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di Paolino Canzoneri
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi difende ancora a spada tratta il contenuto del documento di programmazione economico-finanziaria e dalle parole di Pier Carlo Padoan rivolte ai deputati e senatori delle commissioni di Bilancio traspare una sicurezza e una convinzione sulla crescita prevista per il prossimo anno, previsione che non aveva incontrato il plauso dei rappresentati di Bankitalia, Corte dei Conti e Ufficio parlamentare di Bilancio che aveva invalidato la previsione richiedendone una revisione. Il nostro ministro dell'Economia ostenta sicurezza: "Il PIL programmatico non è una scommessa. E' la stima dell'effetto che la manovra produce sul prodotto il governo conferma il suo quadro programmatico all'1% e lo fa sulla base della consapevolezza che questo risultato viene dalla valutazione dell'impatto delle misure della prossima manovra sul tasso di crescita. Ai previsori, compreso l'ufficio parlamentare di bilancio, mancano queste specifiche informazioni ma proprio per questo ci sono i margini per chiudere il gap" tra le diverse stime." Renzi stesso con una punta di ironia, in partenza per il Veneto rilascia poche decise parole: "Vado ad incontrare chi il Pil lo produce non chi lo analizza; come sempre ad ottobre gli esperti ci dicono che le nostre misure non hanno copertura e i numeri non tornano. Rispetto le loro tesi anche se ricordo che dicevano la stessa cosa per gli 80 euro, per la tassa sulla prima casa, per il Jobs Act e i suoi incentivi, per l'Irap costo del lavoro, per le tasse agricole, per il patent box e il superammortamento o per i soldi in più sulla scuola o sulla cultura. Abbiamo sempre trovato le coperture, smentendo le previsioni negative: continueremo a farlo. Il governo non fa nessuna scommessa ma un calcolo, pure prudente, della spinta al Pil che arriverà con la prossima manovra". L'obiettivo di crescita all'1% per il nostro ministro Padoan appare ambizioso ma realizzabile e, pur sempre disponibile al dialogo, sembra voler confermare la linea e le stime del prossimo quadro macroeconomico redatte appunto nel DEF che il premier difende dicendo inoltre: "Essendo previsioni vedremo tra un anno chi ha ragione, l'ultimo anno siamo stati più prudenti della realtà ed è andata meglio. La crescita è ripartita anche se al momento è come una macchina con il freno a mano ancora tirato". Ritocco al ribasso dal Fondo Monetario che attenua le stime ufficiali relativamente alla crescita a +0,9 per il 2017 e +0,8 del 2016 e per il peso del debito pubblico in ascesa per quest'anno al 133,2% e per il prossimo al 133,4%, differenza evidente rispetto i dati del DEF che prevedevano un debito al 132,8% per il 2016 in discesa a 132,5% per il 2017. Le privatizzazioni giocheranno un ruolo fondamentale e Padoan stesso asserisce: "Il Governo ha ferma intenzione di andare avanti dopo il rallentamento di questi mesi da imputare alla alta volatilità dei mercati ma la sostenibilità del debito rimane oggetto di massima attenzione. Questa ambizione è sostenuta in modo concreto da una manovra che dà un boost, una spinta alla crescita, quindi quel tipo di impatto è realistico perché la manovra è costruita con la cura alla composizione che spesso è stata evocata tra gli altri dal Presidente della Bce, e che ieri è stata richiamata durante l'audizione di Banca d'Italia, quale elemento cruciale di una strategia sostenibile per la crescita". Nessuna sovrastima quindi per Padoan, e inoltre aggiunge che ci potranno essere: "Sorprese positive visto che tecnicamente siamo in una fase di bassi tassi e rischio deflazione e facciamo fatica a stimare i moltiplicatori, che sono quindi adottati in modo prudente. Inoltre nello stesso quadro disegnato dall'esecutivo non vengono calcolati gli effetti positivi dell'utilizzo dell'extradeficit per la messa in sicurezza del territorio sia dal rischio sismico sia da quello idrogeologico". Il capogruppo dei socialisti al Parlamento Europeo Gianni Pittella interviene dicendo: "non vedo come Bruxelles possa dire 'no' ad una deviazione di uno zerovirgola" per mettere in sicurezza il territorio, sarebbe assurdo".
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