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Redazione Lazio

COLLEFERRO, INCENDIO ACEA E DECLASSAMENTO VALLE DEL SACCO. CITTADINI INSODDISFATTI DALLE RISPOSTE DEL GOVERNO

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Tempo di lettura 5 minuti Pilozzi: "Nulla è stato reso pubblico in merito ai prelievi per quanto riguarda il deposito di metalli pesanti sui terreni".

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Riceviamo e pubblichiamo la nota di Ina Camilli – gruppo Consulta le Donne 

Colleferro (RM) – Martedì 9 luglio, il Governo, rappresentato da  Marco Flavio Cirillo, Sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, ha risposto nell’Aula di Montecitorio all’interpellanza dell’on. Nazzareno Pilozzi, (Sinistra Ecologia Libertà) su due questioni: l'incendio sviluppatosi il 19 giugno 2013 presso lo stabilimento dell'ACEA (km 57 della via Casilina, in località Castellaccio, Paliano, provincia di Frosinone), e le iniziative per includere nuovamente l'area della Valle del Sacco nell'ambito dei siti di interesse nazionale, da sottoporre a bonifica (http://www.camera.it/leg17/410?idSeduta=0049&tipo=stenografico).

Gli onn. Pilozzi, Piazzoni e Zaratti, firmatari dell’interpellanza, si sono resi “portavoce delle associazioni di cittadini, delle migliaia di persone e dei molti imprenditori perbene che da anni ormai vivono in un territorio stuprato e devastato dall'imperizia di alcuni pseudo-imprenditori senza scrupoli e dalla connivenza di Istituzioni cieche e sorde” ed hanno chiesto al Governo di conoscere, ad oltre 20 giorni dall’evento, le cause del rogo, i danni alla salute umana, animale e vegetale.

In sintesi, essi ritengono che lo stabilimento ACEA sia parte di un sistema di smaltimento dei rifiuti, in cui il fine non è la tutela ambientale e l'abbattimento dei costi per i cittadini, bensì il business di qualcuno che privatizza gli utili e pubblicizza le perdite.

Ed affermano che il rogo – guarda caso – sia scoppiato in concomitanza con la scelta di far smaltire in provincia di Frosinone una parte consistente dei rifiuti di Roma, a causa della chiusura della discarica di Malagrotta. Lo stesso Ministro – aggiungono – ha auspicato che del caso sia investito il NOE per capire se il rogo sia collegato alle perquisizioni e alle indagini di cui è stato oggetto lo stabilimento di Paliano, insieme a tutti gli stabilimenti di trattamento dei rifiuti siti nella provincia di Frosinone nei giorni immediatamente precedenti.

Sempre nella stessa giornta del 10 luglio, il comunicato dell’UGI (Unioni giovani indipendenti di Colleferro) informa gli abitanti della valle del Sacco che il Tar ha bocciato l’impianto del decreto Clini, che aveva permesso al commissario per l’emergenza, Sottile,  lo smaltimento dei rifiuti di Roma nelle altre province, precisando che: “I rifiuti di Roma non potevano e non possono andare a trattamento nei TMB (trattameno meccanico-biologico) fuori della Capitale…”

L’on. Pilozzi  ha poi chiesto al Ministro eventuali risarcimenti per i disagi causati e se di valutare se non sia il caso di  predisporre un chiaro provvedimento che possa dare la possibilità allo Stato di rivalersi sui patrimoni delle aziende che abbandonano un territorio, lasciando dietro di sé inquinamento e disastri ambientali. 

Resta incomprensibile “il decreto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare del marzo scorso (su cui è bene dire, grava un ricorso al TAR proposto da Legambiente e Retuvasa, la rete costituita dai cittadini a tutela della valle del Sacco), con il quale l’area, nel 2013, è stata declassificata da sito di interesse nazionale (SIN) a sito di interesse regionale (SIR), senza che nel frattempo siano state fatte tutte quelle opere di bonifica necessarie a ripristinare lo stato dei luoghi”.

Nella Sua risposta, il Sottosegretario, non ha precisato l’ora in cui si è sviluppato l’incendio e l’orario in cui sono intervenuti i soccorsi. Ha informato gli interpellanti che il rogo ha interessato il tetto del capannone adibito a lavorazione e deposito di combustibile da rifiuto, carta, plastica, gomma e prodotti legnosi, nonché la stessa copertura sulla quale risultava installato un impianto fotovoltaico, poggiato su lamiera grecata con strato coibente.

L'attività di spegnimento si è protratta fino al giorno successivo, 20 giugno, con la messa in sicurezza della struttura ed il sequestro dell'intera area, disposta dalla competente autorità giudiziaria che ha avviato un'indagine volta a individuare le effettive cause dell'evento. 

Il nucleo investigato antincendio dei vigili del fuoco ha provveduto ai necessari rilievi, il personale dell'Arpa Lazio di Frosinone ha effettuato monitoraggi dell'aria e prelievi sui terreni delle aree circostanti. Le autorità comunali delle zone interessate hanno comunque provveduto ad assumere  provvedimenti di natura cautelare, allo scopo di scongiurare possibili rischi per la salute e la pubblica incolumità.

Il Ministero dell'ambiente si è impegnato a far accertare, tramite gli organi territorialmente competenti, se si è trattato di un evento dannoso per l'ambiente e a monitorare, affinché vengano eseguiti, se del caso, gli idonei interventi di prevenzione e di messa in sicurezza.

In merito alla riconduzione della valle del Sacco nei SIN, il Sottosegretario ha dichiarato che l’area del bacino del Fiume non presentando tutti i requisiti  richiesti (art. 252. c. 2, n. 152/2006 e d.l. n. 36-bis 134/2012) non può rientrare tra i siti di interesse nazionale, ignorando che il Suo collega, Sottosegretario di Stato per lo sviluppo, Claudio De Vincenti, nella seduta dell’Assemblea di Montecitorio del 21 giugno, ha accettato l’ordine del giorno Carella n. 9/1197/82 ed ha già impegnato politicamente il Governo “a valutare se ricorrano le condizioni per riconsiderare il declassamento…”

L’on. Pilozzi, a nome dei cittadini della valle, si è detto assolutamente insoddisfatto della risposta del Governo, che non conosce e quindi non chiarisce, dopo 20 giorni, le cause dell’evento e che nulla è stato reso pubblico in merito ai prelievi per quanto riguarda il deposito di metalli pesanti sui terreni.

Ai nostri amministratori locali, Sindaco Cacciotti e Giunta comunale di Colleferro, chiediamo di sapere quale iniziative concrete essi hanno assunto, in base al mandato ricevuto in Consiglio comunale il 5.2.2013, per dare seguito all'ordine del giorno, approvato all’unanimità, di attivarsi contro il declassamento della Valle del Sacco da interesse regionale a nazionale. Dai Consiglieri comunali vogliamo sapere se hanno richiesto e ricevuto riscontri dal Sindaco Cacciotti e come eventualmente li valutano.

Noi cittadini chiediamo ai nostri rappresentanti di sollecitare il Governo a dare seguito all’ordine del giorno Carella.

 

LEGGI ANCHE: 

    10/07/2013 VALLE DEL SACCO: ZONA GRAVEMENTE INQUINATA. PERICOLO PER LA SALUTE DEI CITTADINI

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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