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Conti quotidiani, Fase 2: nuove aperture dal 18 maggio

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Il premier Giuseppe Conte ha tenuto una informativa prima alla Camera e poi al Senato sull’emergenza Coronavirus e le misure adottate dal governo. Alla Camera l’opposizione ha protestato perchè il premier non ha indossato la mascherina ma il presidente Roberto Fico ha ricordato la decisione dei capigruppo secondo i quali dai banchi del governo è rispettata la distanza di sicurezza e quindi si può non mettere la mascherina a differenza di quanto deciso nel caso in cui si parli dai banchi dei deputati.

Stiamo affrontando un’emergenza che non ha precedenza nella storia repubblica, siamo costretti a riconsiderare modelli di vita, a rimeditare i nostri valori, a ripensare il nostro modello di sviluppo. Sono giorni in cui è vivace il dibattito, anche critico, sulle decisioni assunte. La vivacità rileva la forza e la vitalità del nostro sistema democratico”, dice il premier nell’informativa alla Camera.

“Il governo ha sempre compreso la gravità del momento e proprio per questo non ha mai inteso procedere per via estemporanea, improvvisata: c’è stato accurato bilanciamento di tutti gli interessi e i valori coinvolti, buona parte dei quali di rango costituzionale“.

“La filosofia antica, da Platone ad Aristotele, distingueva la doxa, intesa come l’opinione, la credenza alimentata dalla conoscenza sensibile, dall’epistème, la conoscenza che invece ha saldi basi scientifiche”. Lo dice il premier Giuseppe Conte nell’informativa alla Camera in un breve “excursus” sulla dottrina greca, nel passaggio nel quali spiega le basi scientifiche delle scelte del governo sulla fase 2. “È direi imperativo categorico per un Governo chiamato ad affrontare questa emergenza, una sfida così complessa, un governo che deve proteggere la salute e la vita stessa dei cittadini di fronte a una minaccia così concreta e insidiosa, porre a fondamento delle proprie decisioni, non già le libere e mutevoli opinioni che si susseguono e che di volta in volta prevalgono nell’opinione pubblica, bensì le raccomandazioni frutto di meditate ricerche e riflessioni di qualificati esponenti del mondo scientifico”, sottolinea.

Sulle misure per il Coronavirus c’è stata una “discussione ampia con i membri del governo, forze di maggioranza, parti sociali ed enti territoriali riuniti in una cabina di regia. Anche il Parlamento è stato costantemente e doverosamente informato“.

“Il Parlamento, non sono certo io a doverlo ricordare, dispone di tutti gli strumenti per indirizzare e controllare l’azione del governo. Il governo sarà sempre molto attento ai contributi che le Camere vorranno portare. Lo sarà ancora di più nella seconda fase dal 4 maggio, con il progressivo allentamento delle misure e il ritorno alla vita”, sottolinea Conte nella sua informativa.

“Il governo ha adottato da subito un indirizzo di merito e di metodo che prevede un costante confronto con il Cts” in modo da seguire “un principio di conoscenza scientifica nelle sue decisioni”. Conte sottolinea che “la conoscenza ha salde basi scientifiche”. “E’ imperativo categorico per un governo che deve proteggere la vita dei cittadini porre a fondamento delle proprie decisioni non già la libere opinioni che si susseguono ma le raccomandazioni di qualificati esponenti del mondo scientifico”, aggiunge.

Quello messo in campo “è un modo per far ripartire al meglio la nostra economia senza battute di arresto in futuro. Un approccio non graduale e incauto porterebbe ad una recrudescenza del contagio”.

“Non possiamo permettere che gli sforzi compiuti risultino vani per imprudenze compiute in questa fase così delicata. Qualsiasi atteggiamento ondivago, come passare dalla politica del “chiudiamo tutto” al “riapriamo tutto”, rischierebbe di compromettere in maniera irreversibile questi sforzi”.

“Il Def aggiorna il quadro alla luce dell’emergenza: il Pil dallo 0,6 subisce una contrazione significativa dell’8%, una previsione che sconta la caduta del Pil del 15% nel primo trimestre” e si prevede un rimbalzo con “una crescita del 4,7 nel 2021”. Nel Def sono previsti anche scenari peggiori “con il rischio di una persistenza del virus” e questo porterebbe a una contrazione del Pil fino a -10,4%. Numeri che “danno la misura della gravità dello scenario”.

“Al termine delle due settimane (previste dal Dpcm del 4 maggio, ndr) avremo un quadro più chiaro e potremo procedere ad un ulteriore allentamento delle misure contenitive”. Lo dice il premier Giuseppe Conte nell’informativa alla Camera. “Se nei prossimi giorni la curva dei contagi non dovesse crescere allenteremo ulteriormente le misure assicurando l’apertura in sicurezza del commercio al dettaglio, della ristorazione, dei servizi alla persona”, aggiunge.

Il recente rapporto del Comitato tecnico scientifico di cui si è parlato non è segreto, è stato pubblicato sui giornali, e oggi verrà illustrato dal professor Brusaferro”. Prima del suo intervento dai deputati Maurizio Lupi e Maurizio Molinari era arrivata la richiesta, rivolta al presidente della Camera Roberto Fico, di rendere disponibile il documento.

Il premier assicura che “non ci sarà un piano rimesso a iniziative improvvide di singoli enti locali ma basato su rilevazioni scientifiche. Iniziative che comportino misure meno restrittive non sono possibili, perché in contrasto con le norme nazionali, quindi sono da considerarsi a tutti gli effetti illegittime”. 

“Il primo decreto legge” sulle misure economiche “riprenderà tutti i provvedimenti del Cura Italia, li prolungherà e rafforzerà. Ci saranno 25 miliardi per le misure di sostegno al lavoro e sostegno al reddito come cassa integrazione, indennizzi per colf e badanti”.

Daremo anche un riconoscimento per le province più colpite dal Covid-19“. Il computo delle misure per le imprese nel prossimo decreto sarà di “15 miliardi”, sottolinea Conte.

“Nelle prossime ore il ministro della Salute emanerà un provvedimento per definire criteri e specifiche soglie di allarme per una valutazione accurata della tendenza al contagio in ciascuna area del Paese. Una volta che saranno definiti questi criteri sarà possibile anche un allentamento delle misure restrittive circoscritto su base territoriale, dove la situazione epidemiologica appare meno critica”.

Sempre parlando del prossimo decreto economico Conte sottolinea che “per il turismo, comparto particolarmente esposto, ci sarà sostegno alle imprese turistiche e alle famiglie sotto alcune soglie di reddito con un bonus da spendere nelle strutture ricettive del Paese”.

“Il governo intende dedicare alle famiglie lo spazio che meritano nei prossimi provvedimenti. Sarà cruciale preparare e sostenere progetti territoriali, tutelando anche il diritto al gioco, all’attività motoria, senza compromettere le norme di distanziamento sociale”, afferma Conte. “Condivido l’urgenza di ripensare gli spazi educativi in forma dilatata”, spiega.
“Specifica attenzione dovrà essere dedicata al tema della disabilità, anche dal punto di vista economico”.

Il governo prevederà “ricorso a iter autorizzativi semplificati per un campione di opere, è un’ulteriore direttrice di azione che prenderemo già nei prossimi provvedimenti. Un grande ruolo può essere svolto dal’azione coordinate delle grandi aziende a partecipazione pubblica”.

“Contiamo anche di recuperare un intervento di complessivo potenziamento di detrazioni fiscali a favore dell’edilizia e della sostenibilità. Stiamo studiando un meccanismo articolato che consenta ai cittadini di beneficare di sconti pari al costo pressoché totale dei lavori su lavori anti-sismici e di efficientamento energetico”, sottolinea Conte nella sua informativa alla Camera.

Poi in merito ai dpcm per il Coronavirus: “Non mi sfugge la portata dei rilievi della riserva di legge e del principio di legalità che la Costituzione pone a baluardo della persona. Ma quei principi non sono stati né trascurati né affievoliti. Il 31 gennaio è stato deliberato lo Stato di emergenza di rilievo nazionale da cui discendono precise conseguenze giuridiche come prevede il codice civile”.  “A questo si sono aggiunti due decreti legge che offrono copertura legislativa”.

“Per offrire al Paese una prospettiva più ampia, strutturale e ambiziosa, il governo intende presentare nei prossimi giorni un secondo decreto legge per la rinascita economica e produttiva dell’Italia”. Lo dice il premier parlando di “drastica semplificazione”. C’è “l’urgenza” di “riattivare investimenti pubblici e privati con un’agenda pubblica che deve predisporre un ambiente normativo il più favorevole possibile” a partire da “infrastrutture, innovazione verde e digitale“.

“Occorrerà valutare la possibile riapertura, in modalità sperimentale, di nidi e scuole dell’infanzia, oltre ai centri estivi e ad altre attività ludiche ed educative destinate a nostri bambini”.

“Una specifica attenzione dovrà essere riservata al tema della disabilità. Anche dal punto di vista economico. Per quanto riguarda l’ultimo Dpcm abbiamo previsto e lavorato con le associazioni, una riapertura dei centri diurni così detti semi-residenziali. Ovviamente il tutto con dei protocolli che saranno siglati a livello di patti territoriali in modo da garantire alle persone con disabilità, ai loro familiari e a tutti gli operatori che lavorano con loro, la massima sicurezza”.

Borghi, Conte tiranno? No diversamente sincero – “L’avvocato Conte tiranno o dittatore? No signori è molto meno, si tratta di un uomo diversamente sincero. Dopo mesi arriva nelle città de Nord come un ladro, senza avvisare nessuno”. Lo afferma Claudio Borghi, deputato della Lega nel corso del suo intervento dopo l’informativa del premier Conte.

Meloni, Italia non è reality show, ora basta – “Anche oggi è venuto ad informare per ultimo il Parlamento delle sue decisioni insindacabili. Questo non è più tollerabile. Lo dico con pacatezza: lo abbiamo consentito all’inizio ma dopo tre mesi dalla dichiarazione dello stato di emergenza non c’è più ragione di continuare con questi metodi, a meno che il governo non intenda utilizzare questa emergenza per accrescere la sua visibilità personale”. Lo ha detto la leader di Fi Giorgia Meloni in Aula alla Camera dove aggiunge: “Questo non è un reality show”.

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Salute

Prevenzione e tumori: il potere degli screening

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La colonscopia riduce il rischio di cancro al colon-retto. Una diagnosi precoce può salvare la vita: il primo passo verso il futuro

La lotta contro il cancro è una delle sfide più grandi che la medicina moderna affronta, ma c’è una potente arma a disposizione di tutti: la prevenzione. Agire tempestivamente attraverso controlli regolari, stili di vita sani e l’adozione di programmi di screening può fare la differenza tra scoprire un tumore nelle sue fasi iniziali o avanzate, determinando il successo delle cure e la qualità di vita dei pazienti.

Quando si parla di prevenzione, non si fa riferimento solo al controllo occasionale, ma a una strategia globale che comprende stili di vita sani, educazione alla salute e l’accesso a screening periodici. Un’alimentazione bilanciata, attività fisica regolare e l’eliminazione di fattori di rischio come fumo e alcol sono già passi fondamentali per ridurre il rischio di molti tumori.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), quasi il 40% dei tumori può essere evitato attraverso la prevenzione. Ma non meno importante è il riconoscimento precoce. Molti tumori, se diagnosticati nelle fasi iniziali, hanno maggiori possibilità di essere trattati con successo. Ecco perché gli screening periodici, come la mammografia, il pap test o la colonscopia, sono essenziali.

Tra gli esami di screening, la colonscopia si distingue per la sua efficacia nella prevenzione del tumore al colon-retto, uno dei tumori più diffusi e letali. Questo esame è fondamentale perché permette non solo di individuare eventuali formazioni tumorali, ma anche di rimuovere lesioni precancerose (come i polipi) prima che possano evolversi in cancro.

Il tumore del colon-retto è il terzo più comune al mondo, ma ha una caratteristica cruciale: si sviluppa lentamente. Ciò significa che, se individuato precocemente, può essere trattato con alte probabilità di successo. La colonscopia permette di osservare direttamente l’interno dell’intestino e, in caso di presenza di polipi, questi possono essere rimossi immediatamente durante l’esame, prevenendo così la trasformazione in cancro.

Le linee guida internazionali raccomandano di iniziare a sottoporsi a colonscopia di screening a partire dai 50 anni di età, ma in presenza di fattori di rischio come una storia familiare di tumori al colon, o sintomi come sanguinamento intestinale o cambiamenti nelle abitudini intestinali, potrebbe essere indicato eseguire l’esame già a partire dai 40 anni o anche prima.

L’intervallo tra una colonscopia e l’altra varia in base ai risultati dell’esame precedente. In caso di normalità, il controllo successivo può essere ripetuto dopo 10 anni. Se, invece, vengono rilevati polipi, il medico può consigliare di ripetere l’esame con maggiore frequenza, solitamente ogni 3 o 5 anni.

Una delle caratteristiche principali della colonscopia è la sua capacità non solo diagnostica ma anche terapeutica. Oltre a identificare eventuali tumori o polipi, durante l’esame è possibile prelevare campioni di tessuto per analisi (biopsia) o rimuovere direttamente le lesioni sospette. Questo rende la colonscopia uno strumento unico, in grado di ridurre significativamente il rischio di sviluppare un tumore colon-rettale.

Pur trattandosi di un esame invasivo, la colonscopia è generalmente ben tollerata, grazie anche alla possibilità di essere eseguita in sedazione, riducendo così il disagio del paziente.

L’importanza della prevenzione e degli screening non può essere sottovalutata. Programmi di screening regolari per tumori al seno, alla cervice e al colon hanno già mostrato significativi risultati nel ridurre i tassi di mortalità e nel migliorare la qualità della vita dei pazienti. Tuttavia, nonostante i benefici comprovati, c’è ancora una parte della popolazione che non aderisce a questi programmi per paura, mancanza di informazione o accesso limitato alle strutture sanitarie.

La sensibilizzazione diventa quindi cruciale: rendere le persone consapevoli dell’importanza della prevenzione e facilitare l’accesso agli screening rappresenta uno degli obiettivi principali per una società più sana.

La prevenzione è la chiave per sconfiggere il cancro. La diagnosi precoce, ottenuta attraverso esami come la colonscopia, può salvare vite. La lotta contro i tumori deve partire dall’informazione, dall’educazione alla salute e dall’accesso a controlli regolari. Ogni esame può essere l’occasione per prevenire una malattia grave e migliorare la qualità della vita.

Prendersi cura di sé, oggi, significa investire nel proprio futuro.

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Anemia falciforme: a Perugia il primo trattamento di editing genomico su un giovane in Europa

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Domani, presso la Sala Caduti di Nassirya del Senato, verrà presentato un evento di portata storica per la medicina italiana ed europea: il primo trattamento di editing genomico su un giovane ventenne affetto da anemia falciforme, eseguito presso l’Ospedale di Perugia. Questa innovazione terapeutica segna un importante traguardo per l’Azienda Ospedaliera di Perugia, che si posiziona tra i primi centri in Europa ad aver somministrato questa avanzata terapia genica.

La giornata di presentazione sarà aperta dal senatore Francesco Zaffini, presidente della decima Commissione “Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale”, a cui seguiranno interventi di esponenti di rilievo nel panorama sanitario italiano, tra cui Pierluigi Russo, direttore tecnico scientifico di AIFA, e Giovanni Migliore, presidente di FIASO. Inoltre, prenderanno la parola i professionisti sanitari coinvolti direttamente nella cura del paziente: Maurizio Caniglia, direttore del Dipartimento Materno Infantile e di Oncoematologia Pediatrica, e Francesco Arcioni, responsabile del progetto di terapia genica.

Un trattamento rivoluzionario per l’anemia falciforme

L’anemia falciforme è una malattia genetica ereditaria che colpisce l’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno nel sangue. Nei pazienti affetti, i globuli rossi assumono una caratteristica forma a falce, ostacolando il corretto flusso sanguigno e provocando episodi di dolore acuto, infezioni e danni agli organi. Fino ad oggi, l’unica cura approvata era il trapianto di midollo osseo, una procedura invasiva e non sempre accessibile a tutti i pazienti.

Il trattamento di editing genomico rappresenta un cambiamento epocale. Questa terapia agisce direttamente sul DNA del paziente, correggendo la mutazione genetica responsabile della malattia. Grazie a tecnologie come il CRISPR-Cas9, è possibile “riscrivere” specifiche porzioni del genoma, modificando le cellule del paziente affinché producano emoglobina sana.

Questo trattamento innovativo ha visto la partecipazione di diversi centri di eccellenza, tra cui l’Ospedale Bambino Gesù di Roma, uno dei centri capofila della sperimentazione. La fase sperimentale, supervisionata dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA), ha mostrato risultati promettenti, aprendo la strada a una terapia potenzialmente risolutiva per migliaia di pazienti.

Il ruolo dell’Ospedale di Perugia

L’Ospedale di Perugia è uno dei pochi centri in Europa ad aver ottenuto le certificazioni necessarie per diventare ufficialmente accreditato nella somministrazione di terapie geniche avanzate. Questa struttura si è distinta per la sua capacità di gestire procedure complesse e altamente innovative. Il giovane ventenne, paziente di questo primo trattamento, è uno dei quattro in Italia a beneficiare di questa terapia, selezionata grazie a un’autorizzazione speciale concessa dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA).

La terapia, estremamente costosa e non ancora disponibile commercialmente in Italia e in Europa, è stata finanziata interamente dal Servizio Sanitario Nazionale, che ha riconosciuto l’assenza di valide alternative terapeutiche per i pazienti affetti da anemia falciforme. AIFA si è impegnata a rimborsare i costi sostenuti dall’Azienda Ospedaliera di Perugia, consentendo a questo trattamento di essere erogato senza oneri per il paziente.

L’importanza dell’editing genomico nella cura delle malattie genetiche

L’editing genomico è una delle frontiere più promettenti della medicina moderna. Questa tecnologia non solo permette di trattare malattie genetiche rare come l’anemia falciforme, ma ha il potenziale per curare altre condizioni ereditarie e persino tumori. Il successo di questo trattamento rappresenta una speranza concreta per i pazienti che soffrono di malattie attualmente incurabili.

Come ha dichiarato il direttore generale dell’Ospedale di Perugia, Giuseppe De Filippis, “Questo importante risultato pone il nostro ospedale all’avanguardia in Europa per l’utilizzo di terapie innovative e avanzate. È una conquista per l’intero sistema sanitario italiano e una speranza per tutti i pazienti affetti da malattie genetiche”.

L’incontro di domani segnerà l’avvio ufficiale di una nuova era nella cura delle malattie genetiche, con la speranza che l’editing genomico possa diventare presto una realtà diffusa e accessibile per tutti coloro che ne hanno bisogno.

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Dal Parkinson al diabete, le cellule staminali come possibile cura? Esperti italiani discutono potenzialità e rischi della medicina rigenerativa

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Dalla ricerca alla regolamentazione: il punto di vista degli esperti

Le cellule staminali rappresentano una delle più promettenti frontiere della medicina moderna, offrendo potenziali soluzioni per malattie finora considerate incurabili. Questo campo di ricerca, in rapida evoluzione, sta attirando l’attenzione di scienziati, medici e pazienti in tutto il mondo.

Il Prof. Giovanni Bianchi, direttore del Centro di Medicina Rigenerativa dell’Università di Milano, spiega: “Le cellule staminali hanno la straordinaria capacità di trasformarsi in diversi tipi di cellule del corpo. Questo le rende potenzialmente utili per riparare tessuti danneggiati o sostituire cellule malate in una vasta gamma di condizioni.”

Tra le patologie che potrebbero beneficiare di terapie basate sulle cellule staminali ci sono il morbo di Parkinson, il diabete di tipo 1, le malattie cardiache e le lesioni del midollo spinale. La Dott.ssa Maria Rossi, neurologa presso l’Ospedale San Raffaele di Milano, afferma: “Nel caso del Parkinson, stiamo studiando come le cellule staminali potrebbero essere utilizzate per sostituire i neuroni dopaminergici danneggiati. I risultati preliminari sono incoraggianti, ma c’è ancora molta strada da fare.”

Nonostante l’entusiasmo, gli esperti avvertono che è necessaria cautela. Il Prof. Roberto Verdi, bioeticista dell’Università di Roma, sottolinea: “Dobbiamo considerare attentamente le implicazioni etiche dell’uso delle cellule staminali, specialmente quelle embrionali. Inoltre, c’è il rischio di creare false speranze nei pazienti se non comunichiamo chiaramente lo stato attuale della ricerca.”

Un altro aspetto critico è la sicurezza. Il Dott. Luca Neri, oncologo e ricercatore presso l’Istituto Europeo di Oncologia, avverte: “Uno dei maggiori rischi nell’uso delle cellule staminali è la possibilità di crescita incontrollata e formazione di tumori. È fondamentale condurre ricerche approfondite per garantire la sicurezza dei trattamenti prima di passare alle applicazioni cliniche su larga scala.”

Nonostante le sfide, molti scienziati rimangono ottimisti. La Prof.ssa Elena Bianchi, esperta di medicina rigenerativa presso l’Università di Padova, dichiara: “Stiamo facendo progressi significativi nella comprensione di come manipolare e dirigere le cellule staminali. Credo che nei prossimi decenni vedremo trattamenti rivoluzionari basati su questa tecnologia.”

Le autorità regolatorie stanno lavorando per stabilire linee guida chiare per la ricerca e l’applicazione clinica delle terapie con cellule staminali. Il Dott. Marco Ferrara, membro del Comitato Nazionale di Bioetica, afferma: “È essenziale bilanciare l’innovazione scientifica con la tutela dei pazienti e il rispetto dei principi etici. Stiamo lavorando per creare un quadro normativo che promuova la ricerca responsabile e l’accesso equo ai trattamenti.”

Mentre le cellule staminali offrono indubbiamente grandi opportunità per il futuro della medicina, è chiaro che ci sono ancora molte sfide da superare. La comunità scientifica, i regolatori e la società nel suo complesso dovranno collaborare per navigare le complesse questioni scientifiche, etiche e legali associate a questa tecnologia promettente. Con un approccio equilibrato e responsabile, le terapie basate sulle cellule staminali potrebbero davvero rappresentare una svolta nella cura di molte malattie debilitanti.

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