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Redazione Lazio

COTRAL: OPERAI A SPASSO E PRIVATI AFFATICATI

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Tempo di lettura 4 minuti L’attuale gestione dell’assessore regionale Michele Civita non ha brillato per azioni risolutive.

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 di Chiara Rai 

Lazio Trasporti / Cotral – Cotral allo sbando totale? Sembrerebbe di sì se si considerano gli ultimi tabella di cronaca che sono susseguiti alla nostra inchiesta di una decina di puntate, iniziata a marzo 2014, dal titolo “Cotral, apriamo il vaso di Pandora”. Anche sul tema trasporti, perché sui rifiuti è meglio stendere un velo pietoso, l’attuale gestione dell’assessore regionale Michele Civita non ha brillato per azioni risolutive.Tutt’altro, il Tpl è ancora in ginocchio. In Cotral continuano a saltare le corse, i costi lievitano, i guasti in linea sono all’ordine del giorno, e l’unico proprietario del Cotral, la Regione Lazio, non risulta aver preso provvedimenti energici neppure rispetto al consiglio d’amministrazione e alla sua gestione lacunosa comprovata dai continui affidamenti della manutenzione alle ditte esterne. 

L’impianto di Sora

Civita ha visitato l'impianto di Sora? La situazione dell'impianto e' disastrosa, l'energia elettrica viene fornita tramite il gruppo elettrogeno e costa solo di gasolio 25 mila euro al mese, ciò in quanto l'Enel ha staccato la corrente. Ci chiediamo a questo punto in quale maniera l'amministratore abbia gestito il rapporto con l'impresa incaricata di costruzione dell’impianto che ha sospeso i lavori. Pertanto non ci sono le postazioni di  lavoro per fare manutenzione. Quindi  gli autobus ne sono privi e i  cinque operai sono impossibilitati a lavorare.  Così ancora una volta la stessa musica: il tutto viene affidato all'esterno alla ditta Palleschi  che  sta facendo il  bello e cattivo tempo. Il privato soccorre le vetture che si fermano  sulla strada. Ne consegue che i costi sono saliti alle stelle e tutta la situazione del bacino di Sora è allo sbando.  

L’impianto di Rieti

La situazione  non è diversa a Rieti dove  anche in questo caso l’opinabile capacità gestionale dell'amministratore ha permesso che l'impianto che doveva  essere pronto per fine giugno ancora non vede luce, anzi, ci sembra che per errore le postazioni di lavoro che inizialmente dovevano essere dieci sono state ridotte a otto. E il motivo principale è che ci si è dimenticati di predisporre la postazione del frenometro e la postazione per le revisioni. Ci si è scordati anche di fare l'ufficio del magazziniere, del capo operaio e  tutte le postazioni di lavoro sono organizzate talmente alla rinfusa che per portare dentro le vetture e metterle sopra i ponti bisogna fare un infinità di manovre fantozziane. Nell'officina le pareti sono disorganizzate per cui non c'è un punto  in cui sia possibile appoggiare i banchi di lavoro o attrezzature . Per quanto riguarda il servizio, tutti giorni ci sono rotture e guasti linea e quindi il servizio è equivalente a zero. La ditta CERIV ha acquistato un autocarro attrezzato  ad hoc per soccorrere i bus Cotral. La gestione degli operai è imbarazzante, per cui anche a Rieti invece di avere i 20 operai previsti dall'accordo sindacale c'è ne sono solo 10 e che tra l'altro non possono lavorare. Gran parte della manutenzione è affidata alla ditta Rettifiche Laziali. 

L’opinabile gestione colpisce ancora: gli operai sembrano tutti concentrati a Ponte Mammolo  dove di fatto non vi sono postazioni di lavoro a sufficienza (solo due). E quindi non si può lavorare, mentre le officine super attrezzate come quella di Frosinone e Latina si trovano sprovviste di operai. Perché questi paradossi, queste anomalie gestionali?

In questo modo tutte le lavorazioni sono affidate alle officine esterne. Figuriamoci cosa succederà alla riapertura delle scuole ovvero, alla ripresa del servizio scolastico quando si passa dalla ridotta  turnazione estiva alla copertura completa dei turni. Speriamo di non dover vedere lasciati per strada, salvo esternalizzare anche le corse. 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
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il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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