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Red. Cronaca
COLLEFERRO (RM) – Ufficializzato lo scorso giovedì 17 novembre, nel corso dell’audizione nella VI Commissione Ambiente della Regione Lazio, dall’Assessore Buschini, il futuro dell'impianto di Colleferro. All’audizione, dedicata alla questione inceneritori e Nuovo Piano Rifiuti, hanno partecipato per il Comitato residenti Colleferro, Ina Camilli, per l’Area Consumatori, Rocco Sofi, e per Forza Italia, Chiara Pizzuti.
"L’Assessore Buschini ha rilasciato dichiarazioni che anticipano uno scenario drammatico per la valle del Sacco. – Dichiara Ina Camilli rappresentante del Comitato residenti – Consapevole dell’enorme responsabilità delle sue pesanti dichiarazioni – prosegue Camilli – ha più volte fatto ricorso al concetto di “massimo efficientamento” degli inceneritori per chiarire che Colleferro manterrà il ruolo di leader regionale nel sistema di smaltimento dei rifiuti. Un salto di qualità e Colleferro si qualificherà come polo impiantistico per il trattamento dei rifiuti. Il ciclo sarà sostanzialmente “chiuso” mantenendo attivi discarica, inceneritori e TMB (impianti di trattamento meccanico biologico). Il Nuovo Piano Rifiuti rafforzerà l’impostazione di quello approvato dalla Giunta Polverini (impugnato al TAR e sospeso dal Consiglio di Stato), che privilegia l’incenerimento. È quanto prevede la Determina sul fabbisogno dell’aprile 2016. Nessuna riprogettazione industriale dei materiali riciclabili o richiami all“Economia Circolare” ed alla strategia Rifiuti Zero. Nessuna anticipazione sulla gestione autonoma del ciclo dei rifiuti secondo ambiti territoriali di piccole e medie dimensioni (oggi i Comuni compresi nell’ATO sono 127, inclusa Roma!), sulla pianificazione e dotazione di impianti di compostaggio di comunità o di prossimità, sulla realizzazione di centri di preselezione e selezione multimateriali per il recupero di materia e la vendita dei prodotti, sul divieto di esportare rifiuti, sulla introduzione di un severo sistema premiale e di sanzioni. Il sistema virtuoso che chiedono Comitati e Associazioni".
"Il Comitato residenti Colleferro, – commenta ancora Ina Camilli – nel consegnare una sua relazione, si è detto totalmente insoddisfatto per il risultato dell'incontro. “La devastante e fallimentare gestione regionale dei rifiuti è confermata per i prossimi 30 anni: inceneritori, revamping, discarica, TMB, privatizzazione di Lazio Ambiente, spostamento dei tralicci di Terna, riempimento dell’invaso, sopraelevazione di 7 metri della discarica, mancato accantonamento del post mortem. L’obiettivo non è la chiusura di questo ciclo dei rifiuti, ma il suo rilancio e potenziamento”
Camilli entra poi nel merito della privatizzazione parziale della società Lazio Ambiente: "E come sarà affrontata la questione delle azioni di Lazio Ambiente che, secondo la legge istitutiva del 2011 della società, il 51% sono di proprietà della Regione, se subentra un nuovo soggetto privato? – Afferma la rappresentante del Comitato dei Residenti – È previsto un aumento del 25% dei rifiuti da bruciare negli inceneritori (100 mila tonnellate in più rispetto alle 480 mila previste nei due impianti di Colleferro e San Vittore, che già coprono più del 70% della combustione di rifiuti). Nessun incremento invece degli impianti di compostaggio attualmente operativi nel Lazio, che possono trattare solo 70.500 t/anno, mentre la Regione Lazio continua ad approvare impianti di TMB (vedi Cupinoro e Colle Fagiolara).
Il Comitato residenti Colleferro ha rivolto un appello alla Commissione e che qui rinnova all’Amministrazione comunale di Colleferro. Chiediamo ai nostri rappresentanti, al Sindaco Sanna e al Consiglio comunale, convocato il prossimo 22 novembre proprio sulla questione inceneritori, di tenere distinte le loro responsabilità dalle scelte disastrose della Regione Lazio. Si approvi una mozione unitaria per chiedere al Presidente Zingaretti una moratoria non concedendo nessuna autorizzazione per nuovi impianti, nessun revamping o potenziamento degli inceneritori esistenti. Si chieda di incrementare la raccolta differenza, il recupero e il riciclo dei materiali post consumo, costruendo centri multimateriali, con il reimpiego dei lavoratori addetti agli inceneritori di colle Sughero e per un programma di nuova occupazione. Si chieda una campagna di prevenzione delle malattie indotte da inadeguate modalità di gestione dei rifiuti. Si chieda la convocazione immediata di un riunione in Prefettura sulla situazione di Colleferro e della valle del Sacco e sul Nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti. Non ci può essere alcun rilancio del Parco naturale La Selva e dell’economia del territorio se il Nuovo Piano Rifiuti non esce dalla logica dell’attuale gestione dei rifiuti; soprattutto non ci sarà nessuna difesa per la salute e l’ambiente.
Oggi, ci sono le condizioni per dismettere gli inceneritori i quali, ormai vetusti, sono un costo, sono in perdita e sono più spenti che accessi. Non solo è possibile, ma è etico! “Chiudere” i 2 inceneritori significa sia prevedere nel Piano Rifiuti la loro dismissione a data certa, sia identificare i distretti del riutilizzo e del riciclo dei materiali, i centri di compostaggio per una economia sostenibile, introducendo il concetto dell’autonomia territoriale di ambito. Mentre il Tribunale di Roma farà giustizia sui fatti del 2009 di malagestione dei 2 inceneritori, Lazio Ambiente – proprietaria degli impianti di colle Sughero e colle Fagiolara – sarà comprata da un soggetto privato? Al quale, secondo l’Assessore Buschini, nel 2019 non sarà rinnovato il contratto di gestione della discarica! I tralicci di Terna saranno portati fuori dal sito di discarica. Chi paga il costo dell’operazione?
Il Comitato residenti Colleferro, l’Associazione Rete per la tutela della valle del Sacco e altri soggetti ambientalisti hanno impugnato al TAR del Lazio, con il Comune di Colleferro, la Determina di Giunta regionale (8.10.2015, n. G12095), che ha esteso automaticamente la validità dell’AIA (Autorizzazione integrata ambientale) degli inceneritori, scaduta nel 2009, e nel frattempo prorogata. Attendiamo ora, dopo l’udienza del 7 novembre 2016, la sentenza di merito.
Il 5 settembre 2016 la Regione Lazio ha indetto la Conferenza dei servizi sul riesame dell’AIA, – conclude Camilli – cosa che avrebbe dovuto fare sin dall’inizio, senza costringerci a ricorrere al TAR. La nostra contrarietà sarà documentata nelle osservazioni che presenteremo".
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