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Crisi agricola nel Lazio, la protesta che scuote la Regione: Giancarlo Righini sotto accusa per immobilismo e inefficienza

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L’assessore, schiacciato dal doppio incarico, è accusato di lasciare il settore agricolo in balia di emergenze e fondi bloccati

La manifestazione di Coldiretti Lazio, svoltasi oggi davanti alla Regione, segna un punto critico nel rapporto tra il mondo agricolo e l’amministrazione Rocca. Migliaia di agricoltori si sono radunati per denunciare la crisi che attanaglia il settore agricolo nel Lazio, puntando il dito principalmente contro Giancarlo Righini, assessore al Bilancio e all’Agricoltura.

Coldiretti ha evidenziato una serie di problematiche che colpiscono diverse filiere del Lazio:

•Settore ovino: perdita di circa 250.000 capi, aggravata dalla diffusione della “lingua blu” e dai danni provocati dalla fauna selvatica.

•Filiera suinicola: minacciata dalla peste suina, con misure di contenimento giudicate inefficaci.

•Ortofrutta: crisi profonda per la moria dei kiwi e un calo del 50% nel raccolto delle nocciole.

•Settore bufalino: prezzo del latte alla stalla in caduta libera, con un calo del 30% in pochi mesi.

•Zootecnia: necessità di una riorganizzazione sia per la produzione di latte che per quella della carne.

A questo si aggiungono ritardi nella gestione della fauna selvatica, con cinghiali che distruggono fino all’80% dei raccolti e lupi che attaccano il bestiame. Molti allevatori, per proteggere le proprie mandrie, sono costretti a dormire in auto nei pressi degli allevamenti.

David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio, non ha usato mezzi termini: “Righini è un assessore a mezzo servizio”. Le lamentele riguardano il doppio incarico che, secondo gli agricoltori, rende impossibile una gestione adeguata delle complesse problematiche del comparto. Le crisi citate vanno dalla peste suina alla moria dei kiwi, fino alla contrazione della filiera bufalina e alla drastica riduzione dei capi ovini. Inoltre, fondi per milioni di euro destinati al settore agricolo sono fermi da anni, con un impatto devastante per le aziende che chiudono a ritmi allarmanti.

Mentre i partiti di maggioranza si sono affrettati a difendere l’assessore, lodandone competenza e dedizione, voci interne suggeriscono un crescente isolamento politico di Righini. Il presidente della Regione, Francesco Rocca, si troverebbe in difficoltà nel gestire le tensioni crescenti, al punto che un rimpasto di giunta potrebbe essere all’orizzonte per risolvere la questione.

L’opposizione, dal Partito Democratico al Movimento 5 Stelle, non ha perso l’occasione per alimentare le critiche, sottolineando come la crisi agricola rappresenti l’ennesimo fallimento della giunta di centrodestra. Entrambi i gruppi chiedono che Righini lasci la delega all’Agricoltura, accusandolo di trascurare un settore strategico che rappresenta il 30% del PIL regionale.

Oltre alla protesta odierna, Coldiretti ha evidenziato una gestione giudicata troppo burocratica e poco incisiva, con priorità assegnate ad eventi di promozione e sagre anziché a interventi strutturali per arginare la crisi. La situazione è aggravata da problemi di trasparenza: recenti polemiche su presunti favoritismi legati a fondi regionali per lavori pubblici hanno ulteriormente minato la credibilità dell’assessore.

La manifestazione di oggi non è solo un segnale di protesta, ma una chiamata all’azione per un settore vitale e in sofferenza. La Regione Lazio dovrà decidere se continuare a difendere l’attuale assetto o adottare misure drastiche per ripristinare la fiducia di una comunità agricola sempre più esasperata. La crisi, finora confinata a un comparto, rischia di trasformarsi in una questione politica di primo piano.