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Redazione Lazio

COTRAL, APRIAMO IL VASO DI PANDORA – TERZA PARTE: QUELLA GROSSA GRASSA MANUTENZIONE PRIVATA

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Tempo di lettura 7 minuti La manutenzione è divisa tra circa 20 ditte delle quali soltanto tre o quattro hanno vinto l’appalto ovvero Ceriv, Palleschi, Officina Pontina.

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di Chiara Rai

Regione Lazio [ L'inchiesta su Cotral ] – Un mare di soldi pubblici che fuoriescono da un’azienda – Cotral – che continua ad arrancare nel servizio nonostante i proclami dei vertici Cotral Spa che aumentano anno dopo anno, lasciando di fatto incongruenze macroscopiche tra il detto e il fatto.

L’osservatore d’Italia continua ad inoltrarsi negli abissi oceanici di questa gestione del servizio pubblico sempre più costellata da interrogativi rispetto ai quali finora nessuno ha provato a rispondere, neppure la Regione Lazio che di fatto è proprietaria della società di trasporto pubblico su gomma Cotral e dovrebbe vigilare affinché la stessa operi in maniera efficiente e trasparente. [ Dal 1 aprile attendiamo risposte dall'assessore regionale Michele Civita riguardo 9 domande ]

Ma di efficienza e trasparenza al momento si difetta in quanto c’è un aumento esponenziale di corse che saltano per un servizio di trasporto pubblico che dovrebbe invece subire un potenziamento.

Se si pensa addirittura che in coincidenza con i proclami dell’Amministratore Delegato Cotral Vincenzo Surace rispetto alla entrata in vigore di una nuova turnazione degli autisti che consente all'azienda di assicurare un numero maggiore di servizi giornalieri, di fatto il sistema delle corse è entrato in tilt. Un caos talmente grande che ad esempio, a Genazzano, sono saltate addirittura circa 170 corse in un giorno (martedì 16 aprile 2014) rispetto alle 449 programmate. Questo inferno di corse che continuano a saltare stride con gli intenti.

Ne citiamo uno di intento che è molto importante ma prima è doveroso ricordare che ci sono quattro dirigenti apicali Cotral che sono tra i più pagati del Tpl nazionale (si pensi che il premio di risultato raggiunge addirittura il 40 % dello stipendio che arriva a 160 mila euro e il premio di risultato è stato da questi percepito nel 2012 nonostante l’enorme deficit accumulato) e che in questa azienda succede anche che un pensionato di 72 anni, tale Giorgio Da Ros, viene messo come amministratore unico a Cotral Patrimonio e con un contratto triennale nonostante Cotral Patrimonio debba confluire nell’agenzia della mobilità regionale entro pochi mesi. Ma sui dirigenti torneremo a breve, sempre in questa sede.

Il 15 ottobre del 2012 è stato firmato un verbale da Adriano Palozzi, Vincenzo Surace, Giovanni Libanori, Paolo Toppi, Carlo Arcangeli, Silvio Blasucci, Antonio Ricevuto, Monica Boccanera, Elena Eusepi in presenza delle organizzazioni sindacali finalizzato a garantire il carattere PUBBLICO della società oltre al principale particolare che “parte dei recuperi economici conseguiti” avrebbe dovuto essere equamente ridistribuito al personale direttamente interessato ai Piani Operativi. In questo verbale si fa il quadro sui progetti operativi e le priorità quali: esternalizzazione al 10% a fronte di un 30% di internalizzazione della manutenzione, rinnovo del parco aziendale fino a 600 nuovi autobus, ristrutturazione e messa a norma degli impianti.

A fronte di un pezzo di carta firmato dai vertici della Cotral Spa nel 2012 che cosa è stato fatto dopo due anni? A quanto ci risulta anche dalle recenti immagini scattate dove i mezzi sono in manutenzione dai privati, non è stata raggiunta la percentuale di internalizzazione sperata. C’è stata forse una gara pubblica indetta da Cotral e che sia stata vinta da Amati e Pennesi che hanno numerosi mezzi nelle loro officine? La risposta è no. Eppure queste due officine sono piene di mezzi.
Anzi proprio in questi giorni è andata in gara l’esternalizzazione della manutenzione e su 9 lotti, sei sono andati deserti e solo tre sono stati assegnati. Gli altri sei naufragati potranno trovare un porto sicuro negli affidamenti diretti ai privati, una condizione dunque che volge a loro favore. Si tratta di un bando scaduto ad ottobre 2013 suddiviso in 12 lotti per l’affidamento dei servizi di manutenzione meccanica per autobus della flotta Cotral per un’importo da capogiro di € 4.440.400,00 (quasi 5 milioni di euro) che non sono certo bruscolini.

Il costo orario di aggiudicazione è di circa 30 euro l’ora contro i 18,90 euro di circa due anni fa che l’Amministratore Delegato Vincenzo Surace  e la commissione non ritennero “congruo” da potersi applicare e tale da non aggiudicare le gare.

Altri 800 mila euro per un bando scaduto a novembre 2013 per l’affidamento dei servizi di Assistenza all’Uscita per autobus della flotta Cotral, suddiviso in 8 (otto) lotti. Altri 700 mila euro è il totale dell’importo per l’affidamento del servizio di accertamento e controllo dell’idoneità fisica e psico-attitudinale del personale addetto ai servizi di trasporto e non della Cotral S.p.A. scaduto a gennaio 2014. 

Il 30 aprile scade il bando con importo di 1.632.000,00 euro per l’affidamento dei servizi di revisione dei cambi automatici ZF installati sugli autobus della flotta Co.Tra.L. S.p.A. Quindi negli intenti c’è l’internalizzazione ma i fatti ancora sono ben lontani dalle intenzioni.

E se le premesse di cui sopra non fossero sufficienti, andiamo a snocciolare altri importantissimi dati: nel 2011 il consumo in euro per la manutenzione tra ricambi e ore di lavoro è ammontato a circa 15 milioni. Nel 2013, lo stesso servizio è costato a Cotral circa 53 milioni di euro, registrando un aumento pari a tre volte e mezzo.

E non è tutto, detta manutenzione è divisa tra circa 20 ditte delle quali soltanto tre o quattro hanno vinto l’appalto ovvero Ceriv, Palleschi, Officina Pontina.

Addirittura Pennesi, Amati, Arma, Effedi e Amiata Motori non hanno partecipato alla gara ma rispettivamente hanno migliaia di euro di manutenzioni effettuate per Cotral nel 2013:  Pennesi ha manutenzioni per circa 2 milioni di euro, Amati (tra Officina 2000 e Drive Line Service) circa 5 milioni di euro, Arma circa 1 milione e 600 mila euro, Effedi circa 1 milione e 700 mila euro, Amiata Motori circa 1 milione e 200 mila euro. 

Chi ha vinto l’appalto ha manutenzioni per costi decisamente inferiori rispetto a chi non ha neppure partecipato alla gara. Palleschi ad esempio si aggira intorno 95 mila euro mentre Ceriv ai 63 mila euro. 

E le officine interne alla Cotral quanto hanno lavorato rispetto a queste cifre altissime che Cotral paga ai privati? Se si pensa che addirittura un operaio è stato distolto dal lavoro ed è finito nella segreteria del consigliere di amministrazione Cotral Giovanni Libanori.

Inoltre i soccorsi sono espletati molto spesso e volentieri dalle officine private. Dunque, con i furgoni attrezzati, gli operai Cotral vanno spesso a fare visita alle officine dei privati. E un soccorso in linea costa alla Cotral oltre mille euro. E’ da evidenziare che ai manutentori interni alla Cotral è stato bloccato il limite annuale di straordinario.

E se da un lato parlano i dati dall'altro rimane un dato di fatto che la politica abbia deciso il bello e il brutto tempo all’interno dell’azienda di trasporto regionale del Lazio Cotral: Oggi, alla luce di inchieste della Magistratura, intercettazioni ambientali shock, archiviazioni, disservizi, buone uscite d’oro, nessuno degli attori politici ha chiesto le dimissioni dei tre Cda di maggioranza per far decadere tutto il consiglio.

Eppure questa dinamica è avvenuta in tempi recenti quando Domenico De Vincenzi, allora presidente Cotral con il centrosinistra, si dimise e di conseguenza decadde l’allora Cda e ne venne nominato uno nuovo sotto la giunta di Renata Polverini. E oggi, Domenico De Vincenzi è di nuovo presidente oltre che candidato sindaco di Guidonia. Comunque, grazie alle dimissioni dell’allora presidente Domenico De Vincenzi, Renata Polverini insediò un Cda cosiddetto tecnico tra cui era presente anche il segretario generale della Regione Lazio Ronghi, collega di sindacato dell'ex governatore Renata Polverini venuto appositamente dalla Regione Campania e che aveva come capo del suo staff la cosiddetta “Dama Bianca”, Federica Gagliardi, la signora accusata di traffico internazionale di stupefacenti e che solo quattro anni fa accompagnava Silvio Berlusconi al G8 di Toronto e poi a Panama e in Brasile. 

Ma sull'accortezza che avrebbe dovuto avere la politica nel NON entrare nell'ambito gestionale, parleremo molto presto perché quando la politica ci mette lo zampino c'è sempre un effetto distorto rispetto a quello reale. Ad ognuno il suo, almeno così dovrebbe essere.

Alla prossima puntata…

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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