Redazione Lazio
COTRAL, VASO DI PANDORA DUE (2 PARTE): GIANA E COLACECI SCIVOLANO SULLA TRASPARENZA
Tempo di lettura 6 minutiConsulenze e comitati “impropri” all’ombra di via Alimena
Published
9 anni faon
di Chiara Rai
Nulla o poco è cambiato con il Cda Cotral guidato da Amalia Colaceci e da Arrigo Emilio Giana anzi per alcuni aspetti la situazione è peggiorata. Carta canta e purtroppo la relazione del Collegio Sindacale inerente il bilancio Cotral al 31 Dicembre 2014 (presentato a Giugno 2015) non porta positive e clamorose notizie. Dalle manutenzioni alla trasparenza, dall’informazione al controllo analogo, dalle gare deserte agli affidamenti diretti non si rilevano questi strepitosi passi in avanti rispetto ad un passato che abbiamo ampiamente raccontato e criticato.
Colaceci che si è presentata in “abiti rock” come elemento di rottura col passato, stando alle carte, non avrebbe cambiato musica.
Iniziamo con l’informazione. “Con la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione – scrive il Collegio – il flusso delle informazioni che venivano diramate, d'ufficio,dall'Amministratore Delegato, dai direttori delle principali funzioni aziendali e dal servizio organi societari in favore dei componenti del Consiglio di Amministrazione, del Collegio Sindacale e del Controllo Analogo ha subito una riduzione notevole per asseriti motivi di riservatezza, tanto è che il Collegio ha avuto modo in diverse occasioni di lamentare, in particolar modo in occasione di operazioni rilevanti la mancanza di una sufficiente informazione”.
Addirittura si parla di insufficiente informazione tra l’Ad e il Cda e questo non è un fatto di poco conto e a dirlo non siamo certamente noi.
Il Comitato esecutivo "improprio". Fatto ancora più clamoroso è che addirittura le funzioni e lavoro del Cda sarebbero di fatto demandati ad un "comitato esecutivo" a diretto supporto dell'A.D, definito dallo stesso Collegio sindacale “improprio” e sul quale, in quanto tale, non incombono i doveri di informazione ma che ha come finalità quella di " … proporre e discutere: il budget, i progetti strategici, le proposte di delibera, i provvedimenti, le variazioni a organizzazione e processi; gli obiettivi per l 'MBO di quadri e dirigenti, gli avanzamenti di carriera,le destituzioni".
Questo Comitato esecutivo non solleverebbe alcun problema se effettivamente fosse ausiliario all'attivìtà delegata all'A.D., successivamente rappresentata e condivisa in seno al CdA, ma, “nei fatti – evidenzia il Collegio – esso è sembrato talvolta sostituirsi all'attività di quest'ultimo”. “Il CdA., infatti, in alcuni casi si è trovato a ratificare e/o attuare decisioni ed orientamenti strategici decisi in seno al predetto Comitato esecutivo (cfr. mutamenti di indirizzo rispetto al Piano Industriale già approvato dal CdA.) con i conseguenti riflessi sull'attività di controllo del Collegio e soprattutto sull'informazione e sull'approfondimento delle tematiche in seno al CdA”.
Dunque a che serve un Comitato esecutivo che lavora a posto dell’Amministratore Delegato? E poi si sposa bene con quei rigorosi proclami di razionalizzazione, trasparenza e snellezza che volevano imprimere i nuovi inquilini dell’era Zingaretti?
Cotral e il socio unico Regione Lazio, due facce della stessa medaglia.Regione Lazio. Quando nella precedente puntata abbiamo detto che la Regione Lazio può benissimo seguire la gestione del trasporto pubblico perché di fatto è il socio unico e di fatto prende le decisioni e quindi potrebbe anche risparmiare controllando direttamente senza passare per il presidente e il Cda del Cotral non siamo stati poi così folli se pensiamo che il Collegio ha avuto a che dire anche su questo punto. Riportiamo testé: “Il Collegio, sin dalla sua nomina, ha manifestato i propri fondati dubbi sull'effettiva autonomia di Cotral SpA., in quanto società in house providing, rispetto alla volontà dell'amministrazione controllante (la Regione Lazio ndr), che impone anche la necessità di un comportamento societario in linea con la normativa nazionale a cui è sottoposta la stessa amministrazione controllante”. E poi ancora “Relativamente al requisito del c.d. Controllo Analogo è stato chiarito, ogni oltre ragionevole dubbio, che l'Ente Pubblico partecipante ha statutariamente il potere di dettare le linee strategiche e le scelte operative della Società in house, i cui organi amministrativi vengono pertanto a trovarsi in una posizione di vera e propria subordinazione gerarchica. Ne consegue che non bisogna fare riferimento al concetto di influenza dominante di un socio maggioritario o totalitario (figura tipica del codice civile) ma invece si deve fare riferimento ad un potere di comando dell'Ente direttamente esercitato e stringente sulla gestione, con modalità e con una intensità non riconducibili ai diritti e alle facoltà che normalmente non spettano al Socio (fosse pure un Socio Unico) e sino al punto che agli organi della società non resta affidata una significativa e rilevante autonomia gestionale. Pertanto si deve trarre la conclusione di una impossibilità di individuare in questo tipo di società un centro di interessi davvero distinto rispetto all'Ente Pubblico che l'ha costituita e per il quale essa opera.
Comunque anche con Giana e Colaceci il Controllo Analogo della Regione non avviene correttamente come inderogabilmente previsto dagli artt. 5 e 6 del Regolamento sulle attività di vigilanza e controllo sui servizi di trasporto di competenza regionale affidati in house providing, allegato al Contratto di Servizio tra Cotral SpA e Regione Lazio. Sotto questo profilo, il Collegio “ha avuto più volte modo di segnalare la consuetudine del Controllo Analogo che, in relazione a proposte di delibere dei vari ordini del giorno del CdA, ha fatto pervenire il proprio parere a ridosso o in corso della seduta stessa, rendendo molto difficile, anche al Collegio, sia valutare la portata dello stesso controllo, sia calibrare le eventuali modifiche alle proposte di delibera in base alla segnalazione del controllo preventivo”.
Siamo a Giugno 2015 e ancora si lamenta che Cotral non ha provveduto all'indizione della gara per l'esternalizzazione del 10% del servizio di trasporto pubblico previsto dal Contratto di Servizio del 2011. “A completamento del quadro normativo il Collegio segnala l'emanazione del Decreto del Presidente della Giunta Regionale (Nicola Zingaretti n.d.r.) del 21 aprile 2015 nel quale viene rappresentato il quadro di riassetto del trasporto pubblico locale ed, in particolare, del nuovo ruolo che verrà ad assumere Cotral SpA anche con la prevista incorporazione del ramo d'azienda di Cotral Patrimonio SpA comprendente gli autobus (1592 autobus di cui 77 da rottamare e 105 di non facile utilizzabilità- v. relazioni uffici Cotral SpA. del 25 ottobre 2013 e 8 gennaio 2014 ), altro materiale rotabile e gli immobili strumentali, nonché con le dismissioni entro il 2015 delle partecipazioni detenute in ATRAL S.c.r.l. e STL S.c.r.l. (dove ancora stazionano alcuni personaggi che aspettano di essere silurati definitivamente ndr) Con tale atto normativo si possono inquadrare con sufficiente ragionevolezza le future iniziative strategiche della società, che, fermo il connotato di società in house, si dovrà muovere entro gli inderogabili confini del citato decreto presidenziale anche in ragione dei tempi di realizzazione ivi previsti”.
Il ricorso alle consulenze. Ci sono anche altre carenze che Cotral si porta avanti dal passato: la società non ha ancora introdotto un sistema "integrato" di controllo interno. L'attuale Amministratore Delegato Arrigo Emilio Giana che cosa ha fatto? Ha ritenuto di affidare, con un proprio provvedimento, un incarico di consulenza motivando con riferimenti a "insufficienza organica" e "a mancanza di adeguato skill". Detta iniziativa, confermando le valutazioni del Collegio già espresse nelle precedenti relazioni, dovrebbe essere integrata da una riorganizzazione del Servizio per dare una soluzione definitiva e non temporanea al problema.
Manutenzioni e lo scandalo delle gare deserte. Vogliamo parlare della flotta bus? I mezzi sono vecchi, si rompono spesso e la manutenzione è principalmente affidata senza gara alle ditte esterne mentre i lavoratori nelle officine sono spesso a braccia conserte. Infatti, il Collegio sindacale scrive: “Dalle verifiche condotte sono risultate persistere alcune criticità dovute principalmente alla mancanza dì autobus in condizioni idonee all'esercizio. Oltre alla vetustà della flotta rispetto all'età media riscontrata nelle aziende operanti nel medesimo settore in Italia ed in Europa, notevoli difficoltà si sono riscontrate nel corso dell'esercizio in relazione all'individuazione dei fornitori di manutenzione a seguito dell'indizione delle gare avendo ricevuto una scarsa partecipazione o addirittura le gare stesse sono risultate deserte. Per questo motivo le manutenzioni esterne continuano ad essere affidate, tramite contratti di adesione alle ditte iscritte all'Elenco Fornitori della Società, al di fuori quindi di procedure che assicurino il rispetto dei principi di trasparenza, equità e imparzialità”. Abbiamo letto bene: trasparenza, equità e imparzialità latitano. Il Collegio ha avuto modo, nel corso del 2014, di evidenziare nei propri verbali la poca chiarezza e la non linearità nelle decisioni aziendali in relazione alla politica delle manutenzioni, in particolare nell'indicazione del corretto assetto tra manutenzione interna e manutenzione esterna e nell'ambito di quest'ultima tra manutenzione ordinaria (a chiamata) e manutenzione full-service, della polìtica di approvvigionamento delle parti di ricambio, dello stato di attuazione della "messa a regime" della struttura interna dedicata alle manutenzioni.
Mancanza di parametri di performance e contenziosi. Dulcis in fundo su quali parametri vengono dati i premi di risultato? Boh! Non è infatti ancora risolta la questione del premio di risultato dei quadri ed MBO dei dirigenti che, a causa della mancata definizione di precisi parametri di performance, ha portato ad una situazione di pre-contenzioso tra azienda e personale interessato, già segnalato dal Collegio sia nel proprio verbale n. 35 che nella relazione al Bilancio 2013.
Si vorrebbe chiudere questo secondo appuntamento col Vaso di Pandora due almeno mettendo un punto a questa storia ma non è ancora possibile perché sia La Regione Lazio che Cotral che i suoi creditori e fornitori non hanno fornito le informazioni richieste dal Collegio dei Revisori che proprio per queste evidenti “limitazioni” non è riuscito a risalire, tra l’altro, ai crediti effettivamente vantati da Cotral anche perché alcuni crediti sarebbero stati addirittura inizialmente disconosciuti e successivamente parzialmente liquidati a cavallo tra l’era De Vincenzi e quella di Colaceci. Ergo il carrozzone Cotral è ancora in preda al caos e poco o nulla è cambiato.
E per questo motivo la chiosa del documento del Collegio è tinta di giallo: “Non siamo in grado di esprimere un giudizio sulla coerenza della relazione sulla gestione con il bilancio della Cotral SpA. al 31 dicembre 2014”.
Intanto si auspica che Arrigo Emilio Giana e Amalia Colaceci, rigenerati dalle vacanze estive, inizino finalmente a metter mano a tutto ciò che non è cambiato finora.
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