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Latina

CORI, LA CITTA' D'ARTE RENDE OMAGGIO AL SUO PLURIDECORATO E PRESTIGIOSO VINO

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Tempo di lettura 3 minuti“Da questo luogo si godono belli e deliziosi punti di vista, che offre la ridente situazione, onde si scoprono non solamente gli oliveti e le vigne del suo territorio, ma anche quelli di.. Cori, ..”.

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Redazione

Cori (LT) – "Cori dì Nero Buono. Identità divino corese". Dopo l’olio il vino. Il 16 e 17 marzo 2013, la "Città d’Arte" si prepara a rendere omaggio ad un altro suo prodotto tipico di qualità. Non un vino qualunque. Ma il prestigioso e pluridecorato vino rosso ottenuto dal Nero Buono di Cori, antichissimo vitigno autoctono coltivato sulle splendide colline coresi, recuperato e rilanciato dalle aziende vitivinicole del territorio.

Proprio i tre produttori locali di Nero Buono, la Cooperativa vitivinicola "Cincinnato", l’Azienda agricola biologica "Marco Carpineti" e la Tenuta agricola "Pietra Pinta", sotto la regia dell’Amministrazione Comunale – Assessorato all’Agricoltura – e la collaborazione dell’ONAV – Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino – Sezione di Latina e de La strada del Vino della Provincia di Latina, hanno unito le forze e le idee per organizzare il primo evento su quello che gli esperti definiscono un grande vitigno, dalle documentate e peculiari caratteristiche qualitative, certificate dai marchi DOC e IGT.

“In tempi di crisi dello sviluppo industriale, in cui la globalizzazione ha causato la chiusura di stabilimenti industriali e notevoli perdite di posti di lavoro nel nostro territorio, la capacità dei nostri imprenditori agricoli di recuperare un vitigno autoctono come il Nero Buono e di orientarsi verso le produzioni di qualità è la risposta positiva alla crisi – ha commentato il Sindaco Tommaso Conti – attraverso le produzioni di qualità le capacità di produrre reddito della nostra agricoltura sono aumentate e sta tornando la passione dei giovani di rivolgersi verso l'agricoltura, attività sana e capace di restituire dignità alle nostre popolazioni.”

Cenni storici sulla vitivinicoltura corese a cura di G.C.

La presenza della viticoltura nel territorio di Cori risale all’epoca preromana: Cori (Cora per i Romani), una delle principali città dei Volsci fondata intorno al 1400 a.C., è citata e lodata dai principali autori latini. Gli statuti di Cori furono emanati nel 1327 e riveduti nel 1547 e nel 1732: erano divisi in 5 libri e regolamentavano l’ordinamento della Comunità Corese su cui era basata la vita sociale, economica, religiosa, agricola e pastorale. Diversi Capitoli degli Statuti trattano della vite e del vino a testimonianza dell’importanza che anche allora rivestiva la vitivinicoltura.

Il Catastum bonorum di Cori (1668-1696) contiene aspetti relativi al grado economico-patrimoniale dei residenti, alla distribuzione della proprietà e ai modi di conduzione dei fondi agricoli, dei boschi e dei pascoli. La coltivazione della vite continuò ed ebbe maggiore espansione sotto lo Sato della Chiesa.

A tale proposito il Marocco, in Monumenti dello Stato pontificio e relazione topografica di ogni paese (1835), scrive per Cori “le sue vigne sono con bell'industria agraria coltivate, esquisiti sono i suoi vini”, come il Bauco nella Storia della città di Velletri (1851) parlando di Cori afferma “la massa del popolo si impegna nella coltivazione della campagna e delle vigne”.

Il Moroni, nel Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica (1860), descrivendo una veduta scrive “Da questo luogo si godono belli e deliziosi punti di vista, che offre la ridente situazione, onde si scoprono non solamente gli oliveti e le vigne del suo territorio, ma anche quelli di.. Cori, ..”.


Negli Atti della Giunta per la Inchiesta Agraria e sulle condizioni della classe agricola (1883) si riporta che le esportazioni del circondario di Velletri inerenti il vino, contemplavano quello fornito da Terracina, da Velletri, da Cori. Riporta anche che nei comuni di Cori, Norma e Sermoneta può stabilirsi che i prodotti dei terreni aperti camparili, e di quelli vestiti a vigna, nonchè degli oliveti, si dividono col proprietario al quarto restando i 3/4 al colono che sopporta qualunque spesa di coltivazione ed impianto.

Nella stessa Inchiesta sono citate le principali varietà coltivate a Cori, con sistema di coltivazione a vigna bassa, che sono l’Arciprete bianco (sinonimo locale del Bellone), il Greco giallo, il Greco nero, il Cesanese. Nei corso dei secoli la viticoltura ha mantenuto il ruolo importante nell’economia agricola del territorio, fino all’attualità, contribuendo in modo significativo allo sviluppo sociale ed economico dell’area.