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Tempo di consuntivi anche per la cooperazione internazionale di polizia, attività senza una propria uniforme ma che indossa tutte le divise di polizia di Stato, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza impegnate a contrastare la minaccia criminale oltre i confini nazionali.
Nella conferenza stampa presso il Viminale di stamattina, il Direttore Centrale della Polizia Criminale, Prefetto Vittorio Rizzi, ha fatto una sintesi dell’attività del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) relativa agli arresti e alle operazioni effettuati dalle forze di polizia italiane all’estero e quelli in cui l’Italia ha prestato collaborazione alle forze di polizia straniere nell’ambito del territorio nazionale.
1.595
i latitanti arrestati, di cui 747 “attivi”, vale a dire ricercati dalle
autorità giudiziarie italiane e rintracciati in 42 Paesi del mondo, e 848
“passivi”, ricercati dalle autorità straniere e catturati in Italia.
Quasi
il 60% dei latitanti attivi sono stati rintracciati in cinque Paesi europei
(Romania, Spagna, Germania, Francia, Regno Unito) mentre il 50% dei latitanti
arrestati in Italia venivano ricercati da sette autorità giudiziarie europee (di
Romania, Germania, Francia, Belgio, Polonia, Spagna,
Austria).
Oltre
al più famoso Cesare BATTISTI, arrestato all’inizio dell’anno in Bolivia,
c’è una donna di camorra, Valeria PANE di 39 anni, del clan
“Pesce-Marfella”, arrestata ad agosto in Portogallo; il killer serbo
Marko DORDEVIC catturato a Cannes sempre nel mese di agosto, grazie ad un lavoro
di squadra di Italia, Serbia, Slovenia e Francia favorito dalla rete ENFAST
(European Network of Fugitive Search Teams); gli Italian Bonnie
& Clyde, Francesco GALDELLI e Vanja GOFFI, arrestati in Thailandia
per aver realizzato enormi truffe anche ai danni di star del cinema, come George
Clooney; il più giovane, Antonio BELLOPEDE di 23 anni, già destinatario
di un mandato di arresto europeo per associazione a delinquere di stampo mafioso
e traffico di sostanze stupefacenti, catturato ad Ibiza nel mese di maggio;
un padre e un figlio, Nicola e Patrick ASSISI, di 61 anni e 36 anni,
ricercati da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza per traffico di droga e
arrestati in Brasile nel luglio scorso.
61
latitanti
arrestati appartenevano ad associazioni criminali mafiose, in testa Camorra e
mafia etnica e a seguire ‘Ndrangheta, Cosa nostra e mafie pugliesi; 29
milioni di euro il valore dei beni sequestrati in 12
Paesi.
Risultati
resi possibili dalla rete della cooperazione internazionale di polizia, che può
contare per l’Italia su 67 tra dirigenti, funzionari ed operatori
appartenenti alle tre forze di polizia dislocati in 44 Paesi del mondo, e
che trova fondamento nei rapporti bilaterali tra le forze di polizia dei vari
Stati – anche con task forces e joint investigation teams – e nel
lavoro delle agenzie internazionali come Interpol, Europol, Frontex e molte
altre a cui l’Italia aderisce.
Risultati
che presuppongono, da un punto di vista operativo, performance
tecnologiche sempre più veloci ed automatizzate, che mettano in connessione in
tempo reale i data base nazionali ed internazionali a disposizione delle
forze di polizia anche negli ordinari controlli su strada. Interoperabilità
delle banche dati che ha portato nel 2019 ad una media di 40 milioni di
interrogazioni al mese effettuate sulle varie piattaforme e ad un incremento del
6,5% dei messaggi scambiati dalla Sala Operativa Internazionale dello SCIP
rispetto al 2018.
La
cooperazione internazionale di polizia non si limita, tuttavia, a produrre i
suoi effetti solo nell’attività di indagine ma anche in quella di prevenzione
grazie agli action days organizzati da Interpol ed Europol, in cui tutti
gli Stati aderenti sono chiamati a lavorare insieme in giorni prefissati sullo
stesso target per il contrasto a fenomenologie criminose che riguardano
trasversalmente più Paesi. E’ il caso dell’operazione Neptune II promossa
da Interpol per il monitoraggio dei movimenti dei Foreign Terrorist
Fighters attraverso le rotte del Mar Mediterraneo che ha coinvolto sei Paesi
quali l’Algeria, la Francia, l’Italia, il Marocco, la Spagna e la Tunisia; o
degli action days di Europol per il contrasto all’immigrazione illegale,
al traffico di esseri umani, ai reati ambientali e a molto altro
ancora.
Sempre
nella prospettiva della prevenzione e dell’aumento della percezione di sicurezza
a livello internazionale, si collocano i pattugliamenti congiunti che nel 2019
le forze di polizia italiane hanno realizzato con i colleghi di 8 Paesi
(Albania, Cina, Croazia, Francia, Montenegro, Polonia, Portogallo e Spagna),
ospitando 35 poliziotti stranieri e mandando all’estero 47 operatori italiani.
Ed è proprio in concomitanza del programma Safe tourist season, con
pattugliamenti congiunti in Croazia, che l’ufficio dell’esperto per la sicurezza
a Zagabria ha prestato ausilio alle attività di polizia, di rimpatrio e di
trasferimento all’Ospedale Bambino Gesù di Roma dei due bambini rimasto
coinvolti nell’intossicazione da monossido di carbonio a bordo dell’imbarcazione
Atlantia dove ha perso la vita il padre Eugenio
Vinci.
E
sono ancora i bambini ad essere protagonisti del lavoro dello SCIP, che viene
attivato per il rintraccio e il riaffidamento di minori, nella maggior parte dei
casi figli di coppie miste, che vengono sottratti al coniuge e portati
all’estero. Attività che non si esaurisce nell’operatività di polizia ma che
richiede la capacità di fare squadra con la rete diplomatica, politica e delle
ONG per raggiungere risultati importanti, come quello del ritorno a casa dal
teatro di guerra siriano di Alvin BERISHA lo scorso novembre o, ancor più di
recente, del rintraccio in Danimarca della bambina Elisabetta Nur BALLE
VENTIMILLA, vittima di più sottrazioni da parte del padre italo-siriano.
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