Customize Consent Preferences

We use cookies to help you navigate efficiently and perform certain functions. You will find detailed information about all cookies under each consent category below.

The cookies that are categorized as "Necessary" are stored on your browser as they are essential for enabling the basic functionalities of the site. ... 

Always Active

Necessary cookies are required to enable the basic features of this site, such as providing secure log-in or adjusting your consent preferences. These cookies do not store any personally identifiable data.

No cookies to display.

Functional cookies help perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collecting feedback, and other third-party features.

No cookies to display.

Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics such as the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.

No cookies to display.

Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.

No cookies to display.

Advertisement cookies are used to provide visitors with customized advertisements based on the pages you visited previously and to analyze the effectiveness of the ad campaigns.

No cookies to display.

Connect with us

Senza categoria

Dall’Afghanistan in Italia, la storia di Parwana: “Finalmente riabbraccio i miei fratelli”

Published

on

Clicca e condividi l'articolo
Tempo di lettura 2 minuti

È atterrato a Roma, il volo che ha portato in Italia Edriss e Sayeeda, i due giovani che da mesi attendevano di poter andar via dall’Afghanistan. Il corridoio umanitario è stato attivato da un noto ristorante romano “Gustamundo”, impegnato da sempre nell’inclusione sociale.

Edriss e Sayeeda, infatti, sono il fratello e la sorella di Parwana, cuoca afghana che dal 2018 lavora presso Gustamundo, il locale multietnico ideato da Pasquale Compagnone. Dal 2017 Gustamundo ha dato lavoro a più di 60 chef rifugiati e migranti da tutto il mondo grazie al lavoro in rete con associazioni e organizzazioni umanitarie quali: Amnesty International, Comunità di Sant’Egidio, Welcome Refugees, Baobab, Centro Astalli, Joel Nafuma refugee center e numerosi centri di accoglienza di Roma.

In aeroporto a Fiumicino, era presente anche Monica Attias, responsabile corridoi umanitari da Grecia e Afghanistan per la Comunità di Sant’Egidio: << Bisogna mantenere alta l’attenzione non solo sull’Ucraina ma anche sugli altri conflitti – ha dichiarato Attias – i profughi sono tutti uguali… credo ci sia stato comunque un cambio di passo nella società europea con l’Ucraina, mi auguro che questa grandissima solidarietà possa generare un nuovo atteggiamento verso i profughi di tutto il mondo>>.

La nuova vita per Edriss e Sayeeda è partita, dunque, grazie alla “casa-cucina” di Roma che promuove progetti di inclusione sociale sostenendo rifugiati e richiedenti asilo grazie al cibo e alle sue diverse declinazioni. Il motto di Gustamundo è “ogni cena una storia”: i clienti del ristorante hanno l’opportunità di entrare in contatto con i cuochi e le cuoche di tutto il mondo, conoscerne la storia, il dolore, i sogni ma anche i piatti del loro Paese. Gustamundo dal 2017 è diventato un brand solidale, unico nel suo genere e che fa parte del paese reale, quello concreto.

Sayeeda ed Edriss, 27 e 23 anni, ora a Roma, con un visto per studio grazie a Gustamundo e all’Università di Siena potranno coltivare i propri sogni restando a pochi chilometri di distanza dalla sorella Parwana. Ed è proprio Parwana a lanciare l’ennesimo grido ai media chiedendo di non spegnere le luci sull’Afghanistan <>. L’ONU, di recente, ha fatto sapere che da quando i talebani sono al potere circa 400 civili sono stati uccisi e che i talebani hanno fortemente limitato i diritti e la libertà delle donne.

Le attività di Gustamundo, intanto, non si fermano: Ilyas Mohammad, altro cuoco presso il ristorante, riabbraccerà a breve i suoi due figli che arriveranno in Italia dal Kashmir e che Ilyas non vede dal 2012.

Continue Reading
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.