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Redazione Lazio

COTRAL APRIAMO IL VASO DI PANDORA – OTTAVA PARTE – VERSO L’EPILOGO

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Giorgio Da Ros l’amministratore unico di Cotral Patrimonio ha personalmente firmato una nota di richiesta ai responsabili dei sistemi informativi di oscurare la ricezione delle email che provengono dal nostro giornale “L’osservatore d’Italia”, specificando che in futuro non dovrà essere più consentito che sulle caselle di posta dei dipendenti aziendali vengano inoltrate comunicazioni che abbiano come fonte la nostra testata giornalistica. Capite bene cari lettori? L’amministratore unico di Cotral Patrimonio chiede di oscurarci ed impedire che i dipendenti abbiano la libertà o meno di leggere di fatti che interessano l’azienda. Pensavamo che ciò succedesse soltanto in Cina. Nessuno quindi deve essere messo in condizioni di sapere quello che si fa all’interno. Il documento aziendale in nostro possesso, a firma di Da Ros, nel quale viene appunto chiesto che vengano considerati “spam” i nostri tabella è indirizzato per conoscenza all’Ad Vincenzo Surace, al presidente Domenico De Vincenzi candidato sindaco a Guidonia, all’ufficio stampa Cotral ed ai sistemi informativi.

 

di Chiara Rai

Cotral – L'inchiesta – Mentre ci avviciniamo a consegnare i nostri tabella inchiesta raccolti in un dossier alla Procura della Repubblica, supportati ovviamente da tutta la documentazione necessaria, sulla gestione a nostro dire fuori controllo di Cotral Spa, attendiamo di visionare il bilancio ufficiale del 2013, che dal Cda Cotral fanno sapere con enfasi che chiude in attivo ma già siamo in possesso di dati che sembrano far emergere alcune contraddizioni.

Del resto non sarebbe il primo caso che un ente a partecipazione pubblica ha di questi problemi. I conti vanno fatti quadrare e a volte le magagne non sono neppure così nascoste. Ma questo è un argomento su cui torneremo nello specifico nelle prossime puntate. Mentre continua il conto alla rovescia per l’assemblea dei soci di Cotral spa a metà giugno in occasione della quale decadrà l’attuale Cda Cotral, nella speranza che le istituzioni si rivolgano a dirigenti giovani, con titoli e curricula meritevoli e non riciclino i soliti noti come avvenuto ad esempio con il pensionato di 72 anni, tale Giorgio Da Ros, messo come amministratore unico a Cotral Patrimonio e con un contratto triennale nonostante Cotral Patrimonio debba confluire nell’agenzia della mobilità regionale entro pochi mesi, torniamo a parlare di dirigenti e fortuite e casuali manovre che li riguardano.

Alla luce di tutto quanto emerso (stipendi d’oro, accordi milionari, manutenzioni esterne a rischio frode, elevato rischio di doppie fatturazioni, depositi Cotral occupati, apparecchiature pagate oltre 10 milioni di euro che non si sà dove sono finite, dirigenti super pagati, liquidazioni non dovute ma date ugualmente, affidamenti diretti senza gara d’appalto) senza smentite ma solo con minacce di querele a nostro carico, ci chiediamo come sia stato possibile che nessuno si sia accorto di questo modus operandi ai limiti dell’illecito di gestire l’azienda e come sia potuto risultare “tollerabile” che taluni signori abbiano potuto agire impunemente, facendo spesso e volentieri i propri interessi a spese e discapito dell’azienda e arrecando così un evidente danno di immagine alla stessa, non solo sotto il profilo della legalità, ma anche un grave danno economico e non ultimo un riverbero impressionate sul servizio ridotto ai minimi storici.

Per spiegare questo, oggi, ci soffermiamo su alcuni nodali accadimenti che a nostro dire si sono rivelati strategici per lasciare terreno fertile a quella maniera di agire di cui si è appena parlato e che è sostanzialmente il contenuto cruciale delle nostre inchieste che ogni volta vi riproponiamo alla fine di ciascuna puntata con la speranza che a qualcuno venga l’idea di voler fare chiarezza in quest’oceano profondo e per certi aspetti torbido.

La precondizione per poter agire indisturbati era la cacciata dei tre dirigenti, gli unici che avrebbero potuto contrastare questa maniera di gestire l’azienda. Non lo diciamo noi soltanto ma lo testimoniano le stesse intercettazioni ambientali dell’attuale Amministratore Delegato Vincenzo Surace quando non sapendo di essere registrato, sostanzialmente si confida con l’allora dirigente d’ingegneria (che stava per essere cacciato anch’egli) Giuseppe Cherubini. In queste confessioni è chiarissimo come funziona il criterio di licenziamento.

A tal fine ne riporteremo soltanto uno stralcio da cui si capisce benissimo l’intento: “Ci hanno detto per un orecchio ‘licenziateli quando potete – dice Surace – perché ci stanno creando troppi problemi’ io ho capito che non dovevo farlo, perché sono loro che volevano mandarli via, ma si ricompattavano, quindi come vedi uno può pensare ‘forte Maccauro, ma forte un par de palle!’ Allora, io ho accettato questa situazione perché nel frattempo era partita quest’altra,per cui vabbè… dopodiché anziché andare via e magari qualcosa poteva essere trattata andranno via malamente, forse, ma non perché questo lo deciderò io, difatti oggi hanno deciso proprio questo”.

Oltre alle intercettazioni ambientali ci sono dei pezzi di carta che chiaramente fanno capire come le indicazioni dei dirigenti remino contro le decisioni e indirizzi del Consiglio di Amministrazione, come nel caso che vede Vincenzo Surace e il consigliere di amministrazione Giovanni Libanori firmare un verbale d’incontro il 22 dicembre 2011 che sostanzialmente avvalora un riconoscimento economico di circa 1 milione e 700 mila euro iva inclusa alla società Cometa srl. Questo riconoscimento economico viene messo in discussione, per quanto di competenza, dalla Divisione Ingegneria DIVING (ovvero dal dirigente poi licenziato Giuseppe Cherubini, l’interlocutore di Vincenzo Surace nelle intercettazioni ambientali per intenderci) essendo, di fatto, il Diving gestore del contratto con Cometa srl. Il responsabile DIVING in questione che di fatto non ha dato il benestare per l’intera cifra alla data del 21 febbraio 2012, fato vuole, è stato licenziato a marzo del 2012 e la Cometa successivamente è stata pagata.

La seconda precondizione che ha fatto proliferare questa maniera di gestire l’azienda di trasporto pubblico del Lazio su gomma è quella di avere come “controllore” un assessorato da cui finora è non è emersa alcuna posizione ufficiale, alcun richiamo ma anzi sembrerebbe quasi ci fosse una tacita accettazione rispetto alle spiegazioni del suo referente aziendale istituzionale, Ha chiesto Michele Civita gli atti a supporto delle tesi che gli sono state argomentate? Appare quindi sconcertante che l’assessore ai Trasporti della Regione Lazio Michele Civita, dopo tutto quanto emerso fin’ora e dopo le sollecitazioni avanzate da questo stesso quotidiano ad assumere una posizione o lasciare quanto meno una dichiarazione in merito, invece, sia rimasto nel più totale silenzio. Ma cosa c’è sotto? Perché l’assessore rimane non risponde alle nostre domande e fa muro con il Cda Cotral che si trincea dietro il fatto che mi hanno querelato (ad oggi di notifiche di querele non vi è neppure l’ombra) e per questo motivo non possono rispondere? A tal proposito riproponiamo l’audio della telefonata alla segreteria dell’assessorato di Michele Civita in Regione – [ CLICCARE QUI PER ASCOLTARE LA TELEFONATA CON LA SEGRETERIA DELL'ASSESSORE REGIONALE AI TRASPORTI MICHE CIVITA ] 

D’altronde Cotral è il grande spettatore rispetto la nostra inchiesta. Resta il fatto che toccherà agli organi competenti intervenire in questa ingarbugliata questione. Noi abbiamo semplicemente aperto il vaso di pandora (così come fatto con altre diverse inchieste giornalistiche) perché dall’interno dell’Azienda sono arrivate segnalazioni e documentazioni che mai nessuno dei vertici avrebbe pensato potessero “uscire” per essere messe a conoscenza della collettività che paga gli interessi della politica a proprie spese e in cambio riceve anche dei gravosi disservizi.

A proposito di non difendersi, è notizia molto recente, parliamo di poco più di dieci giorni fa, che proprio il dirigente Giorgio Da Ros che abbiamo poc’anzi menzionato, e cioè l’amministratore unico di Cotral Patrimonio, abbia personalmente firmato una nota di richiesta ai responsabili dei sistemi informativi di oscurare la ricezione delle email che provengono dal nostro giornale “L’osservatore d’Italia”, specificando che in futuro non dovrà essere più consentito che sulle caselle di posta dei dipendenti aziendali vengano inoltrate comunicazioni che abbiano come fonte la nostra testata giornalistica. Capite bene cari lettori? L’amministratore unico di Cotral Patrimonio chiede di oscurarci ed impedire che i dipendenti abbiano la libertà o meno di leggere di fatti che interessano l’azienda. Pensavamo che ciò succedesse soltanto in Cina. Nessuno quindi deve essere messo in grado di sapere quello che si fa all’interno. Il documento aziendale in nostro possesso, a firma di Da Ros, nel quale viene appunto chiesto che vengano considerati “spam” i nostri tabella è indirizzato per conoscenza all’Ad Vincenzo Surace, al presidente Domenico De Vincenzi candidato sindaco a Guidonia, all’ufficio stampa Cotral ed ai sistemi informativi.

Caso singolare è che non sempre, anzi a discrezione, la nostra testata viene messa in rassegna stampa dell’azienda. Un giorno c’è e due no. Insomma Da Ros mette a conoscenza Vincenzo Surace: come mai i due, che sono agli antipodi politicamente, hanno unità di intenti da loro reciprocamente condivise e questo irrefrenabile bisogno di oscurare le nostre inchieste? Che hanno da nascondere? Che c’è sotto?

Fatte queste doverose premesse cioè il licenziamento dei tre e il, a nostro dire, pressappochismo Istituzionale, il Cda si è attorniato di alcuni dirigenti aziendali che tornando apicali, hanno conseguentemente tenuto atteggiamenti astiosi nei confronti dei tre dirigenti messi alla porta e silenti hanno fatto il loro dovere impartitigli. Chi sono questi? Oltre a Surace e Blasucci (a proposito quest’ultimo rimane senza incarico e superstipendiato con 160 mila euro l’anno più premio di produzione) ce ne sono altri, che agiscono in ombra e che sono come i vestiti a cipolla, funzionali per ogni clima.

Spicca tra questi l’attuale capo del personale Carlo Arcangeli, da sempre capo dell’esercizio e della manutenzione eppur, sembrerebbe senza laurea (pare che sia diplomato in quel di Viterbo 43 anni fa), assunto come bigliettaio in Cotral, ha avuto una carriera folgorante tanto che viene nominato direttore industriale perché, nell’immaginario dei vertici aziendali, essendo solo diplomato non avrebbe potuto ricoprire la carica di direttore di esercizio. Ma in realtà avrebbe potuto farlo perché ne avrebbe avuti i requisiti.

Questa presunta errata convinzione ha permesso che l’azienda Cotral restasse diversi anni senza la figura obbligatoria per legge del direttore di esercizio. E perciò, resta il fatto che ad Arcangeli gli è stata cucita addosso questa nuova qualifica di direttore industriale cioè di fatto a capo della manutenzione e dell’esercizio.

La moglie di Arcangeli, lì in Cotral, ha partecipato e vinto ad un concorso interno per un livello superiore per un posto a via Alimena. Al concorso non avrebbero potuto partecipare concorrenti non residenti a Roma. Fato vuole che grazie probabilmente ai suoi forti affetti invece, vi ha partecipato, l’ha vinto, ma a Roma non vi ha quasi mai messo piede ma risulta essere in sovrannumero all’impianto di Viterbo. Troppo strapazzo provare a fare la vita del pendolare, magari dando proprio il buon esempio e utilizzando i mezzi di tarsporto pubblico Cotral per recarsi a lavoro. Il figlio di Arcangeli, sempre in Cotral, ha vinto un concorso interno per livello superiore: quando ha partecipato, caso ha voluto, sono stati modificati i criteri di partecipazione vigenti da sempre (come l’anzianità di azienda per esempio). Arcangeli, già parente del proprietario della società privata che prende concessioni regionali del trasposto nel viterbese, in concorrenza con Cotral, ha ricoperto in Cotral un ruolo eticamente incompatibile e comunque ai limiti della liceità. Tra l’altro in qualità di capo della manutenzione (capo anche dell’ingegnere licenziato) risulta essere colui che ha stabilito il fabbisogno organico necessario e perciò il numero di operai da assumere.

Ma Vincenzo Surace che parlava di quantità enorme di operai, non sembra averlo neppure sfiorato. Il dirigente Arcangeli, quando viene sostituito da Domenico De Vincenzi e dall’allora Ad Cervi, inserendo una nuova ingegnera con tutti i requisiti (da lui mai posseduti) e fuori dai giochi, improvvisamente si ammala per un problema agli occhi e conseguentemente può recarsi al lavoro solo per qualche ora al giorno. La dirigente appena nominata viene ricostituita solo dopo un anno da Vincenzo Surace che poi la licenzia e ripristina Arcangeli. Da quel momento Arcangeli sembra guarire dal problema agli occhi che lo attanagliava e, riacquistata la vista ottimale, risulta presente in azienda dalla mattina alla sera perché, tra l’altro Vincenzo Surace lo nomina anche capo del proprio piano industriale.

Piano industriale aleatorio, delle cui linee guida, Surace e Arcangeli ripetono all’unisono che ci sono circa 300 autisti di troppo, dichiarazioni che si ribaltano non appena s’insedia l’assessore regionale ai Trasporti Michele Civita.

E allora, sempre fato vuole, che gli autisti diventino in realtà effettivamente “pochi”. Poi, per fare spazio a chi non ne ha abbastanza, Arcangeli viene nominato capo del personale e il dirigente Turriziani, amico di Surace con laurea breve in economia, viene nominato direttore di esercizio mentre in precedenza dirigeva una piccola azienda.

Il dirigente Turriziani cui si è fatto il dovuto “spazio” è tra i più pagati in Cotral (170 mila euro più 20 per cento di bonus annuo circa) e stranamente non risulta pubblicata la graduatoria dalla quale è stato scelto.

Egli è protagonista di un piccolo aneddoto che certamente non fa emergere la sua simpatia nei confronti degli autisti: qualche giorno fa una donna autista è stata aggredita e anziché chiedere più tutela e portare lei la solidarietà, uno dei vice di Turriziani, responsabile della direttrice Roma – Latina di nome Petrolini, e già tra l’altro braccio destro di Arcangeli quando era all’esercizio, scrive una mail nella quale esprime il timore che questa autista, ripetiamo aggredita, possa approfittarne per chiedere il trasferimento e avvicinarsi a casa. Eticamente deplorevole? Pensiamo di sì.

Se Petrolini che dirige la direttrice Roma – Latina è così eticamente opinabile, certo non si respira aria migliore dalle parti della direttrice Roma – Rieti dove il suo corrispettivo signor Petrucci è famoso per avere un proprio figlio a capo locale nel suo stesso impianto ed è famoso anche per essere legato nella gestione del servizio al suo sindacato.

Torniamo ai dirigenti. L’altro è l’ex Ad Ricevuto, ora nonostante sia indagato come i tre licenziati è stato promosso (senza laurea e diplomato forse alle serali ) a capo delle manutenzioni e degli ingegneri.

Sempre tra i dirigenti apicali c’è Fernando Tanzi, il dirigente di amministrazione e finanze. Super pagato e, secondo quanto riferito da persone a lui vicine, autoproclamatosi super professionista. I suoi bilanci sembrano essere come i famosi abiti a cipolla di cui parlavamo.

L’assurdo, e sono dati che consegneremo alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, è che Tanzi è assistito da una società di controllo e gestione alla quale, in affidamento diretto e quindi senza gara ovviamente, vengono erogati circa 700 mila euro l’anno.

Perché tale dispendio di soldi? Neanche il bilancio degli Usa ha consulenti così costosi. Per completezza di informazione, questo dirigente è quello che ha fatto parte della commissione definita “illegale” dai tre licenziati presieduta da Blasucci per accusare i tre dirigenti: lui ha firmato con gli altri quel verbale di accusa dove si dice che la commissione d’esame stabiliva il numero degli assumendi. Falso ovviamente. Perché Tanzi sa bene che solo l’Ad con deliìbera del Cda avrebbe potuto impartire al suo servizio un aumento di spesa per le assunzioni.

Ma ci sono ancora anomalie nel suo servizio. Sotto di lui c’è il dirigente Di Vittorio, responsabile del controllo di gestione ovvero: il controllore dipende dal controllato. Assurdo! Ma anche a calare, non è che andiamo meglio: due nomi su tutti i quali in tema di guardaroba a cipolla ne avrebbero a iosa e sono Riccardo Rocchi e Alessandro Di Cori. Chi sono costoro? Il primo Cgil e Pd da sempre, rimane folgorato sulla strada di “Nanni”. Con l’avvento di Giovanni Libanori questo abbandona tutto e tutti. I due al seguito di Luciano Ciocchetti (quest'ultimo oggi fuori dai giochi anche in Europa dopo il salto repentino in Forza Italia che non solo lo ha imbarcato in estremis ma lo ha anche candidato alle europee), fondano il circolo locale dell’Udc di cui Rocchi diventa il segretario.

Rocchi riceve con il benestare di Giovanni Libanori, il ruolo di capo della disciplina da Vincenzo Surace mostrando tutto il proprio sentimento nei confronti degli autisti, che vanno comunque “disciplinati” per dimostrare sostanzialmente chi è che detta le regole in casa.

Ovviamente non riuscendo a diventare dirigente e rimanendo dunque presumibilmente deluso “assai” da qualche promessa troppo grande per essere esaudita, dopo essere stato utilizzato come i vestiti a cipolla buoni per ogni occasione, e ormai finita la folgorazione di Nanni e non esistendo più l’Udc, Rocchi cosa fa? Caso vuole, tornato il centrosinistra alla Regione Lazio, si iscrive di nuovo al Partito Democratico e torna alla vecchia fiamma.

L’altro, Di Cori, è il segretario del circolo Pd, nonché segretario della commissione d’esame degli operai. Una volta licenziati i tre, egli si ammala improvvisamente per tre mesi. Poi, una volta rientrato, si mette tranquillamente al servizio del Cda.

Si pensi che è da sempre un uomo diciamo fortunatissimo. Con uno scambio di azienda, da Metro approda a Cotral: egli agente di stazione alla metropolitana viene trasformato, con un tocco di bacchetta magica, in amministrativo al livello più alto per poter essere scambiato con pari livello di Cotral e andare a fare l’amministrativo a via Alimena, abbandonando turni pesanti ed amici che si guadagnano il pane senza, chiamiamoli così, colpi di fortuna. Pur non operando politicamente (nella documentazione non abbiamo alcuna presa di posizione del circolo contro l’azienda gestita così) egli rimane comunque segretario del circolo: forse per attenuare le voci di protesta degli autisti sulla loro condizione di vita e sul disservizio?

Addirittura la commissione di garanzia del Pd di Roma annulla per brogli il congresso di quel circolo. Lui fa finta di niente e, fortunatissimo, rimane sempre lì.

Oggi risulta distaccato presso una consigliera regionale non dei trasporti e si pensi, nota di redazione, è stato uno tra i pochissimi a fare richiesta di non ricevere più notizie dal nostro giornale: non vuole saperne delle nostre inchieste altrimenti dovrebbe prendere posizione ma evidentemente non può e non vuole e noi si rispetta il suo desiderio.

Di questi esempi ce ne sarebbero tanti. Sono molti gli uomini con abiti a cipolla e fortunatissimi e diciamo che via Alimena a tal proposito ne è punto nevralgico.

Cotral è un corpo sano invece che vive la propria vita negli impianti dove non ci sono amministrativi ma dove ci sono tutti coloro che lavorano all’esercizio e alle manutenzioni e che sono lontani da questo singolare e dispendioso meccanismo. Dove c’è una grande famiglia e si parla soprattutto di lavoro e non di carriera e dove ogni mattina ci si alza e si lavora sodo per portare “risultati” concreti.

Che esista ancora l’isola che non c’è?

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Cronaca

Roma, via Mezzoiuso nel degrado: Cittadini in piazza per la legalità

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Il 28 settembre 2024 a partire dalle ore 18,00

Il 28 settembre 2024 a partire dalle ore 18,00 i cittadini di Via Mezzoiuso manifesteranno per un ritorno alla legalità nel loro quartiere. È una questione che abbiamo seguito durante questa estate mostrando senza filtri il grave stato di illegalità e di insicurezza che questi cittadine e queste cittadine stanno vivendo.

Spazi comunali, a quanto ci dicono gli organizzatori della manifestazione, occupati abusivamente; baracche senza alcun servizio igienico trasformate in abitazioni di fortuna; accumulo seriale di immondizia e materiali pericolosi che hanno generato incendi gravissimi nel territorio.

Una vera e propria “sacca di illegalità” contro la quale i cittadini, riuniti in comitato spontaneo, stanno combattendo non volendo cedere nemmeno di un millimetro dalla loro posizione.

Accompagnammo, alla fine di luglio, l’amministratore di condominio, Monia Lustri, alla riunione della Commissione Sicurezza del VI Municipio richiesta proprio dai cittadini di via Mezzojuso per capire le ragioni di queste “immobilismo” da parte delle Istituzioni.


Anche stavolta abbiamo incontrato l’amministratore Monia Lustri alla quale abbiamo rivolto alcune domande:
Monia ci rincontriamo di nuovo e già ti dico che il 28 settembre come Osservatore d’Italia saremo presenti alla manifestazione proprio per documentare la vostra richiesta di legalità.


Ti faccio la prima domanda: avete deciso di organizzare questa manifestazione, come mi dicevi nelle tante telefonate di questi giorni, che la misura è colma.
Ma le promesse, le aspettative da parte delle Istituzioni, scusami, sono venute meno?

Buongiorno in realtà io non sono di Borghesiana ma rappresento alcune persone, miei condomini, che sono esasperati da una situazione ormai invivibile che non vede luce di essere fermata.
Non si riesce a capire chi abbia la competenza su cosa e perché non venga esercitata.
Come Amministratore del condominio interessato maggiormente dal problema, debbo rilevare l’annosa problematica che tale situazione ci porta, sia per la mole notevole di topi, entrati addirittura dentro gli appartamenti di alcuni condomini al piano terra, devastando tutto ciò che hanno trovato in giardino, sia trovandoli dentro le parti comuni del condominio e al piano 4 ultimo di 5 piani, accessibile con le parti comuni.
Per il pericolo che tale situazione comporta alla sicurezza dei condomini e del fabbricato poiché c’è una rampa privata in cui abbiamo scoperto esserci buttati a terra e accatastati: una ventina di estintori, dei motori di condizionatori, degli split, delle biciclette, dei monopattini, stendino e tanto altro creando il solito mucchio che se va a fuoco mette in serio pericolo tutto il fabbricato con i condomini o terzi, se non pure il vicinato.
Già dal mio esposto del 4/4/24 protocollato a tutti i soggetti interessati del Municipio VI Roma delle Torri e alla Polizia Locale del VI municipio di Roma delle Torri, tutto ciò che è seguito è il numero dei due protocolli: ad oggi ho capito che posso serenamente incorniciarli.

l’incendio avvenuto il 12 luglio 2024 in via Mezzoiuso

Non è servito a prevenire quanto è avvenuto in data 12 luglio 2024 in quanto un bruttissimo incendio in una proprietà, in buona parte privata, e il retro accessibile dal privato e non recintato, del Demanio, che ha bruciato una quantità spaventosa di materiali, baracchette, bombole del gas, scaldabagni o caldaie, e tanti altri che hanno portato un rischio per le stesse persone che ci vivono a tutt’oggi, a un dispendio notevole a tutt’oggi si sa che è stato a carico della collettività per lo spegnimento e la bonifica del luogo.
Non è ancora dato sapere se questi costi sono stati imputati ai proprietari che mettono a vivere in queste baracche prive di fogne e priva di acqua potabile delle persone di colore.
Senza alcun controllo dell’utilizzo che ne viene fatto.
Non risultano interventi di identificazione nonostante il giorno dell’incendio in un video si nota uno degli ospiti in asciugamano arancione accanto al camion dei vigili del fuoco intenti a cercare di spegnere le notevoli fiamme. Operazione durata tantissime ore. Che ha impiegato almeno una ventina di pattuglie della polizia di Stato per chiudere e monitorare per ore tutte le vie di accesso per interdirle. Non risulta alcuna operazione per fermare questo fenomeno.
Nonostante non solo i molti mesi passati dall’esposto ma almeno un anno o due dalle varie segnalazioni bonarie inviate per whatsapp al presidente anche per altre questioni anomale che riguardavano il contesto collegato relativamente all’acqua del condominio, argomento, questo, di notevole importanza di cui si potrà parlare successivamente.
Tale situazione porta accumuli di spazzatura mostruosi abbandonati a terra e attaccati ai nostri secchioni condominiali. Cosa che fa rizzare i capelli agli operatori della stessa Ama che puntualmente se la prendono con i miei condomini che invece, nella maggior parte, la differenziata la fanno bene
Insomma una situazione pesante che viene vissuta malissimo da tutto il vicinato che sinceramente non ne può proprio più.
Esserci rivolti al municipio non ha portato assolutamente ad alcun concreto interesse da parte loro a risolvere il problema.

IL VIDEO ESCLUSIVO DELL’INCENDIO IN VIA MEZZOIUSO DEL 12 LUGLIO 2024

La commissione che è stata convocata su mia richiesta al consigliere Licopodio era generica e non identificava il luogo come privato con persone messe li dai privati, ma veniva identificato come uno dei tanti accampamenti abusivi nati spontaneamente.
Non veniva citato minimamente che si trattasse di un terreno privato che non ha alcuna limitazione ad estendersi sulla parte pubblica del retro baracche.
La recinzione anche con muro e ringhiera da anni per strada e mai sistemata sta solo sul davanti che recinta la proprietà privata.
Nella convocazione si sono scordati di convocarmi nonostante la richiesta partiva da me. Mi diceva Licopodio quando mi ha invitata tramite Messenger di fb che non avevano i miei dati: poteva chiederli visto che ci eravamo sentiti svariate volte.
In effettivamente siamo molto sfiduciati e vediamo molto lontano un serio intervento delle istituzioni.

Quello che vi preoccupa, oltre alla situazione che state vivendo come cittadini, è la situazione ai limiti della decenza, delle persone che vivono nelle baracche e che sono, a vostro dire, vittime di un “vortice di situazioni” che li porta a vivere nella illegalità.
Ci preoccupa che sembra che alcuni cittadini abbiano carta bianca per far ciò che vogliono ed altri devono rispettare le leggi altrimenti su questi si agisce.
Quindi non riesco a spiegarmi perché non viene applicato lo stesso metodo su tutti.
E ci sono molti altri casi che possono far ciò che vogliono o lo fanno perché puntualmente i controlli li non vanno nemmeno a seguito di precise segnalazioni e questo onestamente è un tema che vorremmo estendere e che ci venga chiarito. Non riguarda solo questo caso.
Beh non saprei se le persone messe lì sono vittime.
Sarei invece interessata a sapere di cosa campano, perché ciò che vediamo accadere quotidianamente apre a molti dubbi ma non siamo noi cittadini a doverli approfondire.
Ci sono situazioni strane che accadono tipo le molte consegne a delle macchine che si fermano lungo la strada, consegne di cosa non è dato sapere.
Si sa solo che da moltissimo tempo, qualche anno, accade ciclicamente ma in orari sempre diversi e giorni diversi.
L’unica persona che risulta fermata a fine luglio di notte era il figlio di una condomina che rientrava dal lavoro. Persona che fa parte del gruppo non piccolo che lamenta e soffre di questa situazione che svaluta notevolmente anche i loro stessi appartamenti oltre la qualità di vita.

una delle “consegne” che avvengono per strada in via Mezzoiuso

Allora l’appuntamento è sabato 28 settembre 2024 a partire dalle ore 18,00.
Cosa vi aspettate che succeda?

Il 28 settembre 2024 è previsto un Sit In in cui parteciperanno tutte le persone gravemente colpite da questa incessante situazione vivono ormai nel terrore che possa esplodere qualcosa.
E sinceramente anche io. Parliamo della situazione collegata sotto il palazzo.
Cosa ci aspettiamo? Che chi di competenza non perda più tempo ed intervenga poiché presumo abbiano in tal senso un obbligo giuridico.

È una donna combattiva Monia Lustri ed unisce alla sua la forza che gli viene dalle decine di donne, di mamme che vivono in via Mezzoiuso e chiedono, ormai da troppo tempo, di vivere in un luogo dove regni la legalità ed il rispetto perché ci dice alla fine: … che messaggio stiamo dando alle nuove generazioni?

Seguiremo, come sempre, l’evolversi di questa battaglia di legalità e, come sempre, se volete evidenziare criticità nelle vostre zone basta scrivere alla nostra redazione.
Vorrei aggiungere, ci dice in ultima battuta Monia Lustri, che basta vedere la situazione ai due leoni a San Biagio Platani, situazione molto diversa, per capire che se gli interventi non sono sufficienti le situazioni gravi continuano a sovrastare gli spazi pubblici e privati e si estendono come sta accade di lì.
A fine agosto dovevo incontrarmi con il titolare di una ditta e mi ero scordata che il bar riapriva il 2 settembre ebbi la pessima idea di andarci a piedi. Verso le 14 … arrivato il titolare della ditta mi ha detto che era stato addirittura fermato da dei tizi per sapere dove andasse.
Siamo proprio oltre la soglia.

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Castelli Romani

Velletri si prepara alla 93esima Festa dell’Uva e dei Vini: un weekend di tradizione e cultura

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Il 21 e 22 settembre 2024, il centro storico si trasformerà in un palcoscenico di sapori, musica e folklore

Velletri si appresta a celebrare la sua storica Festa dell’Uva e dei Vini, giunta alla 93esima edizione. L’evento, organizzato dalla Fondazione De Cultura e patrocinato dal Comune di Velletri, dalla Regione Lazio e dal Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste, si terrà il 21 e 22 settembre 2024.

Il centro storico della città, da Piazza Garibaldi a Piazza Caduti sul Lavoro, sarà il cuore pulsante della manifestazione. Stand enogastronomici, degustazioni, attività culturali e spettacoli animeranno le vie e le piazze, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva nelle tradizioni locali.

Tra gli eventi in programma, spiccano i Tour nelle Cantine Vinicole e il Salotto del Vino nelle principali piazze. L’inaugurazione ufficiale, sabato alle 16, vedrà la partecipazione della Banda Città di Velletri Umberto Cavola e il corteo delle associazioni folkloristiche.

Non mancheranno momenti di intrattenimento per tutte le età: dalla Corsa delle Botti alla pigiatura tradizionale, dai concerti agli spettacoli degli Sbandieratori. Per i più piccoli, sono previste attività dedicate nel Camelieto.

La domenica si aprirà con il raduno dei Bersaglieri e proseguirà con una serie di eventi, tra cui la cerimonia di riempimento delle Botti e spettacoli musicali. La serata si concluderà con il gran concerto finale di Greg e the Frigidaires in Piazza Caduti sul Lavoro.

L’edizione 2024 si propone di valorizzare ogni angolo del centro storico, coinvolgendo attività commerciali e monumenti. L’obiettivo è offrire ai cittadini e ai turisti un’esperienza unica, che coniughi tradizione, cultura e divertimento.

La manifestazione è resa possibile grazie al supporto di numerosi sponsor locali e all’impegno degli organizzatori. L’appuntamento è per tutti a Velletri, il 21 e 22 settembre, per due giorni di festa all’insegna della tradizione enogastronomica e culturale del territorio.

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Roma

Aggressione shock a Roma: coppia rincorsa da un uomo con un’ascia sulla via Cassia

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I Carabinieri arrestano un 43enne per tentato omicidio, cittadini sconvolti dall’accaduto

Una tranquilla serata sulla via Cassia si è trasformata in un incubo per una coppia di fidanzati, vittime di una violenta aggressione. Alle ore 19:30 circa, all’altezza del civico 700, i due giovani sono stati attaccati da un uomo in evidente stato di alterazione, presumibilmente dovuta all’assunzione di alcol. Il 43enne, di origine srilankese, li avrebbe prima insultati senza motivo apparente, poi avrebbe afferrato una bottiglia di vetro rotta e, successivamente, un’ascia, minacciandoli con l’urlo agghiacciante: “Ti ammazzo!”

Alcuni testimoni, terrorizzati, hanno immediatamente allertato i Carabinieri, mentre altri si sono precipitati alla Stazione di Roma Tomba di Nerone, a pochi passi dal luogo dell’aggressione. L’intervento rapido delle forze dell’ordine ha evitato il peggio: i militari sono riusciti a disarmare l’uomo e a metterlo in sicurezza. La coppia, fortunatamente, è riuscita a sfuggire all’aggressore senza gravi ferite, ma sotto choc ha raccontato la vicenda.

“È stato terribile, non riuscivamo a credere a quello che stavamo vedendo,” ha dichiarato uno dei residenti che ha assistito alla scena. “Sentire quelle urla e vedere un uomo rincorrere due ragazzi con un’ascia in mano è stato qualcosa che non dimenticherò mai.”

Un altro testimone, ancora visibilmente scosso, ha aggiunto: “Questa è una zona tranquilla, passeggiamo spesso qui, ma ora siamo tutti spaventati. È impensabile che qualcosa del genere possa accadere sotto i nostri occhi.”

Il 43enne è stato arrestato e condotto presso la caserma dei Carabinieri, dove, in collaborazione con la Procura della Repubblica di Roma, è stato formalmente accusato di tentato omicidio. Attualmente si trova detenuto presso il carcere di Regina Coeli, mentre il Tribunale di Roma ha convalidato l’arresto e imposto per lui la misura cautelare dell’obbligo di presentazione quotidiana in caserma.

La comunità locale è sotto shock, chiedendo maggiore sicurezza e più controlli nella zona. “Non ci sentiamo più sicuri,” ha commentato una residente. “Dopo questo episodio, ci chiediamo se sia davvero possibile vivere in pace nelle nostre strade.”

L’aggressione ha riacceso il dibattito sulla sicurezza pubblica a Roma, con molte persone che sollecitano un rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine, soprattutto nelle aree residenziali periferiche come quella della Cassia.

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