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Redazione
Vendite dettaglio in calo a settembre: -0,1% su agosto e -3,1% sull'anno. E la Confesercenti lancia l'allarme per il maxi aumento dell'Iva, se scattasse i consumi crollerebbero di 3 miliardi di euro. Secondo l'Istat ad agosto le vendite hanno fatto registrare un calo su base mensile dello 0,1% mentre rispetto ad agosto 2013 la flessione e' del 3,1%. Nella media del trimestre giugno-agosto, si e' verificato un decremento dello 0,6% rispetto ai tre mesi precedenti. In calo tutti i settori, in particolare i beni alimentari che su base annua sono diminuiti del 3,7% (-0,1% su base mensile).
L'indice calcolato dall'Istat e' sceso a 101,4 da 101,9 del mese di settembre. Le componenti personale ed economica diminuiscono, la prima in misura piu' lieve passando a 100,7 da 101,5, la seconda in modo piu' consistente passando a 101,3 da 105,4. L'indice riferito al clima corrente si riduce a 100,6 da 102,6; diminuisce anche quello riferito alle aspettative future a 101,7 da 102,7. Riguardo alla situazione economica del Paese, diminuiscono i saldi sia dei giudizi sia delle attese: a -106 da -100 e a -16 da -9 rispettivamente. Quanto alla tendenza della disoccupazione, il saldo aumenta lievemente a 58 da 56.
"La crisi delle vendite, che colpisce soprattutto i piccoli negozi, si aggrava e viene colpevolmente sottovalutata. Anzi, rischia ancora di peggiorare: se dovesse scattare il maxi-aumento Iva previsto dalla clausola di salvaguardia i consumi calerebbero, secondo le nostre stime, di altri 3 miliardi nel 2016, circa 100 euro in media in meno a famiglia.
Uno scenario devastante che inevitabilmente porterebbe alla chiusura di altre migliaia di imprese, con pesanti conseguenze sul piano occupazionale e sociale" fa sapere Confesercenti secondo cui "il calo delle vendite ad agosto, pure se contenuto, e' il quarto consecutivo. In particolare, la situazione delle piccole superfici e' gravissima: da gennaio 2012 ad oggi le vendite dei piccoli negozi hanno registrato solo due volte un aumento su base mensile. Ma il calo ormai investe tutte le forme distributive, e ci conferma che le difficolta' del mercato interno si aggravano in continuazione : nonostante i primi segnali di politiche di sostegno al reddito messe in campo dal governo le famiglie italiane, gia' colpite duramente dalla crisi, temono di impoverirsi ancora di piu' nel prossimo futuro e risparmiano su tutto. Una situazione generata dall'incertezza per il futuro, inevitabilmente acuita appunto dalla prospettiva di un prossimo maxi-aumento fiscale sui consumi".
"C'e' bisogno – prosegue la nota – di un piano di intervento serio e articolato per rilanciare il mercato interno. Un piano che preveda una sostanziale riduzione del carico fiscale che grava su consumi e famiglie e recuperi piu' risorse dai tagli della spesa pubblica. Soprattutto, e' indispensabile evitare i pesanti errori del recente passato, come quello dell'aumento dell'Iva, i cui risultati sono stati deludenti in termini di gettito e dirompenti per la propensione al consumo. Occorre agire sul versante fiscale in modo tale da alleggerire soprattutto il peso esorbitante del prelievo a livello locale dove invece sarebbe opportuno colpire gli sprechi e le spese inutili. La stagnazione sta distruggendo posti di lavoro, imprese e ricchezza ed e' fondamentale dare risposte efficaci ed in breve tempo prima che il mercato interno si trasformi in un baratro senza fine".
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