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di Angelo Barraco
Milano – E’ stato concesso a Martina Levato di vedere il proprio figlio nato a Ferragosto. La donna, ricordiamo, insieme al compagno ha sfregiato con l’acido un altro uomo ed è condannata a 14 anni di carcere. L’ok è arrivato dal Tribunale che ha concesso alla donna di vedere il proprio figlio una volta al giorno ed è stato aperto, come richiesto dal pm dei minori Annamaria Fiorillo, il procedimento di adozione del piccolo. La donna, ricordiamo, dopo il parto non ha potuto abbracciare suo figlio. I genitori della neomamma sono molto felici di questa decisione del Tribunale che ha dato l’ok alla figlia di poter vedere il piccolo. Il legale Laura Cossar –avvocato dei genitori di Martina Levato- ha spiegato: “Siamo abbastanza soddisfatti, e' un provvedimento equilibrato e motivato”. La decisione quindi comporta il trasferimento della neomamma e del piccolo all’Icam, istituto di custodia per madri detenute con figli. In attesa di una decisione sull’affidamento che ancora non è arrivata, il piccolo è momentaneamente affidato al Comune di Milano con la nomina di un tutore legale. Questo è il provvedimento dei Giudici che hanno stabilito che il piccolo potrà essere visto anche dai nonni materni ma in determinate fasce orarie. E' stato aperto intanto da parte un procedimento di adottabilità nel quale le parti potranno interloquire e che si concluderà con una decisione nel merito.
La Storia: Martina Levato, Alexander Boettcher e Andrea Magnani costituivano una vera e propria associazione a delinquere e sono responsabili dell’aggressione di due ragazzi. Il 28 dicembre scorso hanno aggredito con l’acido Pietro Barbini, causando ad esso lesioni gravissime. Martina Levato invece è accusata di aver tentato l’evirazione di uno studente della Cattolica con cui avrebbe avuto una breve relazione. Il fatto risale al 19 maggio scorso. Durante il processo contro l’aggressione ai danni di Pietro Barbini, Andrea Magnani ha detto che il regista dell’aggressione sarebbe stato Alexander Boettcher, “mentre io sapevo che dovevamo fargli uno scherzo goliardico e mi sono accorto di tutto solo quando Martina ha lanciato l’acido”. Magnani dice che sapeva che i due volevano fare “uno scherzo goliardico, perché Barbini era di ritorno dagli Stati Uniti” e ha detto che Alexander Boettcher gli aveva affidato un borsone con dei contenitori, ma pensava fossero pieni di acqua. “Non mi ero reso conto, ho anche tentato di suicidarmi dopo quello che era successo ed ora provo rimorso, anche se non ero consapevole”, ha aggiunto Andrea Magnani. Pian piano emergono novità a partire dai loro interrogatori in cui Alexander Boettcher e Martina Levato si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip, e la stessa cosa ha fatto il loro complice Andrea Magnani. Oltre alla strategia del silenzio, la coppia ha assunto davanti al gip un atteggiamento arrogante. Subentra poi una nuova testimonianza che ha raccontato ai magistrati di essere stata contattata da Alexander che all’apparenza gli sembrava un ragazza bravo ma poi gli mostrava filmati dove si vedevano uomini che uccidevano galline e avevano il volto oscurato. La ragazza ha raccontato che Alexander dettava “vere e proprie regole”, la giovane ha parlato anche delle ferite sulla pelle che Martina subita da Alexander e del fatto che lui potesse agire come voleva e loro no, nei rapporti sessuali a tre.
La rinominata “coppia dell’acido” imputati a Milano per aver sfregiato con l’acido, lo scorso 28 dicembre, Pietro Barbini, sono stati condannati a 14 anni di carcere. A deciderlo è stato il giudice della nona sezione penale del Tribunale. E’ stata esclusa l’aggravante della crudeltà ed è stata concessa loro la libertà vigilata per 3 anni. Inoltre è stato previsto un risarcimento danni pari ad un milione di euro. La ragazza in aula si è scusata con Pietro Barbini e ha detto: “Chiedo scusa a Pietro e alla sua famiglia, sono dispiaciuta per quello che ho fatto”. L’avvocato della parte civile è soddisfatto e dice che “Ho sempre detto che 15 anni erano una pena adeguata, non è che un anno in meno cambia le cose, è arrivata una pena che si avvicina alla richiesta del pm e quindi siamo soddisfatti, anche per il risarcimento provvisionale da un milione di euro che è molto alto e che è un ulteriore segnale”. La difesa intanto annuncia il ricorso in appello dicendo che è “Un aggravante in meno, quella della crudeltà, è comunque un grosso risultato, anche se ora c'è una ricostruzione dei fatti da affidare ai giudici di secondo grado”.
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