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Redazione Lazio

COTRAL: APRIAMO IL VASO DI PANDORA – SECONDA PARTE. TRA OFFICINE PRIVATE E “BUONEUSCITE” D’ORO NON DOVUTE… L’INCHIESTA CONTINUA

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Tempo di lettura 6 minuti Il reportage video e fotografico de L'osservatore d'Italia presso una officina privata piena zeppa di mezzi Cotral

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di Chiara Rai

L'inchiesta su Cotral – Le manutenzioni, i soldi pubblici e i privati che ruotano attorno all’azienda di trasporto del Lazio Cotral sono ancora al centro della nostra inchiesta “Apriamo il vaso di pandora”, vaso che, a questo punto, è stato ampiamente aperto e adesso continuano a fuoriuscire elementi molto importanti che sostanzialmente attestano una politica che, a nostro giudizio, si distingue per i molti sprechi nonché per una gestione opinabile che pesa sulle spalle degli utenti.

Questa volta siamo andati a visitare l’officina del privato Pennesi che si trova a Roma a due passi dal Grande Raccordo Anulare in via Salvatore Barzilai. Lì sostano numerosi mezzi Cotral, alcuni sono parcheggiati anche in strada e c’è anche un via vai di furgoni della “Cotral” che solitamente trasportano pezzi di ricambio.

Circa tre anni fa, Cotral aveva acquistato cinque furgoni attrezzati per fare internamente il soccorso in linea dei bus adibiti al trasporto pubblico,  attraverso la reperibilità del suo personale  e limitare la chiamata dei fornitori solo al rimorchio e o rimozione del pulmann.

Oggi i soccorsi sono espletati molto spesso e volentieri dalle officine private. Dunque, con i furgoni attrezzati, come risulta chiaramente dalle immagini, gli operai Cotral vanno spesso a fare visita alle officine dei privati.

 Non sarà forse che i pezzi di ricambio vengono forniti dal magazzino centrale Cotral e utilizzati da manodopera esterna?  E’ da evidenziare che ai manutentori interni alla Cotral è stato bloccato il limite annuale di  straordinario.

Quanto spende l’azienda per i soccorsi?  Un soccorso in linea costa alla Cotral oltre mille euro. Belle cifre se, comunque, calcoliamo che le due officine che abbiamo immortalato con all’interno mezzi Cotral, hanno fatturato negli ultimi anni alla società di trasporto numeri che molti di noi definirebbero da capogiro.

Perché non è stata indetta una gara pubblica e quei mezzi Cotral si trovano li dentro? Ancora una volta parliamo di soldi pubblici che vengono spesi in una maniera, ripetiamo, veramente opinabile. Cotral potrebbe espletare tutti questi servizi al suo interno, anche perché di fatti possiede officine che sono vere e proprie eccellenze come quella di Latina ma che, purtroppo, non assorbono tutto il lavoro che potrebbero.

 In poche parole di soldi ne escono molti sia che si tratti di affidamenti diretti sia che si parli di “buone uscite” non dovute ma date ugualmente e a discrezione dell’attuale amministrazione di Vincenzo Surace.

Veniamo al caso in particolare:

Come e a quale scopo vengono impiegati i soldi dei cittadini? Centinaia di migliaia di euro che avrebbero potuto essere risparmiati. In questo caso, sembrano esserci figli e figliastri. Ma vediamo nei particolari.

Compito della Regione Lazio sarebbe quello di prendere celeri provvedimenti. Ma su questo punto torneremo più dettagliatamente rivolgendo delle domande pubbliche e dirette all’assessore regionale competente che è Michele Cvita.

Prima gli risolve il contratto e poi lo manda a casa con 200 mila euro non dovuti. L’attuale Amministratore Delegato Vincenzo Surace si comportò così con l’ormai ex dirigente Pasqualino Sigillino il quale era responsabile manutenzioni Cotral e rispondeva direttamente a Surace stesso.

 Ma veniamo ai 200 mila euro di soldi pubblici impiegati per mandare a casa l’ex dirigente.

Con proposta di deliberazione del 21 maggio 2013 l’amministratore delegato Cotral Vincenzo Surace avvia la risoluzione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato del dirigente aziendale Pasqualino Sigillino a causa della “macromodifica della struttura aziendale”.  In tale proposta di deliberazione si fa esplicito riferimento al fatto che “nel caso di specie, il Dirigente non si trova nella condizione per la quale sarebbe prevista la ulteriore somma rapportata all'età del dirigente, in quanto ha superato il 59 esimo anno di età”.  In soldoni significa che non sarebbe dovuta nessuna “buonauscita”.

 In pratica con la risoluzione del contratto comunicata nei modi e tempi, Sigillino per legge non avrebbe avuto nulla a che pretendere da Cotral e invece… cosa succede?  Succede che nonostante la premessa di cui sopra, Cotral decide ugualmente di corrispondere una somma lorda di € 200.000,00 (duecentomila) all’allora responsabile manutenzioni Pasqualino Siggillino,  con tanto di apposito atto transattivo di conciliazione con finalità, appunto la risoluzione del rapporto di lavoro.

Quest’uscita di 200 mila euro di soldi pubblici, è bene ricordarlo, è nient’altro che il frutto di una risoluzione consensuale e quindi, a dire dell’azienda Cotral, senza rischi che il dirigente impugni il "licenziamento" con conseguenti ed eventuali costi in caso di soccombenza aziendale. Peccato però che è la stessa Cotral ad asserire che “il Dirigente non si trova nella condizione per la quale sarebbe prevista la ulteriore somma rapportata all'età del dirigente, in quanto ha superato il 59 esimo anno di età”.

Ma vediamo ancora più nello specifico questo caso che comunque vede coinvolti sia l’amministratore delegato Vincenzo Surace che l’ex responsabile manutenzioni Pasqualino Siggillino il quale aveva a che fare proprio con i temi affrontati nella prima parte dell’inchiesta.

E in termini più comprensibili era colui che si occupava, tra l’altro, dell’affidamento a terzi dei servizi di manutenzione meccanica (manodopera e ricambi) degli autobus appartenenti alla flotta Cotral Spa.

Tra l’altro il tema della manutenzione Cotral è sotto i riflettori dell’inchiesta de L’osservatore d’Italia. Dunque, perché ad un mese dal compimento dei 66 anni è stato “premiato” incredibilmente e inspiegabilmente il dirigente Pasqualino Siggillino con 200 mila euro? Per quale motivo è successo ad un solo mese dal pensionamento? 

E tutto, inspiegabilmente, senza la benché minima opposizione, neppure da parte dell’assessore regionale Michele Civita. La società Cotral è sottoposta a controllo analogo (ovvero la Regione che è proprietaria di Cotral ha il dovere diritto di controllare le azioni intraprese dall’azienda al fine di porne, eventualmente rimedio). Ma la Regione Lazio, nel caso appena esposto, non è intervenuta.

Addirittura, lo studio legale  interpellato da Cotral, in una comunicazione di aprile 2013, scrive direttamente a Vincenzo Surace comunicandogli, tra l’altro, che in merito alla risoluzione dei rapporti di lavoro con alcuni dirigenti tra cui Siggillino e Di Prete, per quanto riguarda Siggillino “ad eccezione del preavviso, al dirigente ultrassessantacinquenne in caso di licenziamento immovitato, non è dovuta la indennità supplementare così come disciplina l’articolo 19 del CCNL”.

Dunque sostanzialmente la Cotral ha anche la rassicurazione dei propri legali ma… ciononostante procede con la “buona uscita” di 200 mila euro.

La commissione di certificazione dell’Università Roma Tre nel verbale di conciliazione, ripercorre l’escursus della vicenda dove è ben evidenziata la contraddizione nell’azione della società Cotral:  L’11 ottobre 2012 la società comunica a Pasqualino Siggillino la risoluzione del rapporto di lavoro. Il 4 dicembre 2012 Siggillino impugna il licenziamento contestando i motivi alla base dello stesso.  Paradossalmente Cotral che cosa fa? Ribadisce la LEGGITTIMITA’ del licenziamento ritenendo infondate le contestazioni di Siggillino. 

E poi, ecco che Siggillino, ad un certo punto, manifesta l’interesse a risolvere il rapporto di lavoro entro il 30 giugno 2013 a fronte però di una “incentivazione all’esodo”.  Ma se il licenziamento è legittimo perché accordarsi su una “incentivazione all’esodo” non dovuta pari a 200 mila euro di soldi pubblici?

Per l’ex dirigente Di Prete, ad esempio, non è affatto funzionato come per Sigillino ma è andata esattamente al contrario: Di Prete, il quale non era responsabile manutenzioni bensì responsabile della sicurezza, non ha ricevuto alcuna “buona uscita” e quando si è opposto alla risoluzione del rapporto di lavoro addirittura ad averla vinta è stata Cotral in quanto di fatto, come per Siggillino, a Di Prete non spettava alcuna “buonauscita”.

Perché questa diversità di trattamento? E’ lecito tutto questo? E in tutto ciò quale posizione ha preso l’assessore alle Politiche del territorio, Mobilità, Rifiuti Michele Civita? Ha vigilato al fine di limitare l’impiego di 200 mila euro di soldi pubblici?

Intanto, le officine dei privati sono piene di mezzi Cotral, il servizio all’utenza è ai minimi storici i reclami sono aumentati e alcuni dirigenti hanno oltre che stipendi anche “incentivazioni all’esodo” davvero d’oro. E l'inchiesta continua.

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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