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Il sud della Spagna vive giorni di dolore e distruzione in seguito a una delle peggiori inondazioni della sua storia recente. Nella sola provincia di Valencia si contano, finora, 92 dei 95 morti accertati, ma la cifra sembra destinata a salire, considerando che molte persone risultano ancora disperse. L’ondata di piogge torrenziali, causata da una depressione atmosferica che ha scatenato temporali devastanti, ha sommerso interi paesi e costretto oltre 120.000 persone ad abbandonare le proprie case. Cittadine come Paiporta, Sedaví e altre zone periferiche di Valencia sono ora cumuli di fango, detriti e dolore. Qui, la conta delle vittime si fa sempre più angosciante: solo a Paiporta sono stati recuperati 40 corpi, e il numero di persone ancora intrappolate o disperse è alto, un’incognita che grava come un’ombra sui soccorritori.
Le operazioni di soccorso non si sono fermate un attimo: migliaia di soccorritori, tra cui oltre mille militari, scavano giorno e notte tra il fango e le macerie, mentre le forze dell’ordine e l’Unità di emergenza dell’esercito si sono mobilitate per salvare più vite possibile. Finora, più di 250 persone sono state salvate via elicottero e 70 via terra, ma la situazione resta critica. Nel frattempo, le previsioni meteo lanciano un nuovo allarme per il nord di Castellón, una provincia già devastata, con l’agenzia meteorologica Aemet che invita i residenti a rimanere al riparo e non uscire per alcun motivo, poiché “le tempeste non si fermano”. Le autorità hanno dichiarato lo stato di emergenza e i collegamenti ferroviari e autostradali sono stati interrotti, isolando intere aree.
La disperazione e l’impotenza prendono forma nelle parole di chi ha perso tutto: “La necessità più urgente è che vengano a recuperare i cadaveri. Ci sono ancora persone sotto le macchine. È un disastro indescrivibile,” racconta Javier, un ex militare di Sedaví, che ha assistito impotente alla distruzione della sua città. “Abbiamo bisogno di cibo e rifornimenti. I negozi sono stati presi d’assalto e gli scaffali sono vuoti”, aggiunge con voce spezzata.
Oggi, il primo ministro Pedro Sánchez si recherà a Valencia per incontrare i soccorritori e visitare le aree più colpite, mentre il leader del Partito Popolare, Alberto Núñez Feijóo, farà altrettanto per mostrare il proprio sostegno. In un momento in cui ogni minuto può fare la differenza tra la vita e la morte, la speranza si affievolisce, ma l’impegno di volontari e soccorritori continua senza sosta.
Le autorità locali e nazionali stanno lavorando a un piano di ricostruzione e assistenza per le migliaia di famiglie sfollate. Intanto, Valencia piange e lotta, in attesa di un aiuto che possa riportare almeno un po’ di sollievo e speranza in una regione martoriata.
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