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CRISI E CAMBIAMENTO: QUANTO SONO IMPORTANTI LE SCELTE?

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Tempo di lettura 2 minutiMolto spesso avviene che nel corso stesso di un’attenta analisi si attua un’opera di sabotaggio delle informazioni che si hanno, creando dei racconti nel "vuoto"

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Sara Galea

La capacità intuitiva di osservare che c’è uno stato di crisi usualmente avvia una serie di dinamiche che determinano i cambiamenti della vita. I cambiamenti possono essere circoscritti a un ambito o totali e, a volte, diventano puramente illusori, perché stravolgere il senso della vita è, ovviamente percezione puramente mentale, un'azione talmente dura da fare scattare paure e blocchi nella persona che richiede delle modificazioni consistenti, o meno, nel suo vissuto. La ricerca della felicità è la molla che spinge l’essere umano a camminare verso la realizzazione di Se, e non si trova in situazioni esterne,   è uno stato dell’essere, mentale, che si ottiene, quando si parla di vera felicità, manifestando le proprie capacità, valori, bisogni e potenzialità.

Il primo fondamentale passo che si fa per raggiungere la propria serenità d’animo, e quindi uno stato consolidato di felicità, è la conoscenza di se stessi, che si può ottenere soltanto attraverso un’attenta ed efficace comunicazione con se stessi. La sincerità di una vera trasmissione d’informazione tra ciò che l’essere umano è dentro di Se e quello che crede essere avviene attraverso un’intima osservazione, ascolto, e analisi di quelli che sono i propri bisogni, desideri, e quindi mancanze.

Molto spesso avviene che nel corso stesso di un’attenta analisi, autoanalisi mi permetterei di sottolineare, si attua un’opera di  sabotaggio delle informazioni che si hanno in possesso creando dei racconti ‘’nel vuoto’’, ovvero che hanno l’unica funzione di confondere, e mischiare, le carte che l’essere umano ha in dotazione per comprendere cosa fare per essere felice: ad esempio, uno stato di crisi all’interno di un rapporto di coppia può scatenare stati di dubbio che azionano  paure  tali  da trascinare la persona scontenta a bloccare qualsiasi passaggio verso un cambiamento parziale o totale nella relazione, addossando le responsabilità del fallimento ai comportamenti dell’altro; condannando e giustificando  contemporaneamente gli  atteggiamenti di  entrambi, che fanno invece parte ‘’dell’essere’’, e   quindi non possono, e non si può pretendere, vengano cambiate.  Due persone, ad esempio, che hanno una relazione di coppia                                                                                                                                                                                      e sono drasticamente diverse nella cultura, nel modo di vivere, nelle aspirazioni, negli obiettivi, ed in tutto ciò che fa parte del loro mondo individuale,  probabilmente saranno incapaci di trovare un equilibrio e lo stato di felicità e,  in alcuni casi, di assumersi la responsabilità di ammettere che c’è incoerenza tra quello che vogliono  e ciò che possono, invece,  ricevere realmente da quel rapporto, diventando manchevoli nei confronti dell’esistenza propria e altrui, e, in molti casi, cercando di fingere di volersi uguagliare al compagno/a semplicemente per  portare avanti la relazione in questione per abitudine, paura, fragilità, superficialità e altro, magari mercificando, e mortificando, la propria e altrui vita.

Prendendo come scusante un sentimento, frainteso, che inizia a fungere soltanto da legante per non attuare il cambiamento che darebbe ad entrambi la possibilità di vivere una vera relazione fatta di Amore, condivisione e felicità, la persona, o le persone, si trovano a vivere una serie di conflitti interiori che si riversano, inevitabilmente, anche nel resto delle estensioni di vita, inclusa quella sociale e professionale.

La felicità, dunque, è il senso della vita, ed il modo in cui si decide di viverlo decreta la qualità della vita stessa che si crea.

Il singolo individuo è  unico responsabile della propria felicità, insieme alle sue scelte e volontà, gli altri sono soltanto coadiutori consapevoli, o in-consapevoli, di  ciò che ‘’ognuno’’ decide di creare per se  stesso.

Questo deve fare riflettere sul fatto che tutto ciò che si realizza agisce anche sulla vita degli altri.

Quanto sono importanti le scelte?