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CIVITAVECCHIA INQUINAMENTO ATMOSFERICO: DOPO LA RISPOSTA DI ARPA LAZIO AUMENTANO LE PREOCCUPAZIONI DEL COMITATO NESSUNDORMA

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Tempo di lettura 4 minuti NessunDorma: "Delle misurazioni, A RAGIONE (!!!), non ci fidiamo più. Da oggi ci baseremo unicamente, su occhi, naso e…. parenti o amici all’ospedale."

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Redazione

Un paio di giorni fa NessunDorma, ha inviato una lettera ad ARPA Lazio. In questa lettera erano riportate delle perplessità legittime, scaturite da una veloce indagine sulle centraline di rilevamento degli inquinanti atmosferici, effettuata dai cittadini Dario Menditto, Massimo Pantanelli e Alessandro Manuedda; l’indagine evidenziava alcune incongruenze tra il posizionamento delle centraline di ARPA e la direttiva del ministero che definisce i parametri del posizionamento stesso.


“ARPA Lazio, ovviamente non ha mancato di rispondere (CIVITAVECCHIA INQUINAMENTO ATMOSFERICO, L’ARPA LAZIO TRANQUILLIZZA: TUTTO SOTTO CONTROLLO ). – Dichiara in una nota Antonio Cozzolino per NessunDorma – Ma la risposta, purtroppo, – continua Cozzolino – invece di tranquillizzarci, ha destato altre perplessità; e i motivi sono diversi:
1. Secondo ARPA, la centralina di via del Lazzeretto è ben posizionata, perchè  ”Vista la dimensione delle stesse navi e la quota delle loro emissioni, il collocamento della postazione all’interno del porto e sulle banchine avrebbe impedito di vedere alcun tipo di contributo“….quindi il posizionamento è buono per l’altezza rispetto ai camini delle navi. Ma il rigoglioso albero che la sovrasta? neanche menzionato.
2. Secondo ARPA, la centralina ubicata presso il Parco della Resistenza, è posizionata correttamente.”


La nota di NessunDorma prosegue ancora:
“Infatti la nota dell’avvocato Carrubba dice che ”La postazione in oggetto ha fatto parte da molti anni della rete di monitoraggio laziale e la sua collocazione rispetta le direttive ministeriali secondo cui in una località come Civitavecchia il monitoraggio dovrebbe essere realizzato solo in una postazione collocata in un parco (quindi una postazione di fondo urbano)“; quindi secondo ARPA, la centralina in questione, è una centralina di FONDO URBANO e quindi come tale posizionabile in un parco….ma sempre secondo ARPA come riportato al link http://www.arpalazio.net/main/aria/doc/RQA/locRQA.php, vedi immagine sotto, la centralina è di tipo INDUSTRIALE. Quindi, a parte la gravità del fatto che ARPA non conosca i propri strumenti e come dovrebbero essere posizionati, resta il più grave fatto che una stazione INDUSTRIALE, non deve stare in un parco, bensì “in posizione tale che il livello di inquinamento sia influenzato prevalentemente da singole fonti industriali o da zone industriali limitrofe;” come recita il famoso allegato III. Domanda: la centralina DENTRO il parco della Resistenza è influenzata solo dalla ben nota fonte industriale? È molto difficile sostenerlo.
3. Sempre secondo l’avvocato Carrubba “le misure della centralina non sono influenzate dalla presenza della vegetazione“. L’incredibilità di questa affermazione si commenta da sola; siccome non ho intenzione di perdere tempo ad inondare ARPA di link a pubblicazioni scientifiche che dicono l’esatto contrario (tanto non le leggerebbero), mi limito a riportare le parole del nostro comunicato: “La centralina del Parco della Resistenza, direttamente gestita da ARPALAZIO, è invece posizionata a poca distanza da un rigoglioso esemplare di bagolaro […] una delle migliori piante in assoluto per capacità di cattura delle polveri ed assorbimento di inquinanti gassosi, in virtù delle profonde ornamentazioni cuticolari che presenta sulla superficie fogliare e della elevata densità stomatica (Progetto GAIA – Green Urban Areas Monitoring protocol, 2011; R.Baraldi CNR-IBIMET, 2012).“….meno male che non perdiamo la bella abitudine di citare le fonti. 4. E infine, sostiene il Dott.Carrubba: “questa Agenzia, se così sollecitata dal Comune di Civitavecchia, può comunque sottoporre la questione alla Regione Lazio, ed ipotizzare uno spostamento, che – va sottolineato – sarebbe tuttavia soggetto ad un lungo iter attraverso Regione, Ministero e Commissione Europea, senza contare i tempi necessari alle autorizzazioni edilizie e agli allacci elettrici e telefonici“. Quindi, se proprio insistete, e il comune ce lo chiede, noi le spostiamo….però ci vuole molto tempo! Un sacco di autorizzazioni! Dobbiamo andare addirittura in commissione europea e in udienza dal Papa! Che rogna. Vi abbiamo presentato la nuova modalità di applicazione delle normative ministeriali da parte di ARPA Lazio. In sostanza, tutta la vicenda, porta alla luce un problema molto serio: ci si può ancora fidare di chi è deputato al controllo della qualità dell’aria a Civitavecchia? Ci si può fidare di chi disattende anche le direttive in materia fornite dal Ministero dell’Ambiente? Ci si può  fidare di chi, a legittime perplessità di cittadini informati, risponde dimostrando meno competenza dei cittadini in questione, con un fare per lo meno discutibile? E ci si può fidare di chi, a fronte di centraline piazzate in maniera a questo punto approssimativa, fa spallucce? Ai posteri l’ardua sentenza. Ma per quanto ci riguarda, da oggi in poi quando alzeremo gli occhi all’orizzonte e lo vedremo nero, marrone o giallo come durante tutta questa estate e ci incazzeremo, che nessuno si presenti con dati presi da centraline di chicchessia; che nessuno ci venga a parlare di rilevazioni e valori limite. Nè Arpa, nè l’osservatorio ambientale, nè il comune o l’autorità portuale. Delle misurazioni, A RAGIONE (!!!), non ci fidiamo più. Da oggi ci baseremo unicamente, su occhi, naso e….parenti o amici all’ospedale.

Ps: a titolo informativo. Il giorno 18 agosto, secondo la capitaneria di porto, ci sono stati 46 accosti (tra arrivi e partenze). Un numero enorme….indovinate come l’ha presa la centralina di via del lazzaretto?”

tabella PRECEDENTI:

 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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