cardinale Pietro Parolin, in Libano per visitare le opere assistenziali del Sovrano Ordine di Malta, e che si è concluso il 27 giugno proprio in concomitanza con il vertice di Stato in Vaticano tra Papa Francesco e il Gran Maestro dell’Ordine, Frà John Dunlup.
 
Nel corso della visita in Libano, Parolin ha celebrato una solenne Santa Messa in memoria di San Giovanni Battista, patrono dell’Ordine di Malta, alla presenza dell’Ambasciatore dell’Ordine in Libano, Maria Emerica Cortese e di alte cariche dello Stato. Il Segretario di Stato si è successivamente recato in alcuni dei centri umanitari gestiti dall’Associazione Libanese dell’Ordine e ha partecipato ad alcune attività caritative.
 
La visita è stata fortemente voluta dal Governo del Sovrano Ordine di Malta proprio per rafforzare lo spirito di comunione e collaborazione con la Santa Sede. Promuovere il viaggio in Libano del Segretario di Stato il Cardinale Parolin, contestualmente alla visita ufficiale del Gran Maestro dal Santo Padre, testimonia l’attenzione a sostegno dei tanti progetti umanitari che l’Ordine porta avanti nel mondo.  Da oltre 70 anni, l’Ordine di Malta è in prima linea nel fornire assistenza sanitaria di base e servizi di sostegno sociale alla popolazione di tutto il Libano. Dal 2020 l’Ordine ha focalizzato il suo impegno su progetti “agro-umanitari” riconoscendo nell’agricoltura un fattore cruciale nell’affrontare le principali questioni umanitarie e in particolare, dopo la crisi economica del 2019 che ha colpito il Paese, per garantire la sicurezza alimentare, promuovere la ripresa economica e sostenere le fasce della popolazione più vulnerabili del Libano. Oggi l’azione umanitaria dell’Ordine di Malta si inserisce nel contesto di una crisi socio economica che vede l’80% della popolazione vivere in una condizione di povertà multidimensionale e in una situazione che, a causa del conflitto Israelo-Palestinese, ha gettato il Paese in uno stato di continuo allarme.
 
Alla luce delle pressanti sfide umanitarie, il programma agro-umanitario è la testimonianza dell’impegno dell’Ordine di Malta nel Paese che attraverso un’ampia rete di iniziative mira a dotare le comunità degli strumenti e delle risorse necessarie per resistere e riprendersi efficacemente dagli shock avversi. Attualmente l’Ordine di Malta gestisce sei Centri agro-umanitari in tutta la nazione e l’attuale copertura di terreni agricoli riguarda il 69,26% del territorio libanese, con l’obiettivo di arrivare al 75% entro la fine di quest’anno.
 
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Esteri

Uk, svolta a sinistra: Starmer chiede unità

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Il leader del Partito Laburista, Keir Starmer, è diventato primo ministro e ha esortato il Paese a unirsi a un “governo di servizio”. Nel suo discorso inaugurale, Starmer ha sottolineato l’importanza di superare le divisioni politiche e sociali per affrontare le sfide che il Regno Unito deve affrontare. Ha evidenziato la necessità di collaborazione tra partiti politici, settori economici e comunità per costruire un futuro più prospero e giusto per tutti i cittadini.

Starmer ha delineato le priorità del suo governo, che includono il rafforzamento del sistema sanitario nazionale, la promozione dell’istruzione e della formazione, la lotta al cambiamento climatico, e il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti dei lavoratori. Ha anche promesso di affrontare le disuguaglianze economiche e sociali, investendo in infrastrutture e servizi pubblici essenziali.

Il nuovo primo ministro ha chiesto a tutti i cittadini di partecipare attivamente a questo progetto comune, mettendo da parte le differenze ideologiche e lavorando insieme per il bene comune. Ha concluso il suo discorso con un appello all’unità nazionale e alla solidarietà, invitando tutti a contribuire alla costruzione di un futuro migliore per il Regno Unito.

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Cronaca

Il presidente della Repubblica Finlandese in visita di lavoro in Italia

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Alexander Stubb incontrerà Sergio Mattarella e successivamente Giorgia Meloni
 
 
Secondo un comunicato della Presidenza della Repubblica finlandese, il presidente Alexander Stubb ha in programma la prossima settimana una visita di lavoro di due giorni in Italia, ospite del presidente italiano Sergio Mattarella .
Tra Stubb e Mattarella è previsto un colloquio a Roma nel secondo giorno della visita del leader finlandese, il 4 luglio. Tra i temi di discussione in agenda figurano le questioni di sicurezza e le relazioni bilaterali.
Successivamente nel pomeriggio, Stubb incontrerà il primo ministro italiano Giorgia Meloni.
 
Secondo la nota, prima degli incontri ufficiali di giovedì, il presidente Stubb prenderà parte a un dibattito in cui analizzerà la guerra di aggressione della Russia in Ucraina e le sfide alla sicurezza dell’Europa nel Mediterraneo e in Africa”, si legge nel comunicato. Il dibattito, insieme ad esperti e ricercatori di politica estera e di sicurezza, è organizzato dall’Istituto Affari Internazionali (IAI). Il primo giorno della sua visita, il 3 luglio, Stubb incontrerà rappresentanti del mondo imprenditoriale italiano e finlandese durante una cena organizzata dall’ambasciatore di Finlandia in Italia, Matti Lassila.
 
La visita di Stubb ha un particolare significato: per circa quattro anni, prima della sua elezione nello scorso marzo, ha vissuto a Firenze, ove era docente e direttore, dal 2020, della School of Transnational Governance, istituto inserito nell’Istituto Universitario Europeo, Eui, con sede a Fiesole. L’ultimo incontro del Presidente Mattarella con un Capo di Stato finlandese risale all’ottobre 2023, con il predecessore di Stubb,  Sauli Niinistö.
Privo di virus.www.avast.com



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