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di Matteo La Stella
Petilia (CR) – I Carabinieri di Petilia Policastro hanno denunciato 20 genitori di minori, padri e madri di potenziali studenti della scuola dell'obbligo, primaria e secondaria di primo grado per l'assenza dei propri figli dalle lezioni della scuola dell'obbligo. La mancata frequenza alle lezioni è stata registrata nelle scuole di Petilia, Mesoraca e Crotonei, nel crotonese. Quì, i militari hanno compiuto diversi accertamenti durante i quali, i genitori hanno giustificato l'assenza dei figli millantando motivi legati alla salute o necessità degli stessi finalizzata ad aiutare i parenti nei lavori manuali.
La notizia contribuisce a rendere verosimili i dati Istat che, già per l'anno scolastico 2012/2013, conferivano al mezzogiorno la leadership per tasso di uscita precoce dal sistema di istruzione, fissata al 21,4%, rispetto al 13,7% del centro e del 14% del nord Italia. In Calabria è il 16,4% degli studenti ad abbandonare prematuramente gli studi, in Puglia il 19,9%, fino ad arrivare ai picchi critici della Sicilia, che si attesta intorno al 25,8% dell'abbandono scolastico. La “bocciatura”, secondo il “Tackling Early Leaving from Education and Training in Europe” è da allargare all'intera nazione: in Italia, secondo lo studio, l'allontanamento preventivo dall'istruzione è pari al 17% nell'anno scolastico terminato nel 2013, seconda solo alla Spagna (23,6%), a Malta (20,8%), al Portogallo (18,9%) e alla Romania (17,3%). Un quadro desolante che, messo in relazione con la percentuale di adulti tra i 30 e i 35 anni che hanno conseguito un titolo di laurea in Italia, pari al 22,4%, contro la media UE calcolata intorno al 40%, delinea una risposta, quanto meno parziale, al secondo posto del Bel Paese per numero di disoccupati o inoccupati, i così detti Neet.
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