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Economia e Finanza

COTRAL APRIAMO IL VASO DI PANDORA – NONA PARTE – BILANCIO 2013: FORTI CRITICITA’ E RISCHIO DI APPROPRIAZIONE INDEBITA

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di Chiara Rai

Cotral / L'inchiesta
Cotral potrebbe incorrere nel reato penale di appropriazione indebita che sarà immediatamente perseguibile se entro il 31 luglio 2014 la società di trasporto non verserà all'erario 8 milioni di euro per ritenute irpef non pagate nel 2013 oltre ad interessi. Una eventuale  verifica fiscale, oggi, impedirebbe anche il ricorso al "ravvedimento operoso" per la riduzione delle sanzioni amministrative.

Ciononostante il bilancio di esercizio Cotral 2013 chiude con un utile di 2.610.456 euro. Un positivo ottenuto grazie alle valutazioni degli amministratori in ordine al valore di presumibili entrate commerciali, finanziarie e di altra natura vantati da Cotral nei confronti della Regione Lazio e della società incaricata delle vendite dei titoli di viaggio integrati Metrebus, nonché nei confronti della consociata Cotral Patrimonio. In pratica si chiude in positivo grazie all'iscrizione di circa 30 milioni di euro di soldi che Cotral deve ancora avere. Domani  venerdì 27 giugno sarà con tutta probabilità nominato il nuovo Consiglio d'Amministrazione Cotral. Il Cda uscente, con presidente Domenico de Vincenzi e Amministratore Delegato Vincenzo Surace, traghetta l'azienda regionale di trasporto su gomma del Lazio priva di un Piano Industriale, dopo la bocciatura del 17 aprile 2013 da parte dell'assemblea dei soci che prevedeva tra l'altro l'acquisto di 200 autobus da parte di Cotral spa e di 400 da parte di Cotral Patrimonio spa.

Non avere un Piano Industriale significa nessuna strategia e che i soldi vengono spesi secondo "necessità" o all’occorrenza. Ma c'è di più, perché la Regione, e più in particolare l'assessorato di competenza, attualmente retto da Michele Civita, non controlla, o meglio non effettua il dovuto "controllo analogo" .

A dirlo è la relazione del collegio dei sindaci a chiusura del bilancio di esercizio 2013 che in merito al controllo analogo sui provvedimenti dell'Ad, appunto sostiene che "irragionevolmente" non viene esercitato dal 16 marzo del 2012.

L'Ad ha poteri di spesa sino a 700 mila euro, ma ad eccezione di una mancata autorizzazione per l'acquisto di un veicolo di servizio, tutte le spese sono state "tacitamente" autorizzate dal controllo analogo (Regione) in palese contrasto con la previsione di controllo esplicito del regolamento legato al contratto di servizio. Cotral Patrimonio, che doveva sostituire gli autobus fatiscenti e obsoleti, non lo ha fatto e non è neppure in condizione di rimborsare i presunti debiti milionari verso Cotral. La società di trasporto su gomma non ha provveduto ancora ad indire la gara per l'esternalizzazione del 10 per cento del servizio di trasporto previsto, nonostante il richiamo della Regione dello scorso 10 febbraio. Riguardo la manutenzione esterna poi si brancola ancora per affidamenti diretti: i mezzi vengono affidati ai privati senza gara d'appalto e questo sistema di affidamento non controllato e non del tutto informatizzato nel sistema informatico aziendale "Sap", crea il rischio di doppie fatturazioni: E' stato rilevato sulla manutenzione esterna che come su 22.531 fatture registrate ben 9.381 fatture presentavano importi ricorrenti, parliamo di quasi il 50 percento di fatture con stessi importi. C’è dunque anche discrezionalità nell’affidamento all’esterno dei servizi di manutenzione. Un modus operandi, quest’ultimo, più volte denunciato dal collegio dei sindaci. La manutenzione è divisa tra circa 20 ditte delle quali soltanto tre o quattro hanno vinto, di recente, l’appalto per la esternalizzazione, tra cui Ceriv, Palleschi, Officina Pontina. Poi ci sono le altre: Pennesi, Amati, Arma, Effedi e Amiata Motori che non hanno partecipato a gara pubblica ma rispettivamente hanno migliaia e migliaia di euro di manutenzioni effettuate per Cotral nel 2013: Pennesi ha manutenzioni per circa 2 milioni di euro, Amati (tra Officina 2000 e Drive Line Service) circa 5 milioni di euro, Arma circa 1 milione e 600 mila euro, Effedi circa 1 milione e 700 mila euro, Amiata Motori circa 1 milione e 200 mila euro. Altra tegola arriva dalla società di revisione Mazars, sempre in merito al bilancio: "Non siamo in grado di esprimere un giudizio sul bilancio di esercizio della Cotral al 31 dicembre 2013". Ciò a causa dell'impossibilità della società di revisione di poter accertare la correttezza dei saldi contabili e dell'eventuale esistenza di passività potenziali.

La documentazione contabile è stata più volte richiesta a Cotral ma non è mai pervenuta a Mazars. Il 28 giugno 2013 Cotral e' stato ricapitalizzato dalla Regione, ovviamente a spese degli utenti, con 26 milioni di euro, per coprire la voragine di bilancio. E se sommati con quelli avuti per il risanamento del proprio deficit, Cotral ha ottenuto almeno 56 milioni di euro. La società di trasporto pubblico si regge , economicamente, con un contratto di servizio stilato tra assessorato regionale e Cda: "Voi Cotral fornite 100 milioni di km annui e noi vi paghiamo con circa 130 milioni annui". Risultato? I chilometri contrattualizzati sono calati del 30 percento, il servizio è peggiorato tanto che anche la Corte dei Conti ha chiesto spiegazioni, la cifra erogata dalla Regione e' rimasta invariata.

Una azienda che da tre anni non ha un piano industriale, che non fa gare, e che quando le fa, come nella manutenzione, vanno per la stragrande maggioranza di volte deserte, che non effettua il servizio anche per ridurre il costo del gasolio.

Per non parlare del personale: L'Ad Vincenzo Surace prima dichiara l’esubero degli autisti poi correggendosi la carenza. Ebbene sì, si esulta di avere abbassato il costo del personale infatti, non sembra che abbiano assunto gli autisti indispensabili, si e' lavorato con 300 unità in meno, con conseguenti danni al servizio e quindi agli utenti. E dunque? Anche gli operai hanno lavorato sempre meno a differenza dei privati esterni ai quali sono state affidate moltissime manutenzioni addirittura senza gara d'appalto. Si pensi solo, ad esempio, al costo dei dirigenti, non solo Blasucci stipendiato senza mansioni ben precise o a Sigillino, accompagnato con 200 mila euro alla pensione pochi giorni prima che compisse i 66 anni. Ci sono quelli apicali che hanno un premio di risultato, sempre riscosso nonostante tutto, che e' anche del 45% dello stipendio, cioè circa 50 mila euro netti in più l'anno.

Non ci sono confronti in Europa. Per la Regione Lazio si apre una occasione storica: ripristinare l'efficienza nel rispetto delle leggi; il rispetto degli utenti e dei soldi dei cittadini; il rispetto dei lavoratori onesti, stragrande maggioranza, che non si sono piegati, umiliati dagli arbitri e dal non lavoro, da promozioni arbitrarie, da atti di forza per coprire i propri misfatti, dai tanti personaggi con guardaroba ricchi e adatti per ogni occasione, non solo tra i dirigenti di cui vi abbiamo parlato nelle scorse puntate.

Auspichiamo che il governatore del Lazio Nicola Zingaretti colga questo bisogno e che reintegri anche i tre dirigenti licenziati su due piedi perché andava fatto, perché così volevano, come si evince dalle intercettazioni ambientali tra Surace e Cherubini. Auspichiamo che il nuovo Cda, quindi compreso il nuovo AD, non scaturisca dalle pressioni delle correnti del PD o dalle pressioni dei gruppi di potere di sempre, figli di altre epoche, che magari già hanno esercitato in ATAC o FS , legati a stagioni sotto il vaglio della magistratura.

Aria nuova: Professionisti con i titoli, giovani nuovi, anche donne che finora hanno scarseggiato, che avviino una nuova stagione. Un appello a Nicola Zingaretti: Cercare di abbattere questo obsoleto sistema, il pericolo è venirne assorbiti e perdere la fiducia degli elettori.

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