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COMO: PALAZZO BROLETTO OSPITA LA MOSTRA ANTOLOGICA "IL VIAGGIO DELL'ANIMA" DI ERNESTO SOLARI

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Tempo di lettura 3 minuti La mostra sarà aperta al pubblico dal 22 marzo al 27 aprile 2014

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Redazione

Como – Dal prossimo 22 marzo il Palazzo del Broletto di Como ospiterà la mostra antologica dell’artista Ernesto Solari, dal titolo “Il Viaggio dell’Anima” e rimarrà aperta al pubblico fino al 27 aprile 2014. Si tratta di una rassegna che comprende la sintesi di cinquant’anni di attività dell’artista dedicati all’arte, alla pittura, alla scultura, senza  dimenticare gli studi e gli omaggi interpretativi di opere d’arte di grandi maestri del Rinascimento, in particolare  Leonardo, Durer e Raffaello, nè temi relativi a Leopardi, Federico II o quello sull’albero della vita (già  sviluppato in un’ampia mostra a Villa Olmo-Como nel 1997).

“L’anima, il sogno e l’eros” saranno il mood della rassegna con i numerosi spunti di interesse culturale legati alle esperienze artistiche di Solari: un unico filo conduttore che trova riferimenti nella cultura rinascimentale e in quella di epoche più vicine a noi, da  il ”Sogno di Polifilo (Hipnerotomachia Poliphili)” di Francesco Colonna a “Scuote l’anima mia eros” di Eugenio Scalfari.  E sono soprattutto questi i temi che hanno ispirato e contaminato l’ultima produzione dell’artista, in particolare le pirografie e le sculture in legno.

"Sono pittore alchimista e puntinista che usa il punto luce materico, questo grazie all'incontro tra la luce e la tela antica che io utilizzo. Sono tele dell'Ottocento fatte con telai del ‘600 che forniscono un effetto quasi plastico e tridimensionale alle opere; lo stesso effetto cerco di ottenerlo nelle mie pirografie utilizzando le bruciature e le cavità del legno che ne derivano, quindi un effetto simile ma con una tecnica opposta che mi permette di raggiungere quell'unione degli opposti che ogni alchimista persegue." – spiega Ernesto Solari che in questo modo codifica una propria e precisa cifra stilistica e distintiva, attraverso la ricerca rinascimentale e l’amore per l’alchimia che è presente in tutte la sue opere.

E’ un mondo complesso, quello di Solari, che può essere spiegato soltanto attraverso le opere, le linee-forza, i pieni e i vuoti, i punti luce materici, e i solchi creati nella materia che fanno combaciare gli opposti, i complementari. All’artista non interessano i due momenti isolati della creazione, ma piuttosto il processo che, per esempio, porta la ricerca esoterica (o kabalistica) a diventare parente della pittura, così come la materia lavorata, modellata o scolpita diventa pittura.

La mostra  – che, nel suo complesso, verrà presentata dal critico Roberto Borghi –  propone, oltre ad una sintesi dei momenti più significativi dell’esperienza artistica di Solari, un’assoluta novità: i suoi lavori in scultura verranno presentati per la prima volta al Broletto, partendo dalle esperienze plastiche più giovanili fino ad arrivare alle ultime sculture in legno pirografate, ai totem, ai dolmen e ai labirinti, percorsi di verità.

E’  presente in catalogo una riflessione del Prof. Pedretti su “l’anima Leonardesca” che affianca il tema centrale della mostra “Il Viaggio dell’Anima”. Un percorso espositivo ben distinto che segna l’evoluzione e il pensiero prima dell’uomo e poi dell’artista Solari che attraverso le sue opere dà voce agli interrogativi dell’anima.
 
All’esposizione del Broletto saranno anche affiancati alcuni incontri con Solari dedicati a presentazioni di alcune sue pubblicazioni, sia di carattere artistico sia legate alla sua ricerca di storico dell’arte (il programma dettagliato sarà pubblicato sul sito www.museosolari.net).

Il primo appuntamento sarà dedicato al cinquantennio della sua esperienza artistica e al filo conduttore di questa antologia: “L’anima, il sogno e l’eros”.

Il secondo incontro sarà dedicato ai primi studi su Leonardo e Durer ed alle sue prime pubblicazioni: Gli Arcani Occultati, la Sacra Famiglia di Lipomo, Piona e il Cenacolo, La Gioconda e la Sant’Anna.

Il terzo, sarà dedicato alle ultime  scoperte leonardesche: dallo studio di Sant’Anna al Ritratto di Isabella d’Este,  fino ad alcune anteprime sulle ultimissime ricerche. 

La mostra resterà aperta fino al 27 aprile 2014 e sarà illustrata e raccontata in un catalogo al quale si affiancherà una versione digitale dell’opera generale dell’artista collegandosi a www.museosolari.net: un vero e proprio ampliamento della catalogazione delle creazioni e dei  momenti più importanti del suo percorso artistico.

 

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Corsi di recupero per i debiti formativi: dettagli ed efficacia

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Ogni scrutinio di classe è diverso e proprio per questo possono essere decretate promozioni, bocciature o sospensioni di giudizio, nonché i cosiddetti debiti formativi.

In questo articolo non si vuole tanto commentare la decisione di dare 1 o 2 o 3 debiti formativi in una o più discipline, quanto l’efficienza dei corsi formativi che dovrebbero aiutare lo studente, in sospensione di giudizio, a ripassare la materia/e per poi dare l’esame “riparativo” da fine agosto a inizio settembre.

La regola ministeriale sancisce che chi “salda” il debito/i passa all’anno scolastico successivo e chi non lo supera dovrà ripetere l’anno.

Quello che spesso ci si domanda, tra docenti, è quanto l’alunno riesca a comprendere dal corso formativo e quanto sia utile lo studio individuale.

Sicuramente, il corso formativo aiuta l’alunno a ristudiare i punti di fragilità della disciplina in cui ha il debito, ma un buono studio individuale può rendere maggiormente efficace il recupero.

In questo caso, sarebbe necessario avere un’insegnante esterno che possa aiutare lo studente a focalizzarsi sui punti chiave svolti a lezione.

Essenzialmente, per questi motivi sarebbe idoneo:

  • 1. Focalizzare per memorizzare, ma anche per comprendere;
  • 2. Produrre uno schema riassuntivo sugli argomenti che appaiono più fragili da apprendere;
  • 3. Leggere gli schemi e i riassunti ad alta voce;
  • 4. Non darsi un tempo nello studio poiché ogni persona ha i suoi di tempi;
  • 5. Ripetere i concetti chiave più e più volte;
  • 6. Passare ad argomenti successivi;
  • 7. Produrre testi o comprensioni scritte per esercitarsi;
  • 8. Nella fase finale ripassare tutto a scaglioni.

Pertanto, costruirsi uno schema mentale è molto utile sia per l’alunno che per l’insegnante che, caso mai segue, individualmente il ragazzo/a.

Ecco, secondo questa progettualità di recupero, lo studente con debito/i potrebbe arrivare a risultati efficaci e fare “bella figura” davanti alla commissione di recupero. Tuttavia, la proposta vincente è si ai corsi formativi, ma anche un grande si allo studio individuale oppure accompagnato da un docente in rapporto 1/1.

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La linguistica italiana: qual’è l’elemento che si oppone al suo cospetto?

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La lingua italiana nel corso dei secoli ci ha lasciato poemi, trattati, racconti e storie che al giorno d’oggi necessitano di essere interpretati da esperti ( o non ) per poterli conoscere nella loro anima. Pensiamo alla Divina Commedia di Dante Alighieri nella versione volgare dell’italiano … ecco in questo caso per interpretarla dobbiamo “tradurla nell’italiano che si parla oggi”.

Gli studiosi, i docenti possono tradurla, ma chi non è erudito o non possiede le strumentazioni adatte (vocabolari, la conoscenza della storia della lingua italiana etc …) fa sicuramente più fatica a comprenderne il significato.
Tutto quello che la lingua italiana ci ha lasciato necessita di essere analizzato poiché come primo requisito per una giusta comprensione del poema è sapere quando è stato scritto? dove è stato scritto (in quale paese)? che influenze ha subito da parte di altre lingue? quale storia c’è dietro a quel racconto?

Parlare di interpretazione linguistica è banale, si necessità di una vera e propria traduzione, ad esempio dall’italiano volgare del 1200 a quello del 1800.
Ogni epoca ha delle caratteristiche linguistiche in termini diacronici che nessuno può modificare.

Come reca il titolo dell’articolo esiste un elemento che si oppone alla pura lingua italiana (così come la conosciamo oggi): il dialetto.

In molti paesi della nostra penisola il dialetto è conservato e tutt’ora oggi si mantiene vivo. Questo accade sia al nord, al centro che al sud Italia.

L’utilizzo del dialetto, considerato una lingua a tutti gli effetti, è molto in voga in Italia poiché molte persone vogliono mantenere le proprie origini e, non solo, anche la propria unicità/identità. Per tali motivi, assolutamente non banali, la lingua italiana si confronta anche con i vari dialetti.

La dialettofonia rappresenta il suono delle parole di un determinato registro linguistico tipico di una parte della nostra Italia. A volte il solo aspetto fonetico delle parole dialettali ci permette di riconoscere, ad esempio, da quale regione arriva quella tal persona.
Il dialetto “ricalca”, in senso figurato, uno stemma che ciascuno di noi porta nel suo DNA e che non può cancellare. Tuttavia, se una persona non parla il suo dialetto non vuol dire che non gli piaccia o che non sa esprimersi, ma semplicemente possono esserci delle abitudini pregresse che non gli consentono di utilizzare il dialetto.

Solitamente questo è il caso dei giovani d’oggi che preferiscono gli slang ai codici linguistici del proprio dialetto. Una caratteristica sicuramente positiva è mantenere vive le forme dialettali a favore di un loro utilizzo altrettanto diffuso.

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Un anno senza Silvio Berlusconi

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Era il maggio del 2016, mancavano pochi giorni alla sfida tra Beppe Sala e Stefano Parisi candidati sindaco di Milano.
Io ero un “semplice” candidato nel municipio 8 ove ero residente.
Una serata elettorale come tante io, ovviamente, giacca e cravatta come “protocollo detta”.
Si avvicina un amico e mi fa: vuoi venire a salutare il presidente?
Io tentenno – non lo nascondo, mi vergognavo un po’ – lo seguo entro in una stanza.
Presenti lui, il presidente, Maria Stella Gelmini, il mio amico ed un altro paio di persone.
Presidente lui è Massimiliano Baglioni è uno dei candidati del nostro schieramento, dice il mio amico.
Il presidente mi stringe la mano mi saluta e con un sorriso smagliante mi chiede:
Cosa pensa di me?
Ed io, mai avuti peli sulla lingua, rispondo:
Presidente non mi è particolarmente simpatico, lo ammetto, ma apprezzo in Lei quella Follia che ci unisce in Erasmo da Rotterdam.
Sorride si gira verso la Gelmini e dice:
Mary segna il numero di questo ragazzo, mi piace perché dice ciò che pensa.
Si toglie lo stemma di Forza Italia che aveva sulla giacca e lo appende sulla mia.
Non lo nascondo: sono diventato rosso.

Oggi, ad un anno dalla morte di Silvio Berlusconi riapro il cassetto della mia memoria per ricordare questo italiano che ha fatto della Follia un impero economico, una fede calcistica, una galassia di telecomunicazioni.
Conservo con cura quella spilla simbolo di  un sogno, simbolo di libertà.
Grazie ancora, presidente, ma si ricordi: non mi è, ancora oggi, simpatico.

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