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Redazione Lazio

DAJE ADDOSSO ALL’ASSESSORA

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Tempo di lettura 3 minuti Sonia Ricci è stata rinviata a giudizio per un incendio.La decisione del rinvio a giudizio è del giudice Mara Mattioli su richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Bontempo.

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Roma – Scossa di terremoto nella giunta Zingaretti. Questo è quello che vorrebbe l'opposizione che mette alla gogna un assessore per fatti privati non inerenti l'attività pubblica e istituzionale ma fatti ancora dalle dinamiche poco chiare, accaduti tre anni fa in terreni di un'azienda agricola, proprietaria del fondo e dei connessi fabbricati, di cui la Ricci era dipendente e non rappresentante legale. L’assessore regionale all’Agricoltura Sonia Ricci è stata rinviata a giudizio per un incendio. L’esponente del Pd che siede nella giunta Zingaretti sarebbe imputata per un rogo di rifiuti quando si riferiva alla società «Agroama» di Sezze. Nel mirino degli inquirenti un incendio appiccato a materiale plastico. La decisione del rinvio a giudizio è del giudice Mara Mattioli su richiesta del sostituto procuratore Giuseppe Bontempo.

La prima udienza del processo è fissata al prossimo 21 ottobre. Ma chiaramente chi ha subito ben altri cicloni come quello di Fiorito e delle feste "suine" non vede l'ora di "daje addosso all'assessora". ''Confermo un'opinione personale che da subito e' stata chiara, appena ho preso coscienza e conoscenza degli avvenimenti.

E' una vicenda privata che non ha alcuna implicazione nei confronti della pubblica amministrazione, il reato contestato e' quello di un incidente colposo, e, pur non volendo entrare in valutazioni tecniche degli atti processuali e senza volere anticipare le conclusioni dei magistrati, non posso non segnalare che dalla lettura delle carte che ho fatto emergono almeno due fatti significativi, che in parte smentiscono alcune affermazioni contenute negli atti''. Parole del presidente della Regione, Nicola Zingaretti, riferendo in Consiglio Regionale sul rinvio a giudizio dell'assessore all'Agricoltura, Sonia Ricci. ''All'epoca la dottoressa non era legale responsabile ne' titolare della societa' dove si e' verificato un incidente da cui deriva l'ipotesi di incendio colposo. E' una palese contraddizione dell'atto. Secondo, come risulta ancora negli atti, all'epoca dell'evento la dottoressa non era presente in azienda ne' e' dato evincere o pensare che abbia potuto commettere alcuna azione commissiva od omissiva, tanto e' vero che l'ipotesi peggiore e' quella dell'incidente colposo – ha aggiunto Zingaretti – Spero nel tempo piu' breve sia fatta luce e presto si permetta a tutti di lavorare nell'assoluta serenita'''. ''So che nella storia d'Italia recente – ha detto replicando all'opposizione – la confusione che c'e' stata tra giudizi sul lavoro della giustizia e attivita' politica alla fine non ha fatto nemmeno bene alla qualita' della democrazia italiana. Mi sono sempre comportato nella mia vita politica e amministrativa, avendo questa bussola: anche nello scontro l'avversario politico va sconfitto sul terreno delle idee e mai abusando del terreno molto scivoloso che confonde il giudizio sull'operato amministrativo delle persone con l'attivita' delle Procure, che non deve condizionare, al di la' del necessario, il libero confronto politico''. Per Zingaretti ''compito delle pubbliche amministrazioni e' portare trasparenza per evitare che una cattiva amministrazione, in cui permangono zone opache, faciliti zone grige nella vita amministrativa. Per questo mi sono permesso di sottolineare che i fatti citati non avevano nulla a che fare con i compiti amministrativi che l'assessore Ricci ricopre ma nemmeno con reati contro la pubblica amministrazione. Non penso sia affatto in discussione la tensione etica e culturale che questa maggioranza ha messo e mettera' sul tema della trasparenza, della pulizia e della necessita' che tutti insieme dobbiamo trasformare questo livello di governo in un'amministrazione su cui nessun cittadino del Lazio abbia dubbi su come funziona''. ''Abbiamo cambiato molto, andremo avanti con gli open data e la messa on-line di tutto cio' che riguarda chi dirige e chi prende decisioni ma altro e' essere vittime di ogni articolo di giornale che, a quel punto, renderebbe la politica non autonoma. Io mi fido dei miei assessori, e non escludo che addirittura qualcuno possa teorizzare nei prossimi 5 anni che io abbia fatto qualcosa'' ha concluso.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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