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ROMA – Una clamorosa sentenza emessa dalla Prima Sezione Lavoro del Tribunale di Roma, presieduta dal Giudice Anna Pagotto ristabilisce legalità e speranza in molti dipendenti Cotral che hanno dovuto subire dei trasfermineti da parte dell'Azienda che sono arrivati a pioggia seminando malcontento e grossi disagi che si sono ripercossi soprattutto nella vita privata dei dipendenti: che chi è stato trasferito a 150 chilometri di distanza dalla propria abitazione e chi, addirittura, è stato costretto a trovarsi un alloggi otemporaneo lontano dalla famiglia per poter proseguire a lavorare all'interno dell'Azienda di trasporti su gomma del Lazio.
La Giustizia dunque ha dato ragione ai Lavoratori e anche al sindacato SUL che li ha sostenuti. La querelle ha avuto inizio quando il lavoratore si è visto trasferire in un altro impianto aziendale dall'oggi al domani. Dopo 26 anni di servizio è stato contattato telefonicamente e gli è stato "comandato" di prendere servizio la mattina successiva alle ore 6:00 presso un altro impianto che distava 100 chilometri circa da quello dove lavorara prima e dalla sua stessa residenza. Uno shock per questo dipendente che si è trovato da un giorno all'altro a dover percorrere 200 chilometri al giorno con qualsiasi condizione atmosferica: ghiaccio, maltempo ecc. Immaginarsi lo stato di depressione dopo 26 anni di servizio vicino a casa. Questo trasferimento avveniva con lo strumento dei cambi di servizio di natura temporanea.
La decisione di ricorrerre è stata da subito impugnata anche dal SUL, mediante l’avvocato Francesca Rossi dello studio legale convenzionato Giangolini – Rossi, chiedendo al Tribunale l’immediato rigetto. Nella giornata di venerdì 7 aprile è giunta l’ordinanza, eclatante, che “sospende”, recita il documento della Dottoressa Pagotto, “l’efficacia del provvedimento di trasferimento disposto nei confronti di….[il dipendente, Ndr] e ordina a Cotral di riammettere in servizio il ricorrente presso il posto precedentemente occupato”. Il ricorso risulta fondato perché la Cotral non ha motivato questo trasferimento ne dimostrato le "comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive che " che ne giustifichino tale atto. Innegabilmente la sentenza farà da apripista per tutti gli altri casi di dipendenti trasferiti in altri impianti e che oggi ancora devono sostenere ritmi serrati e chilometri di strada per poter proseguire a lavorare in Cotral.
Il Tribunale del Lavoro ha dunque riacceso le speranze in molti dipendenti che oggi sanno di poter far fede sulla giustizia che tutela le loro posizioni. Come si comporterà l'azienda dopo questa notizia? Il clima sembra essere cambiato
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