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Control, il nuovo incubo sovrannaturale di Remedy

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Control è finalmente arrivato su Pc, Xbox One e Ps4. Il titolo sviluppato da Remedy Entertainment, software house già ben nota per aver prodotto capolavori del calibro di Max Payne, Alan Wake e Quantum Break, irrompe sul mercato con una storia incredibile dove il sovrannaturale e l’alone di mistero che avvolge la trama riescono a catturare il giocatore fin dai primi minuti di gioco. Ma cos’ha di così speciale questo titolo? Andiamolo a scoprire insieme. Jesse Faden è una ragazza di origini statunitensi che, a distanza di tanti anni da un misterioso incidente durante il quale perse il fratello, decide finalmente di fare chiarezza e si reca quindi al Federal Bureau of Control, una struttura governativa impegnata nello studio di fenomeni sovrannaturali.

 Varcata però la soglia della sede newyorkese del Bureau, denominata Oldest House, Jesse capisce che qualcosa non va: la reception è deserta, alcuni monitor mostrano la scritta rossa “Isolamento Interno Attivo” ed anche nei primi uffici che incontra non c’è traccia di dipendenti. Più si addentra nella struttura, più la cosa si fa strana: incontra lo strambo custode del palazzo che, con accento finlandese, le dice di procedere per il suo colloquio di aiutante custode, e mentre procede sembra parlare con una qualche voce nella sua mente, apparentemente qualcuno del suo passato. Alla fine arriva fino all’ufficio del direttore del Bureau, sente il rumore di uno sparo fuori la porta e, quando si precipita all’interno, lo trova morto con la sua pistola a terra, come se si fosse suicidato. Sì, sta senza dubbio accadendo qualcosa di strano ed è da qui che la trama di Control prende vita. Ancora sotto choc per il suicidio del titolare dell’agenzia, Jesse raccoglie la pistola del direttore per trovarsi improvvisamente a puntarsela alla testa, dopo di che ha la visione di una piramide capovolta con una voce, “il Consiglio”, che le spiega che deve superare una sfida per dimostrare di avere le qualità giuste per diventare il nuovo Direttore. Improvvisamente si trova quindi nel “piano astrale”, un’area/percorso composta da parallelepipedi fluttuanti, nella quale deve dimostrare di saper combattere una serie di nemici usando sia gli attacchi corpo a corpo che l’Arma di Servizio, la particolare pistola che solo i direttori del Bureau possono impugnare. Questa sezione è di fatto un breve tutorial al sistema di combattimento di Control. Superata questa fase, Jesse viene suo malgrado nominata direttore e, come se non bastasse, inizia anche a sentire la voce del precedente direttore, che le dice che deve salvare il posto dalla crisi che sta attraversando. Da questo punto proseguendo con l’esplorazione della “Oldest House” si verrà a conoscenza del fatto che il luogo è stato invaso da una presenza sovrannaturale chiamata Hiss, che si è impadronita di tutti i dipendenti tranne che per quei pochi che indossano dei particolari corpetti protettivi. Ovviamente Jesse non ha bisogno di tale apparecchio in quanto sembra che la protagonista sia naturalmente immune al contagio dell’Hiss, cosa che la rende la persona più adatta per combattere l’invasione; forse il fatto che sia arrivata proprio in questo momento non è un caso. Questo è solo l’inizio della storia di Control, nella quale nei panni di Jesse si inizieranno a scoprire tutti i segreti del Bureau, incontrando alcuni dei personaggi di spicco, sbloccando un po’ alla volta tutte le aree del palazzo e cercando di venire a capo del mistero della scomparsa di suo fratello, Dylan. Il tutto mentre si acquisiscono gradualmente nuove abilità utili a combattere le schiere di esseri che l’Hiss manderà contro il giocatore, liberando una dopo l’altra le zone dall’infezione per riprendere così il controllo della struttura. Insomma, la trama di Control è tutt’altro che semplice e per comprenderla sarà necessario svelare numerosi segreti e misteri.

Per far vivere questa avventura in maniera degna, i ragazzi di Remedy hanno scelto un formato con il quale si trovano ormai a loro agio, quello dell’action-adventure in terza persona, ma introducendo numerose novità rispetto ai loro titoli precedenti come Quantum Break ed Alan Wake. Per prima cosa c’è la struttura aperta della mappa, anzi delle mappe, infatti, se inizialmente si potrà esplorare un solo piano della Oldest House, una volta che si riuscirà a revocare il blocco di sicurezza interno ci si potrà spostare a piacimento tra i vari piani dell’edificio. Ogni livello ospita una diversa divisione: manutenzione, ricerca, contenimento ecc… e ognuno di questi piani ha la sua mappa diversa dagli altri sia per planimetria che per estensione. In ogni ambiente di Control ci si trova in un luogo in cui viene fatto pesante uso di “Oggetti del Potere”, ossia particolari oggetti intrisi di potere sovrannaturale, fatti per stravolgere le leggi della fisica e creare spazi enormi in quello che esternamente sembra un normale palazzo newyorkese. Ecco quindi che alcuni piani dell’edificio contengono silo giganteschi o enormi cave sotterranee, mentre altri sembrano maggiormente dei “semplici” uffici e laboratori di ricerca, anche se di semplice in questo posto c’è davvero ben poco. Tutto ciò che abbiamo descritto, una volta sbloccato, diventa liberamente esplorabile – con tanto di sistema di viaggio rapido costituito da dei punti di controllo “purificabili” dopo aver combattuto i soldati dell’Hiss che infestano l’area – più o meno liberamente a seconda del livello di accesso ottenuto da Jesse e dei poteri posseduti. Gli sviluppatori hanno infatti strutturato la mappa del gioco in modo tale che molte aree sono bloccate da porte che richiedono un certo livello di sicurezza o magari si trovano burroni enormi a separare due aree, raggiungibili solo con il potere di levitazione. Jesse è infatti molto speciale: oltre ad essere immune dall’Hiss, può anche controllare alcuni particolari oggetti, chiamati “Oggetti del Potere” per guadagnare nuove abilità come, appunto, la Levitazione, la possibilità di compiere veloci scatti, la capacità di crearsi un muro di detriti per proteggersi dal fuoco nemico, la telecinesi per afferrare e scagliare con forza gli oggetti e altri che vi lascio scoprire da soli. Non tutti questi poteri sono obbligatori; alcuni vengono recuperati nel corso della storia principale, ma altri sono acquisibili solo svolgendo delle missioni secondarie. La struttura “open” della mappa ha infatti permesso al team di sviluppo di Remedy Entertainment di inserire anche una serie di quest non obbligatorie, assegnate da alcuni personaggi come il Custode o scoperte tramite la lettura dei documenti sparsi per il gioco, che permettono di ottenere risorse, utilizzabili poi per potenziare sia Jesse e relativi poteri che la sua arma, e nuovi poteri, oltre a scoprire maggiori retroscena sulla storia del Bureau. Svolgere queste missioni, così come esplorare a fondo ogni area che si attraversa, è inoltre utile per trovare i tantissimi oggetti collezionabili – documenti e registrazioni audio e video – che permetteranno ai giocatori più incalliti di ottenere il 100% di completamento del gioco.

Al di là dell’interessante storia personale di Jesse sono probabilmente i personaggi “secondari” ad essere il vero fiore all’occhiello di Control. Il burbero e misterioso inserviente Ahti, l’ex Direttore Trench e il Dr. Darling sono alcuni esempi di una recitazione di altissimo livello in grado di trasmettere a pieno la profondità di comprimari caratterizzati con notevole maestria. Sia che si ami immergersi nella lore sia che si preferisca vivere la trama in maniera lineare senza divagare più di tanto dall’azione, Controlnon tradirà le aspettative in quanto ce n’è davvero per tutti i palati e la longevità stessa dell’esperienza può passare dalle 10 ore al superare senza alcun problema le 20. Una volta terminata la storia si resterà comunque nel palazzo dell’Agenzia con la possibilità di completare le missioni non ancora ultimate, quindi non serve necessariamente fare tutto prima dei titoli di coda; Remedy prevede peraltro diverse espansioni nei prossimi mesi che introdurranno probabilmente nuove aree dell’edificio e nuovi poteri, quindi ci sarà più di un’opportunità per tornare a giocare.  Mantenendo la cura nella narrazione e la grande capacità nella costruzione di universi e lore abitati da esseri e personaggi complessi e affascinanti, il team finlandese si è spinto oltre la propria zona di comfort abbracciando una sperimentazione che ha dato vita ad aree che per level design, impatto visivo e di gameplay ricordano i migliori lavori di Arkane Studios. Che si tratti di un misterioso frigorifero da non perdere assolutamente di vista, della missione Specchio Riflesso, del Labirinto del posacenere, o della “piccola” deviazione alla ricerca dell’enigmatico Ahti, i momenti memorabili sono davvero parecchi e si insinuano sia nella storia principale che nelle missioni secondarie. Altro aspetto davvero ben riuscito è il combat system. I combattimenti di Control si trasformano presto in un’apoteosi di distruzione tra sparatorie, utilizzo di poteri e corse frenetiche sul campo di battaglia, il tutto reso ancor più spettacolare non solo dagli effetti visivi di poteri ed esplosioni, ma anche dall’enorme distruttività dell’ambiente che vede praticamente qualsiasi elemento frantumarsi, scomporsi e rispondere fisicamente alle sollecitazioni, creando un tripudio di frammenti e particelle che permeano la scena durante gli scontri più intensi. A differenza dei precedenti titoli Remedy, in cui il numero dei nemici in ogni scontro era tutto sommato contenuto, qui possiamo trovare orde anche molto numerose di nemici, con un’ampia varietà di tipologie che spazia dai soldati semplici ad esseri esplosivi fino a quelli capaci di fluttuare nell’aria e lanciare attacchi telecinetici o quelli protetti da uno scudo di detriti che sparano granate e missili i quali possono essere rimandati indietro al mittente grazie all’utilizzo dei poteri telecinetici della protagonista. Detto ciò va ricordato che control, pur mantenendo il parlato in inglese, è localizzato in italiano nei testi, così da permettere a tutti di godersi la trama. Certo, l’effetto non è lo stesso di un doppiaggio, ma sicuramente i sottotitoli aiutano molto chi non parla la lingua inglese.

Per quanto riguarda l’aspetto grafico, Control utilizza lo stesso motore grafico utilizzato per Quantum Break, il Northlight, che ha permesso agli sviluppatori di dar vita alla grande distruttività ambientale del titolo e non dà cenno di cedimento neanche nei combattimenti più caotici, ma la resa grafica pur mantenendo una certa suggestività non dà il massimo in quanto a pulizia dell’immagine, mantenendo quella “sgranatura” dei materiali che era presente anche nel precedente titolo di Remedy. Inoltre il fatto che il gioco non supporti l’HDR è un vero peccato, perché le ambientazioni avrebbero letteralmente brillato in questo formato. Da sottolineare poi che quando si riavvia il gioco da una pausa o da una sospensione della console, il motore arranca un po’ producendo cali di frame-rate che però durano solo un paio di secondi. Nulla da dire invece sulle animazioni facciali, che si attestano sempre a livelli eccellenti. Tirando le somme, con Control Remedy Entertainment e 5050 Games hanno portato su Pc e console un vero e proprio capolavoro. Infatti, tralasciando il fatto che manca il doppiaggio in italiano e che la grafica non sia proprio sempre perfetta, la storia proposta è un vero e proprio capolavoro. Lasciarsi sfuggire Control sarebbe un vero errore, infatti produzioni così valide da un punto di vista narrativo raramente riescono a essere lanciate sul mercato. Le grandi qualità di questo titolo sicuramente lo eleggono a uno delle produzioni più interessanti attualmente in commercio.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 8

Longevità: 8,5

Gameplay: 9,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise 

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Elden Ring: Shadow of the Erdtree, molto più che una semplice espansione

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Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione enorme e sorprendente, che conferma la posizione di FromSoftware tra i migliori team di sviluppo in circolazione nel panorama videoludico contemporaneo. Il dlc (anche se chiamarlo così è riduttivo) è ovviamente disponibile su Pc, Xbox e PlayStation, quindi tutti coloro che hanno potuto giocare a Elden Ring (qui la nostra recensione), potranno cimentarsi in questa nuova avventura e proseguire il loro cammino. Ricordiamo a tutti coloro che sono interessati a intraprendere questo nuovo viaggio che per entrare nell’universo offerto da Shadow of the Erdtree è necessario aver ucciso Radahn e Mohg. Una volta fatto ciò si deve interagire col bozzolo di Miquella, parlando prima con un NPC che si troverà proprio lì davanti. Essendo una macro-area da visitare dopo l’endgame, il livello di difficoltà dei nemici al suo interno è piuttosto sostenuto. Questo vuol dire che provare a esplorare stando al di sotto di un livello medio che si aggira attorno al 140, o addirittura di parecchio inferiore, si va incontro alla morte anche coi nemici più insignificanti. Prendere sotto gamba il livello è un errore da non fare in quanto per chi volesse provare l’ebbrezza di addentrarsi nel “nuovo mondo”, l’impatto sarà assolutamente traumatico. Gli antagonisti sono capaci di uccidere con uno o due colpi e le zone più avanzate, assieme a quelle segrete e ai boss facoltativi, risultano quasi impossibili da completare. Eppure Elden Ring Shadow of the Erdtree, così come il gioco principale, non è mai scorretto col giocatore. Ovviamente il titolo impartirà dure lezioni ancora una volta, ma quando si inizierà a comprendere il gioco delle minacce che piagano la Terra delle Ombre, affrontare ogni ostacolo sarà fonte di assoluta soddisfazione. Differentemente da quanto i più possano pensare, l’aumento di livello non è la chiave per poter dominare sul campo di battaglia. Stavolta From Software ha applicato una sorta di sistema di potenziamento interno all’espansione che funziona grossomodo come i pezzi di maschera già visti in Sekiro. Va da sé che le reali differenze durante l’avanzamento, e soprattutto durante gli scontri coi boss, si notano solo raccogliendo i frammenti sparsi per la mappa di gioco, taluni ben nascosti o accessibili solo dopo alcune fasi di sbarramento. Una volta fermi ai Luoghi di Grazia, si potrà consultare il menù arricchito con una nuova voce che consente di migliorare in modo permanente alcune delle statistiche passive. Questa scelta adottata per Elden Ring Shadow of the Erdtree ha una duplice funzione: non rendere il contenuto troppo semplice anche per i veterani e obbligare i giocatori a esplorare davvero a fondo ogni angolo di mappa. L’esperta FromSoftware non ha però reso semplice l’accesso a tutte le aree, e in questa espansione si percepisce un senso della scoperta ancora più meraviglioso e sbalorditivo, reso tale da un design delle aree molto più articolato e complesso.

Il Regno delle Ombre è una mappa affascinante e con un design complesso e raffinato che conquista. Tuttavia è doveroso fare una menzione speciale ai dungeon/legacy, che presentano le medesime qualità. Anche qui il team di From Software è riuscito a creare livelli pieni di anfratti, percorsi alternativi, uscite, scorciatoie e connessioni all’interno di architetture colossali e uniche. Tra quelle esplorate ce ne sono due in particolare che abbiamo apprezzato. Autentiche opere di ingegneria studiate nei minimi dettagli: dalla disposizione dei nemici a quella delle sezioni interconnesse con una naturalezza disarmante. Un altro aspetto positivo positivo di Elden Ring: Shadow of the Erdtree riguarda la significativa riduzione del numero di mini-dungeon. Ora ce ne saranno di meno, ma più interessanti, elaborati e complessi. Spesso con meccaniche uniche e con boss sempre differenti, che garantiranno uno stimolo costante per quanto concerne l’esplorazione. Altro punto di forza della produzione sono i boss. In Elden Ring: Shadow of the Erdtree ce ne sono circa una decina, e sono tutti assolutamente straordinari sia per design che per le meccaniche di combattimento. E’ davvero sorprendente vedere come il team di From Software continui a sorprendere la sua fan base con creature così imponenti e ricche di personalità, capaci di proporre battaglie uniche, intense e sempre molto complesse da affromntare. Oltre a quanto detto, quest’espansione di Elden Ring ha un altro merito, ovvero: riuscire a sorprendere anche per il numero smodato di armi, talismani e magie aggiuntive, oggetti peraltro pensati per modificare sensibilmente lo stile di qualunque giocatore. Si vede chiaramente che l’intento di FromSoftware nella Terra delle Ombre è stato chiaramente uno solo: offrire un gran quantitativo di strumenti adatti a ogni genere di build, dotati di mosse e poteri così unici da spingere i giocatori a testarli anche se non necessariamente ottimali. E se da una parte alcune combinazioni del gioco base restano spettacolarmente efficaci e difficilmente sostituibili, riteniamo che FromSoftware abbia davvero trovato la chiave di volta qui, perché è stato praticamente impossibile non cambiare varie volte specializzazioni ed equipaggiamento dinanzi a certe novità. Ci sono ben otto categorie di armi del tutto nuove, e alcune di queste coprono delle mancanze significative del gioco base. A tutto ciò va anche sommato un discreto numero di ottime nuove stregonerie e un mix incredibile di incantesimi Il risultato finale? Un vero paradiso per chi ama sperimentare con statistiche ed equipaggiamento. Tirando le somme, questo Elden Ring: Shadow of the Erdtree è un’espansione incredibile, un lavoro di grande pregio che torna in parte alle origini dei souls, senza però tradire lo spirito del gioco base né abbandonare le caratteristiche che lo hanno fatto amare da così tanti giocatori. Si tratta di un lavoro impressionante, capace di stupire sia per il suo incredibile map design sia per la varietà delle novità introdotte. Impossibile, davanti a un’opera simile, non confermare il già notevole voto del gioco base. Impossibile lasciarselo sfuggire se avete amato il titolo originale.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9,5

Sonoro: 9,5

Gameplay: 9,5

Longevità: 9,5

VOTO FINALE: 9,5

Francesco Pellegrino Lise

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Samsung, Qualcomm e Google unite nel nome del metaverso

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Durante l’evento Unpacked svoltosi a Parigi, Samsung ha confermato lo sviluppo di un visore per la realtà mista. Dopo aver svelato i Galaxy Z Fold e Z Flip di sesta generazione, smartphone pieghevoli del gruppo, l’azienda ha aggiornato le tempistiche di presentazione del suo progetto di metaverso, che coinvolge anche Google e Qualcomm. La prima fornirà una versione adattata di Android per la realtà virtuale e aumentata, due termini che insieme vengono ottimizzati in “realtà mista”, mentre sarà delegata a Qualcomm la realizzazione dell’hardware che potenzierà il dispositivo. Non si hanno altre notizie in merito se non che tutte le compagnie prevedono di lavorare sodo per portare sul mercato il prodotto entro le festività natalizie. Vale la pena ricordare che parte della catena produttiva di Samsung è attualmente sotto pressione, con i dipendenti sudcoreani che stanno scioperando a oltranza per questioni economiche. Stando a quanto viene riportato sul sito Sammobile, Il visore “XR” potrebbe usare due schermi Micro Oled costruiti dalla sussidiaria di Samsung Display chiamata eMagin. “Sarà probabilmente un dispositivo di fascia alta e funzionerà con gli smartphone Galaxy (e probabilmente con i laptop)” scrive il portale. Dubbi sul prezzo, visto che Samsung potrebbe posizionare il visore in una fascia più accessibile di Apple, che attualmente vende i Vision Pro a partire da 3.500 dollari. Non resta altro che aspettare e scoprire tutte le novità e le possibilità legate a questo importantissimo quanto innovativo settore.

F.P.L.

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Destiny 2 la Forma Ultima, lo splendido finale di un capolavoro lungo dieci anni

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Destiny 2 La Forma Ultima è il nuovo contenuto a pagamento stagionale dedicato all’universo di Bungie. Il gioco, che ha visto muovere i passi di milioni di guardiani sulla leggendaria torre ha infatti compiuto 10 anni, e proprio con questo nuovo capitolo della storia si chiude una parentesi enorme della storia del gaming. Intendiamo, il brand Destiny continuerà ad esistere, ma il ciclo della storia principale pare essere arrivato a un punto definitivo. Quindi alla domanda ma Destiny è finito? La risposta è no, ad essere finito il ciclo della saga della luce e dell’oscurità che dal 9 settembre 2014 è stata la base dell’intreccio narrativo. La Forma Ultima è stata pubblicata nella giornata del 4 giugno 2024 su PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X/S, ma i guardiani avranno ancora molto da fare poiché gli sviluppatori hanno già annunciato tre episodi, i quali fungeranno da sequel per gli avvenimenti successi nel DLC tanto atteso dalla community. Inoltre, la software house statunitense ha già annunciato l’Anno 11, con il nome in codice di Frontiere. Ma pensiamo al presente: la storia che Bungie propone in questo ultimo episodio della saga è davvero entusiasmante, poiché propone una campagna narrativa pronta a trasportare i giocatori nel Pallido Cuore del Viaggiatore, con l’unico obiettivo di fermare il Testimone, il principale antagonista di lunga data di Destiny 2. Quest’ultimo è molto pericoloso perché il suo potere gli permette di manipolare la realtà. È chiaro fin da subito che Bungie ha adottato un approccio differente rispetto ai capitoli giocati nelle espansioni scorse, applicando magistralmente le lezioni apprese dalle stagioni più di successo, che hanno enfatizzato maggiormente l’umanità e il background dei personaggi piuttosto che perdersi su altro. Oltretutto, avendola giocata dall’inizio alla fine a difficoltà leggendaria e anche con un certo coinvolgimento, possiamo senza dubbio affermare che la Forma Ultima rappresenta la migliore espansione che Destiny abbia mai offerto. Sebbene la scrittura si sia rivelata piuttosto lineare, ci ha fatto davvero piacere vivere come Guardiani l’esperienza che è poi culminata nello scontro con il Testimone. Uno dei principali punti di forza di questa trama, e della campagna in generale, è stata inoltre la stessa ambientazione. Destiny 2 ci ha abituato a viaggiare per lo spazio, a esplorare pianeti sconosciuti durante il corso delle espansioni pubblicate per il gioco, tuttavia oggi con la Forma Ultima, il Cuore Pallido si è rivelato semplice quanto efficace, dato che proponeva un luogo strano, a tratti inquietante ma comunque straordinario visto anche con gli occhi di chi Destiny non l’ha seguito dal day-one. Ci è sembrato quasi di viaggiare all’interno di un inferno dantesco sci-fi corrotto da Bungie, dato che al suo interno sono presenti elementi familiari tratti da tutta la storia del franchise, ma spesso ricombinati in modi bizzarri o distorti dalla corruzione. È essenziale sottolineare che la campagna si prende il tempo necessario per approfondire la caratterizzazione dei personaggi utilizzando filmati, monologhi e molte conversazioni tra gli NPC, un elemento che sicuramente migliora l’esperienza dato che in altri casi gli unici elementi di lore disponibili erano rappresentati da documentazioni e poco altro ancora. Quindi da questo punto di vista si vede che Bungie ha lavorato sodo per dare a tutti i fan un fantastico ultimo capitolo. Ma parliamo di novità: con La Forma Ultima Bungie ha introdotto una nuova fazione avversaria chiamata “Dread”, che introduce diversi tipi di nemici e riscrive le dinamiche degli scontri di Destiny 2 in modo sostanziale, cambiando le carte in tavola anche per i giocatori più esperti, soprattutto alle difficoltà più elevate. Questi antagonisti si presentano con una forma antropomorfa, in qualche modo corrotta come dalla presenza di alcuni cristalli, che in molti casi determinano anche le loro abilità. Per dire, gli Omen possono ghiacciare i Guardiani, mentre gli Harbinger possono invece metterci in stasi, creando situazioni non facili da gestire sul campo di battaglia.

La Forma Ultima inserisce anche una nuova sottoclasse dei guardiani soprannominata Prismatica, che dal nome vuole fare riferimento a una fusione di quelle precedentemente pubblicate, armate di poteri che facevano riferimento a Luce e Ombra. La sottoclasse Prismatica concede ai giocatori la possibilità di attingere al “meglio dei due mondi”, creando così nuove sinergie, combinando magari abilità per ottenere risultati diversi. Non si tratta di una sottoclasse radicalmente innovativa o entusiasmante come lo Strand al momento del suo completo sblocco nell’ultima espansione, ma manipolare i vari poteri e abilità è gratificante quando si riesce a trovare la combinazione giusta di elementi per massimizzare l’efficienza del proprio setup. Ad esempio utilizzare il missile ad arco del Titano con la spallata di fuoco con martello e la granata soppressiva da vuoto è davvero una roba fantastica. Ma l’attenzione alla costruzione delle build dei personaggi continua anche dopo la campagna, infatti nelle missioni e nelle attività aggiuntive che portano i giocatori a esplorare il Cuore Pallido ci sono una miriade di cose da fare per sbloccare nature, e frammenti necessari a rendere la sottoclasse prismatica completa. Alcuni dei momenti più intriganti e commoventi della storia si verificano proprio in queste fasi successive alla campagna, e Bungie è riuscita a nostro avviso a mantenere alta la qualità in tutte queste missioni. Intendiamoci, anche in questo nuovo episodio il farming è molto alto, ma il risultato finale è veramente soddisfacente. Una volta svelati i segreti del Cuore Pallido, il gioco offre una nuova tipologia di missione che si può soprannominare Dual Destiny. Questa è a tutti gli effetti una missione esotica speciale che richiede di essere giocata esclusivamente da due giocatori. Coordinazione e velocità sono necessarie per portare a termine questo speciale stage e alla fine di esso una scelta morale renderà il tutto ancora più intrigante. Ma noi non vi vogliamo rovinare l’esperienza di gioco, quindi non diremo altro. Unico indizio che possiamo darvi è. Non fidatevi mai di nessuno! Altra missione del tutto innovativa è Escissione, ossia lo scontro finale con il Testimone. Questa missione, che si è resa disponibile solo dopo il primo completamento del nuovo raid a livello mondiale, è assolutamente favolosa perché si deve giocare in 12 ed è affrontabile con il matchmaking, sia nella sua versione normale che nella sua versione super difficile a “Leggendario”. Insomma, anche qui ci troviamo dinanzi a una bella novità. Una menzione giusta da fare riguarda l’incursione Salvation’s Edge. Quest’ultima richiede un alto grado di cooperazione e comunicazione tra i giocatori, questo perché al suo interno sono presenti nuove meccaniche intelligenti che offrono sfide davvero stimolanti. I combattimenti sono impegnativi e gli ambienti, belli e strani, in certi casi sono equiparabili a quanto creato artisticamente all’interno del Cuore Pallido. Inoltre, Salvation’s Edge è leggermente più lungo e difficile rispetto alla maggior parte dei raid recenti, il che soddisfa i giocatori di alto livello in cerca di una sfida più intensa da affrontare settimanalmente. Per quanto riguarda le armi esotiche Bungie ha inserito delle bocche di fuoco davvero interessanti in questa Forma Ultima.

Primo fra tutti va menzionato il cecchino Caccia Immobileterna. Quest’ultimo è veramente interessante perché funzionerà come qualsiasi altro cecchino (solo inizialmente), ma allo stesso tempo propone una barra di caricamento che una volta carica potrà sparare dei colpi d’orati come se fosse una sorta di Pistola d’oro del cacciatore. Inoltre, sarà possibile utilizzarlo con il casco esotico Falconotte del cacciatore per creare delle combinazioni con un danno veramente impressionante forse attualmente la combinazione di quest’arma e di quest’elmo sono la combo arma/super col Dps più alto. Parlando ancora una volta delle bocche da fuoco Esotiche, è presente anche un fucile laser pesante chiamato Microcosmo. Quest’ultimo è molto particolare perché è la prima arma pesante che non ha nessun elemento: l’arma in questione però è molto forte in quanto non solo infligge dei danni ingenti, ma presenta anche dei bonus contro i nemici dotati di scudo, fattore che potrebbe rivelarsi particolarmente vincente nelle attività più difficili come i Cala la Notte in Gran Maestro, dove sono presenti tante minacce con diversi scudi. In più, ci sono due graditi ritorni dal primo Destiny: Il Morte Rossa e il Khvostov. Il primo, ad ogni uccisione permette di recuperare la salute, mentre il secondo rispetto alla precedente iterazione è in grado di far rimbalzare il settimo proiettile sui nemici circostanti. Insomma, per quanto riguarda le armi Esotiche, il team creativo ha fatto un lavoro estremamente importante, così come le armature Esotiche che sono disponibili due per ogni classe, e le quali daranno libero sfogo alla vostra creazioni di build all’interno dello sparattutto online. In conclusione, siamo rimasti particolarmente estasiati da queste aggiunte particolarmente azzeccate! Ovviamente è presente anche un’altra arma esotica esclusiva del raid, ma al momento non siamo riusciti ancora ad ottenerla, ma pare sia estremamente forte. Bungie, attraverso l’aggiornamento in Destiny 2 La Forma Ultima, ha effettuato dei cambiamenti anche ad alcuni NPC proponendo diversi ritorni. Innanzitutto, il Criptarca è stato aggiornato con un sistema di reputazione, il quale ad ogni Engramma decifrato da quest’ultimo permetterà al giocatore di salire di grado e sbloccare determinate ricompense. Ma non è questa la novità più eclatante, ma bensì Xur: il venditore di Esotici disponibile dal venerdì al martedì a partire dalle 19:00 italiane. Prima di procedere, dobbiamo dirvi che Bungie ha deciso di far ritornare una vecchia valuta, ossia le Strane Monete. Chi ha giocato al primo Destiny lo saprà bene: quest’ultime permettevano l’acquisto dell’equipaggiamento Esotico, feature che fa il suo ritorno con qualche modica rispetto al passato. Innanzitutto, non ci sono solo gli oggetti Esotici ma anche Leggendari, i quali potranno essere acquistati con tanto di perk piuttosto interessanti per le vostre bocche da fuoco preferite. Ma una novità che mi ha lasciato sorpreso è la possibilità di acquistare i Catalizzatori delle armi Esotiche. Seppure il costo è molto elevato, questo permetterà ai giocatori di non andare forzatamente a grindare un’attività per ottenere quest’ultima ed effettuare innumerevoli kill. Infatti, il Catalizzatore Esotico vi verrà fornito con l’obiettivo già sbloccato, un salto di qualità decisamente importante. In aggiunta, come già successo nel precedente capitolo, anche qui ci saranno tre armature Esotiche, una per classe, insieme ad una bocca da fuoco Esotica. Insomma, da questo punto di vista Xur diventa maggiormente più utile rispetto al passato, poiché nelle stagioni precedenti fungeva solamente da NPC utile nel fornire delle statistiche migliori per le proprie armature preferite. Ora, la situazione è nettamente diversa. Ultima ma non per questo meno importante novità è il sistema Pathfinder. Quest’ultimo non è particolarmente difficile da spiegare: in poche parole, al guardiano vengono dati alcuni compiti che saranno collegati tra loro, come effettuare delle uccisioni con un determinato elemento o distruggere dei boss in un’area nello specifico. In base al task che viene proposto, poi bisogna marcarlo all’interno di un’interfaccia molto semplice e intuitiva ed infine eseguirlo. La prima volta che si porta a termine quest’ultimo si viene ricompensanti con un Engramma Potente, il quale permette di ottenere un equipaggiamento di livello alto e facilitare la scalata al Livello Potere massimo che è 2000 attualmente se si esclude il potere extra donato dall’artefatto. Dopo aver completato il primo task, ripetendo il sistema appena citato sarà possibile ottenere una spada Esotica di cui non abbiamo fatto ancora menzione: l’Ergo Sum. Essa avrà ben 11 caratteristiche diverse. Questa infatti è una di quelle armi Esotiche in possesso di perk diversi (per un totale di 11) e può essere droppata da vuoto, ad arco e di fuoco. Ad esempio, è capitato che con i fendenti pesanti si generassero delle granate le quali potevano appiccicarsi ai nemici, oppure sempre con la stessa tipologia d’attacco sferrare dei colpi come il Lanciagranate esotico Colonia. Insomma, questa è una buona cosa per invogliare i giocatori a sfruttare ogni volta questo sistema veramente interessante e capirne le potenzialità, specialmente per eventuali aggiunte future. Ricordiamo inoltre che il catalizzatore di Ergo Sum può essere ottenibile solo completando la missione Escissione in leggendario. Buona Fortuna! Tirando le somme, Destiny 2 La Forma Ultima è l’epilogo perfetto che racchiude questi 10 anni di Destiny in una lotta che vede le forze della Luce contro l’Oscurità. Tutti i contenuti si sono rivelati all’altezza dell’aspettative, iniziando dalla campagna che propone diverse cinematiche, una regia nettamente migliore e con dei momenti veramente da cardiopalma. Le sottoclassi prismatiche, una delle novità più interessanti dell’espansione, funzionano a meraviglia e creano diverse combinazioni all’interno del gioco. Anche gli altri contenuti come il Raid e il sistema Pathfinder sono dei contenuti vincenti. Insomma, sia che siate dei guardiani di vecchia data, sia che siate delle New Light Destiny 2 la Forma Ultima è un’espansione veramente grandiosa e che vi terrà impegnati per molte, anzi moltissime ore di gioco.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 9

Gameplay: 9,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise

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