Cooperative learning: coinvolgere i ragazzi e formarli per il futuro

Insegnare è una missione e in quanto tale il docente non deve assumere atteggiamenti da gerarca nei confronti degli allievi. L’insegnante deve supportare l’allievo e la classe nella sua unicità.

Una lezione, che sia alle scuole elementari o alle scuole superiori di I e II grado, deve appassionare il singolo alunno, ma anche l’intera classe.

Molteplici esperienze didattiche confermano che più si crea empatia con i ragazzi tanto migliori sono i rapporti tra docenti-alunni e nel contesto classe. Entrambi gli aspetti fanno sì che la lezione risulti meno pesante del solito.

L’insegnante rappresenta, non solo, l’istituzione presso cui lavora, ma la classe; tuttavia è compito del docente essere un facilitatore e un sostegno valido per l’intero gruppo classe.

Come affermava Dewey, la classe è come un laboratorio dove gli alunni devono scoprire, appassionarsi, porsi delle domande e vivere il senso del gruppo.

Un bravo docente deve saper tirar fuori da ogni singolo alunno le potenzialità creative, inventive e di ragionamento; ma ciò deve avvenire in un contesto attivo in grado di offrire agli alunni metodi e strumenti idonei.

Tuttavia, l’insegnante non solo deve spiegare la lezione, ma la deve rendere co-partecipativa. Di concerto reputo fondamentale che 20 minuti di lezione siano sufficienti, dopodiché è utile dare vita al confronto con gli alunni sul tema trattato, dare loro la possibilità di esprimersi senza il timore di dover essere giudicati.

Osservando le classi spesso si nota che gli alunni hanno timore della valutazione del docente; in tal senso per essere “giusti” gli insegnanti devono intendere la valutazione non solo come un elemento che conclude un percorso e che va a convalidare o meno il raggiungimento di determinati obiettivi.

“Cari studenti voi non siete un voto” voi siete quello che decidete di voler essere

Siamo tutti d’accordo che alla fine di un quadrimestre si deve “dare un voto” a ogni singolo alunno, ma in quell’azione un docente non dovrebbe essere influenzato dagli aspetti negativi o positivi dell’allievo, l’insegnante deve in modo imparziale valutare delle conoscenze/competenze acquisite o meno dallo studente.

Perciò, al di fuori della scienza che studia il come attribuire i voti agli allievi, la docimologia, il docente dovrebbe essere dotato di quell’intelligenza emotiva che va oltre ogni valutazione di tipo oggettivo.

Per garantire ai ragazzi e quindi alla società del futuro un mondo giusto, reale e coinvolgente da un punto di vista esperienziale, sono gli insegnanti docenti che devono costruire un terreno fertile alla collaborazione.

Riprendendo quanto detto all’inizio i docenti non devono valutare in termini rigorosi, ma devono tener conto di tutto quel mondo che ha a che fare con le emozioni, i sentimenti, l’empatia e la collaborazione.

Un docente deve insegnare la via del futuro, non ostruirla; quando si valuta bisogna tener conto del mondo interiore ed esteriore dell’allievo. Solo così possiamo creare “flotte” di ragazzi che vanno a scuola con piacere e interesse.