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La stretta di mano che c’è stata circa un mese fa tra il presidente degli Stati Uniti, Obama, e il suo collega cubano, Raoul Castro, sta iniziando a dare i primi frutti. Domenica prossima Castro si recherà in visita in Vaticano, dal primo papa latinoamericano.
I rapporti di Cuba col Vaticano non sono una novità, già nel 1996 il Leader Maximo, Fidel Castro, venne in visita da papa Giovanni Paolo II, che scambiò il favore due anni dopo, recandosi in viaggio pastorale nell’isola.
Altra buona notizia che in questi giorni sta sugellando la pace ritrovata, è l’annuncio che dal prossimo mese di luglio verrà ripristinato un servizio di traghetti tra l’isola e il continente americano, e alcuni voli di linea. Un segno reale che la riappacificazione non è stata solo di facciata, un elemento realizzato solo per far parlare le televisioni. Finalmente tra l’isola e gli Stati Uniti si potrà viaggiare tranquillamente, con un vantaggio per entrambi.
Abbiamo incontrato il pallanuotista cubano Amaurys Perez, campione dello sport in acqua, personaggio eclettico che ha dimostrato la sua simpatia nelle apparizioni che ha effettuato in televisione in trasmissioni popolari come Ballando con le stelle, Pechino express, Si può fare.
Parlando con Amaurys, abbiamo avuto la possibilità di conoscere la sua simpatia e il suo sorriso, una persona molto semplice, che ha accettato volentieri di spendere due parole sulle nuove opportunità che il disgelo può offrire al popolo cubano.
Tu sei nato a Cuba. Fino a che età sei stato lì?
Fino a 24 anni.
Poi sei venuto direttamente in Italia o sei stato in altri paesi?
Sono stato in Spagna, per quattro anni.
Comunque sia Italia che Spagna sono due paesi latini, per certi versi posti dove un’anima latina come la tua dovrebbe trovarsi bene. Hai trovato un ambiente familiare?
Sì, è vero, un ambiente molto favorevole. Spagnoli e italiani hanno lo stesso carattere dei cubani.
Tu torni a Cuba ogni tanto?
Si, certo, ci vado spesso.
Altri personaggi cubani che sono stati qui in passato, però, hanno avuto problemi, come nel caso della pallavolista Aguero, ne avevi sentito parlare?
Sì, a volte ci sono problemi. Io grazie a Dio ho sempre avuto buoni rapporti, e nessun problema.
Hai ovviamente sentito parlare della stretta di mano tra Castro e Obama. Come hai accolto la notizia?
Alla grande. È una cosa che solo a parlarne mi viene la pelle d’oca. Per noi è stata una grande sofferenza per tanti anni, più di cinquant’anni di blocco economico, e trovarsi con questa bella notizia.. intanto la pace fa bene a tutti, per noi cubani poi, non c’è nessun problema tra il popolo cubano e il popolo americano.
Spesso nei conflitti il problema non è nel popolo, infatti.
È così. Ripeto, per noi è stato un grandissimo passo avanti, sia per l’economia, per la qualità di vita dei cubani, che spero migliori.
A tuo avviso, il fatto che al governo oggi ci sia Raoul Castro, e non più Fidel, ha influito nell’avvicinamento con gli Stati Uniti?
Penso che Raoul sia stato più pragmatico, ha voluto proprio fare un cambio di politica, di mentalità, e lo sta portando avanti.
In questi giorni è stato riattivato un traghetto tra le coste degli Stati Uniti e Cuba. Hai sentito la notizia?
Si, proprio stamattina, mentre ero in aeroporto, stavo guardando un tg online sugli schermi, e ho letto questa cosa. Ho detto: “porca miseria”, non ci potevo credere, non mi riesco ancora a immaginare i traghetti che vengono dagli Stati Uniti.
Cuba, anche durante gli anni dell’embargo, è stata considerata una meta turistica. Quest’apertura può rappresentare una legittimazione delle ambizioni turistiche cubane?
Sì, il turismo a Cuba crescerà a livello mondiale. Noi possiamo diventare veramente la prima tappa per il turismo degli americani. Siamo un’isola, e dipendiamo tanto dal turismo, che può diventare il primo motore della nostra economia.
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