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"COME IN ALTO COSI' IN BASSO": AL DI LA' DEI MAYA, NOI

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Tempo di lettura 7 minuti Parte la prima puntata della rubrica olistica di Sara Desirè Gàlea

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Sara Desirèe Gàlea

Con oggi diamo inizio a questa nuova rubrica che ho denominato, dalla ben nota formula della Tavola Smeraldina di Ermete Trismegisto, "Come in alto, così in basso". Nel corso dei nostri incontri, ne comprenderemo bene il significato che vuole essere, in tutta umiltà, un faro o una ‘’ stella cometa’’  che  illumina l’obiettivo primario della vita,  capendone il senso, la funzionalità, comprendendone la struttura, la vera natura,  trovandoci, così,  a viverla in maniera  più semplice, leggera, con allegria e sempre rinnovato desiderio di vivere nella creazione assoluta e responsabile della propria vita, avvalendosi dell’aiuto più grande che mai ci sia stato concesso: la vicinanza dell’energia Universale.

Sono sicura che la vita quotidiana di chi leggerà questa rubrica modificherà in termini e sfaccettature di luminosità, talvolta ne muterà il significato. E’ così che accade ormai da dieci anni a questa parte a tutte le persone con le quali ho iniziato a condividere un cammino di vita, nella realtà tridimensionale (presto conosceremo altre realtà) ed in quella cibernetica attraverso i miei Blog ‘’Sara Desirè galea in face book,  o wordpress. Quindi mi presento, ed espongo il progetto che, con gioia, mi pregerò di portare avanti insieme a tutti coloro che vorranno appassionarsi a questa rubrica profondamente intrisa di energia e leggera come si vorrebbe si fosse tutti.

Mi chiamo Sara Desirè Gàlea e sono un Operatore Olistico, ovvero un Life Coaching, un facilitatore dei cambiamenti, del percorso di chiarificazione, e di acquisizione di maggior consapevolezza. Sono, come si dice in ‘’gergo’’,  un’anima in cammino, e per darmi quanti più strumenti per questo percorso mi sono dedicata, e mi  dedico,  anima e corpo,   all’acquisizione di studi, tecniche, ‘’energie’’,  pratiche spirituali, approfondendo continuamente il mio amore per la conoscenza, la Coscienza, l’Io profondo,   per il desiderio di toccare con mano ciò che scopro, e mi trova, quando il mio studio, e la mia ricerca, sono concentrate nel mio spazio interiore attraverso la meditazione. E’ da qui che nasce l’idea del titolo “Come in alto così in basso’’, essendo l’alto uno spazio che scopriremo risiedere dentro di noi, seguendo seminari, corsi e percorsi  esperienziali, e teorici, con  conseguente abilitazione a professare:  Theta Healing Basic DNA e Theta Healing® – DNA avanzato  Institute of Knowledge USA Vianna Stibal– OneNess Diksha Giver Oneness University India  –Yogin (yoga) — Kryia Yoga — Sahaja Yoga –Channeler — PNL Evolution –Operatore The Reconnective Healing di Erik Pear – Reiki.

Scopriremo insieme  gli strumenti che ci sono stati donati dal Divino, e scopriremo che la vita spirituale non ha nessuna connessione con le religioni, infatti  è indipendente, e finalizzata, soltanto a se stessa e all’essere umano. Tutto ciò che comprenderemo scopriremo esistere da sempre,  fin dalla nostra nascita, e comprenderemo che il tutto si era  occultato  tra i meandri di apparenze, false credenze, e dinamiche passive di una vita che si era persa nelle turbolenze di afflizioni ed ostacoli.

Libereremo la nostra dualità dal conflitto portandola nell’Unità. Cosa significa? Avrete sensaltro sentito parlare del fatto che dentro ognuno di noi c’è un essere maschile ed un essere femminile, dentro ogni uomo e donna di questo mondo, Yin e Yang,  che risiedono rispettivamente nel nostro cervello, emisfero destro principio negativo femminile, ed emisfero sinistro  principio positivo maschile. In questo concetto risiede la base dell’Universo, come da considerazioni della filosofia cinese. I due poli, maschile e femminile, non si contrastano ma si completano  in un Perfetto Equilibrio, uno non può esistere senza l'altro,  e  nessuno  dei due  predomina sull'altro, almeno questo non avvenga in un essere vivente in cui vive l’equilibrio e l’armonia, dico “almeno che”, perché in effetti, con il tempo, i due poli si sono separati entrando in contrasto l’uno con l’altro, dando all’essere umano molteplici problemi esistenziali, fondamentali, fisici e psichici.

Tanto per comprendere come siamo fatti  fisicamente ciascun emisfero celebrale comanda la parte opposta del corpo, ovvero l’emisfero destro, il femminile, dispone la parte sinistra del corpo e l’emisfero sinistro il suo opposto. L’unione e l’armonia dei due emisferi celebrali, unione che può sopraggiungere soltanto attuando un profondo lavoro di meditazione e percorso interiore, provoca il risveglio del terzo occhio. Il terzo occhio è il presupposto dell'intuito e della chiaroveggenza, è la vista dell'Anima, e aprirlo vuol dire prendere Coscienza di chi siamo, ma ne parleremo abbondantemente.

 Nel corso di questo viaggio scopriremo che dentro di noi ci sono dei centri vitali che sono siti sulla colonna vertebrale, i chakra, e scopriremo anche che la vita spirituale si muove dentro la colonna vertebrale dove, al suo risveglio, si alza l’energia primaria che esiste dentro l’essere umano, la Kundalini.

La kundalini risiede dentro l’osso sacro ( scopriamo così  anche perché si chiama sacro) ed è raffigurata come un serpente arrotolato che nell’essere umano, inconsapevole e dormiente, riposa attorcigliata su se stessa fino a che,  per effetto di particolari eventi, o meditazioni, o pratiche, etc, inizia la sua ascesa verso lo yoga, ovvero l’unione con l’energia dell’Universo ( Dio, Cosmo, o come chiunque lo vuole chiamare). Questa energia è collegata al corpo di ognuno di noi per mezzo di un canale energetico speciale, ma poi vedremo più in la a cosa serve questa importantissima energia.

La vita spirituale, negli ultimi anni, ha ripreso il suo giusto posto, valore  primario e fondamentale,  diventando una virtù reale proprio da quando si è compreso che  il suo itinerario è perfettamente coerente con l’evoluzione della scienza.

In questo percorso scopriremo che ciò che ci era stato dipinto come fantascientifico, o come ‘’occultismo’’,  inteso come  parte delle potenze del male, in effetti è soltanto "conoscenza di ciò che è nascosto" o "conoscenza del soprannaturale".

Il termine soprannaturale porta l’attenzione al termine ‘’normale ’’ di cui ci siamo largamente riempiti la bocca, nei secoli, come concetto di ‘’giusto, regolare, sano,  ’’ ma la domanda che mi sono posta quando ho iniziato il mio viaggio nell’Io profondo, e che  tutti dovrebbero porsi , qualora decidano di iniziare il proprio viaggio dentro se stessi è ‘’cosa è la normalità’’ e quindi… ‘’chi e cosa sono io? ‘’  e ancora  ‘’La normalità oggettiva – collettiva deve instradarmi in ciò che devo essere io o io sono la mia normalità?”.

Ma questo tragitto ci porterà ad entrare anche in concetti fondamentali che ci renderanno consapevoli del fatto che il pensiero crea la vita e anche l’alimentazione partecipa al processo del benessere spirituale, come il movimento, la meditazione, la gioia, l’allegria, la risata, la relazione interpersonale ma, soprattutto, il rapporto che ognuno di noi deve creare con il proprio essere più importante: se stesso/a.

Per percorrere la vita con armonia, ed equilibrio interiore, bisogna diventare persone coscienti e consapevoli.

Il problema dell’essere umano è che vive dentro una fitta nebbia fatta di illusioni, nebbia che rende impossibile l’accesso alla vera realtà, danneggiando la percezione umana della vita, ed il conseguente approccio agli eventi, decretando, così, la sconfitta della volontà umana. Le persone, purtroppo, non si rendono conto di essere intrappolate dentro una forma di sonno profondo scambiando, così, la realtà illusoria, creata dalla propria mente, per realtà vera. Come fare ad uscire da questo stato di torpore e prendere l’accesso nella dimensione reale della vita?  Bisogna effettuare un profondo lavoro su se stessi, innanzitutto volendo fortemente credere, anche se solo per supposizione, che ciò che si vede non corrisponde a realtà,  dopodiché bisogna imporsi di affidare la gestione della propria vita non alla mente di superficie, ovvero quella razionale, che continuamente parla, analizza e stabilisce cosa dobbiamo fare, e cosa sia meglio per noi, ma al cuore, ovvero alla mente intelligente, quella interiore che comunica con noi attraverso le sensazioni, le ispirazioni, ed i desideri.

Nel momento in cui noi iniziamo a prestare attenzione alla mente profonda, dandogli il potere di esprimersi, diventeremo esseri più consapevoli, e riusciremo a carpire, e smascherare, la faziosità della mente istintiva, e la sua volontà di nasconderci, o mostrarci,   ciò che non ci porterebbe ad un risveglio della nostra interiorità. In poche parole, senza fare troppi giri di parole, tutti noi siamo vittime del potere subdolo che la mente istintiva, ovvero quella che ci parla in maniera continuata inviandoci, e nascondendoci, informazioni che servono a tenere il nostro stato di coscienza basso   ( stato che in altre parole si può definire come la parte ombra della nostra vita).

… Ma la vita ha messo la sveglia, è  suonata l’ora in cui dovete affrontare il vostro risveglio, e riprendervi il potere della vostra vita fatta di desideri, amore, benessere, e gioia di vivere con leggerezza e gioco.

Non è difficile, bisogna soltanto ambire alla felicità. Vi piacerebbe scoprire di essere diventati attori, registi, scenografi, costumisti etc etc… della vostra vita?

Lo siete, nel bene e nel male, si, anche nel male, tutto ciò che vi accade siete voi a crearlo, anche le malattie. E proprio per questo è ora che diventiate coscienti della vostra vita, per diventare attori consapevoli e registi della vostra realtà e non vittime delle vostre forze interiori ‘’oscure’’, nel senso che non sono visibili al vostro stato di coscienza.

La vecchia Era, quella che si è conclusa nel giorno fatidico del 21.12.2012,  come da calendario Maya,  ha visto la sua fine, insieme al  basso livello vibrazionale che ha portato l’umanità a creare il mondo in cui viviamo, e questo significa che ogni essere vivente deve sincronizzarsi a questa modificazione dei campi magnetici della terra, del  suo livello vibrazionale, della sua energia, sui quali la Forza Universale ha alacremente lavorato, e sta lavorando, insieme a tanti Operatori Terreni, e non, che si sono messi a disposizione del grande Risveglio Cosmico.

Notate bene qui non stiamo parlando di fantascienza, o di Alice nel paese delle meraviglie, qui stiamo parlando del fatto che la spiritualità esiste come reale dimensione di vita che la scienza ha finalmente potuto rintracciare grazie a studi della meccanica (fisica) quantistica, ed altro. In questo cambio d’Era, però, ci sono stati molti personaggi che hanno cercato di osteggiare questo cammino, promuovendo idee che stavano mettendo in allarme le menti umane che vedevano tutto questo, lo sfacelo sociale, economico, privato e pubblico, come un opera demoniaca di un Satana Cosmico che voleva irretire tutte le anime umane, niente di più falso, tutto doveva, e deve, scoppiare per riprendere il giusto corso e la giusta posizione.

Quindi, niente perdizione ma solo caos da cui si deve ristabilire un nuovo equilibrio.

Con questa affermazione io, per oggi, mi congederei dandovi un grande abbraccio di luce, auspicando di trovarvi nuovamente la settimana prossima, stesso giorno, stessa pagina, stesso Amore, il mio per ogni essere vivente che deciderà di Amarsi e Amare la vita.

 Vi lascio un video che ha entusiasmato molte persone che in questo momento stanno sentendo la necessità di iniziare un viaggio nel profondo Io.

Ulteriormente mi metto a disposizione, qualora abbiate bisogno, o semplice curiosità, per consulti individuali. 

Namastè (saluto il divino  che è in te)

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Roma, aggressioni e borseggi: intervista all’onorevole Riccardo De Corato

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In seguito all’aggressione avvenuta ieri sera a Simone Cicalone, noto youtuber impegnato a compiere riprese per mostrare i troppi fenomeni di borseggio che avvengono nella metropolitana di Roma abbiamo contattato al telefono l’onorevole Riccardo De Corato, già vicesindaco della città di Milano, assessore alla Sicurezza della Regione Lombardia ed oggi parlamentare italiano e vicepresidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera.

INTERVISTA ESCLUSIVA ALL’ONOREVOLE RICCARDO DE CORATO, VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE AFFARI COSTITUZIONALI DELLA CAMERA

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Castelli Romani

Frascati, Libri in Osteria: Riccardo Cucchi presenta i suoi libri

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Ieri sera in una piazza dell’Olmo piena all’inverosimile la “padrona di casa” l’elegantissima, come sempre, Emanuela Bruni ha dato il via alla serata, accompagnato dalla superba professionalità e simpatia di Giampiero Cacciato, facendoci ascoltare la sigla di “Tutto il calcio minuto per minuto” la trasmissione radiofonica per eccellenza che ha accompagnato le storie e le domeniche di tutti noi, donne e uomini, amanti di quello che è definito “il gioco più bello del mondo”: il calcio.
L’ospite è un sorridentissimo Riccardo Cucchi, voce storica di Radio Rai.
Anche stavolta, quasi una combinazione, “sono le 18 e 4 minuti” riprendendo la frase incipit del prologo di Radiogol, uno dei due libri presentato assieme a Un altro calcio – è possibile.
Emanuela, giornalista di razza, lo stimola immediatamente con un quesito: Oggi lo sport ed il calcio, nello specifico, sono importanti dal punto di vista sociale?
La risposta di Riccardo Cucchi diventa il filo che collega tutta la serata.

Giancarlo Ceccarelli, capitano della Lazio campione d’Italia Primavera stagione 1975/76

Ci spiega, con estrema dovizia, che già con le Prime Olimpiadi del 1896 lo sport abbia cercato di “sterilizzare”, usa proprio questo concetto, ogni forma di conflitto simulando un combattimento ma restando legato a valori alti ed etici che, purtroppo, le guerre ovviamente non prendono in considerazione.
“Il calcio è immerso nella vita, ne è parte stessa, è una delle tante attività umane. Immaginarlo isolato dal contesto sociale, politico ed economico è pura illusione” questo è il filo conduttore che lega i due libri.
Il calcio e lo sport nei due libri che ci presenta, spiega con serenità “sono il pretesto per parlare di altro”; calcio e sport, aggiunge, “sono storia dell’umanità, sono storia di rapporti umani, è cultura, è molto altro” racchiudendo poi questo concetto che lascia spazio ne “Un altro calcio – è ancora possibile” dove scrive: “il calcio è una sorta di carta assorbente che si impregna di tutto ciò di cui è impregnata a sua volta la società. Ma ha un obbligo etico, imprescindibile: deve promuovere valori”
Lo smarrimento della sua identità ma soprattutto l’avere perso il principio primo che lo sport eleva, la passione, lo sta riducendo in un qualcosa che ormai è più paragonabile ad un “bancomat” usato per fare business e fino a quando i tifosi non si renderanno conto che queste holding gestiscono “sentimenti”, tramutandole in denaro, resterà un qualcosa di assai lontano da quelle emozioni di un tempo.

Non c’è nostalgia, però nelle sue parole: il suo è un messaggio che vuole portare un cambiamento etico nei valori che il calcio può e deve mostrare perché il rischio è che “non può rinunciarvi senza pagare il prezzo di smarrire la sua stessa identità”.
Focalizza la sua attenzione sugli ultimi mondiali in Qatar dove il calcio è stato usato “per nascondere” le palesi ed evidenti violazioni dei più elementari diritti per un essere umano: “il calcio, dice, non può farsi strumentalizzare”.
8 stadi costruiti di cui oggi solo 2 restano in piedi: cita il quotidiano britannico The Guardian che raccontava in quei giorni di milioni di uomini usati come “schiavi moderni” gli venivano sequestrati i passaporti, dice con sdegno tra lo sguardo allibito dei partecipanti alla serata.
Oltre 6500 morti, la maggior parte di loro caduti da impalcature “i mondiali sono stati giocati in novembre/dicembre con un temperatura mite negli stadi ma loro – si riferisce agli schiavi moderni – hanno lavorato sotto temperature ben superiori ai 30/40 gradi”.
Quello che stasera compare in piazzetta dell’Olmo è un grido di dolore di chi, come lui, nato nella curva della Lazio dove, passati gli anni da radiocronista, è tornato per vivere la passione del calcio, vuole difenderlo dalle commistioni politiche e dai petrodollari ed invita qualunque dirigente sportivo ad assistere ad una partita di calcio direttamente in curva dove potrà riscoprire “il senso vero della passione sportiva” che non può e non deve essere confusa, dice, “né con lo spettacolo, né con l’intrattenimento”.

l’abbraccio fraterno di Riccardo Cucchi all’amico Giampiero Cacciato sotto lo sguardo attento di Emanuela Bruni

Poi Giampiero Cacciato “da Cogoleto” – ci tiene a specificare alla platea – che per anni ha collaborato con Riccardo Cucchi, “ero io a preparargli il microfono”, dice, dopo l’aneddoto dei tamburi camerunensi seguiti durante i mondiali di Francia 98 invece di recarsi allo stadio, affronta un tema assai delicato nello sport: il razzismo.
“Una cosa stupida”, dice tra gli applausi Riccardo Cucchi ed aggiunge che “se c’è qualcosa che mi ha insegnato la mia carriera giornalistica è che non c’è niente di più contraddittorio dello sport con il razzismo” e ricorda il primo caso passato alla cronaca di razzismo in Italia: cita l’acquisto, nel 1989, del giocatore di origine ebraica, Ronny Rosenthal, da parte dell’Udinese. Gli ultrà di questa squadra si sollevarono dimostrando un rigurgito antisemita generando una ingloriosa marcia indietro della socieà che non perfezionò l’acquisto adducendo come scusa banale un problema vertebrale.
Cucchi sottolinea l’atteggiamento costante di molte società che minimizzano tale problema giustificando che lo stadio rispecchia l’atteggiamento razzistico del mondo. Ma questo, dice, non può diventare una scusa e consiglia un’utopia: rovesciare il tema facendo divenire lo stadio il luogo virtuoso senza alcun atteggiamento razzistico isolando tutti coloro che lo manifestassero, sia sugli spalti che, ahimè, anche sui campi stessi.
Una idea rivoluzionaria perché il tifoso razzista è colui che contraddice ed infrange il concetto stesso di sport.
Una lezione morale, la sua, che viene accolta dagli applausi dei tantissimi presenti stasera in piazza dell’Olmo a Frascati.

E poi inizia il momento degli aneddoti: da Mario Giobbe che gli sintetizzò così il lavoro di radiocronista “Più breve sei, più bravo sei”.
All’esame in Rai con un Sergio Zavoli, presidente di commissione, che gli chiese: “Se noi decidessimo di avvalerci della sua collaborazione cosa vorrebbe fare” e la sua risposta “sfacciata”, aggiunge, fu: “il radiocronista!” Sapete come andò a finire? Fu costretto da Zavoli ad inventarsi una partita ed a commentarla: ma Zavoli non sapeva che quello era per Riccardo Cucchi il sogno che coltivava da bambino e fu davvero un’apoteosi, uno Juventus – Milan che fu il lasciapassare per l’ingresso in Rai, Mamma Rai.
All’essere stato, durante la finale dei 100 metri di Seul, il radiocronista che disse il maggior numero di parole: praticamente un record nel record.
Poi la “gavetta” in periferia, Campobasso, laddove ci si preparava alla presenza al microfono ed a presentarsi al microfono (dizione, parlare bene, lessico forbito) con un maestro d’eccezione: il grande attore Arnoldo Foà.
Ma il momento più entusiasmante le trasferte al fianco di Enrico Ameri che gli aveva stilato un regolamento e, una volta allo stadio, aveva come compito quello di segnare i calci d’angolo “ho avuto sempre il terrore di sbagliare i conti”.
E poi il racconto dello scudetto alla Lazio l’emozione incontenibile ed il dovere di essere, fino alla fine della carriera, dentro quella neutralità che contraddistingue il bravo giornalista.

Di certo, per un laziale purosangue come lui il momento più bello, ma che fa il paio con Inter – Empoli del 12 febbraio 2017 dove uno striscione della curva nord interista gli tributa un grazie immenso:
A TE IL NOSTRO APPLAUSO PER AVERCI EMOZIONATO PER DAVVERO IN UN MONDO FINTO – RICCARDO CUCCHI SIMBOLO DEL NOSTRO CALCIO

Lo striscione dedicato a Riccardo Cucchi dai tifosi neroazzurri il 12 febbraio 2017

Riccardo Cucchi ieri sera ci ha fatto scoprire quanto ancora la bellezza di questo gioco amato da milioni di italiani, ai tempi d’oro Tutto il calcio minuto per minuto raggiunge picchi di 25 milioni di ascoltatori, sia collegata alla quella passione che si vuole scippare via a noi che lo amiamo.

Una serata splendida chiusa dalla sua voce che ripete: qui da Frascati e da Riccardo Cucchi è tutto a te la linea studio centrale.

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Esteri

6 giugno 1944, operazione Neptune: il ricordo dopo 80 anni dallo sbarco in Normandia

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Don quella mattina del 6 giugno 1944 era li con tutti i suoi commilitoni.
Non sapeva, di certo, che quel giorno potesse fare la Storia,
Si, la Storia che si legge sui libri e di cui lui è stato uno dei protagonisti.
In questi giorni, dopo ottant’anni, è tornato li.
“Settemila dei miei compagni di marina sono stati uccisi. Ventimila fucilati, feriti, caricati sulle navi, sepolti in mare” ci dice Don Graves, un veterano del corpo dei Marines, con serenità e con un luccichio di lacrime negli occhi.

Nella foto Don Graves insieme al dottor Emilio Scalise

“Voglio, aggiunge, che i più giovani, le nuove generazioni sappiamo quello che noi abbiamo fatto”.
Per molti dei veterani presenti oggi qui il 6 giugno 1944 resta una pagina dolce e nel contempo amara: molti dei loro amici hanno perduto proprio su queste spiagge la loro vita.
E stamattina a Saint Mere Eglise quelli che un giorno erano “l’un contro l’altro armati” si abbracciano nel ricordo di una delle pagine più sanguinose della II Guerra Mondiale: lo sbarco in Normandia.

Cinque teste di ponte, l’operazione Neptune, per consentire agli eserciti alleati di creare quel terzo fronte determinante per la sconfitta del nazismo.
Oggi si ricorda il sacrificio di giovani, un tempo nemici, ed oggi uniti nel loro ricordo.
Una cerimonia solenne ma che diventa importante per l’abbraccio nel nome di una pace che stenta su tutto il pianeta e che vuole ricordare il coraggio e l’abnegazione di molti ragazzi che sapevano di andare a morire.

il mitico campanile di Saint Mere Eglise

Una nota leggera: come ogni anno sul “mitico” campanile di Saint Mere Eglise svetta un paracadute, assieme ad un manichino, che ricorda il fatto realmente accaduto di un soldato americano paracadutista che nel lancio sul paesino rimase impigliato con la vela del suo paracadute, rimanendo illeso ma bloccato in quella posizione.

il paracadute con il manichino svetta sul campanile di Saint Mere Eglise

In questi giorni, come già scritto in un nostro articolo (https://www.osservatoreitalia.eu/d-day-80-anni-dallo-sbarco-in-normandia/), alcune Jeep e di un Dodge Ambulanza di proprietà dei soci dell’Associazione HighWay Six Club ha raggiunto le spiagge francesi ed il dottor Emilio Scalise, uno dei soci, ci ha raccontato in presa diretta l’emozione: “Un giorno che resterà indelebile nella mia memoria”.

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