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Cronaca

Civitavecchia, emergenza minori stranieri non accompagnati: il Comune in difficoltà, la Prefettura cerca soluzioni

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Civitavecchia – L’emergenza dei minori stranieri non accompagnati (MSNA) a Civitavecchia continua a mettere a dura prova il sistema di accoglienza locale. Negli ultimi mesi, con il crescente numero di arrivi di navi ONG presso il porto della città, il Comune ha dovuto affrontare una situazione di estrema difficoltà nel gestire l’accoglienza di questi giovani migranti, spesso privi di una rete familiare o di sostegno.

Il problema è reso ancora più complesso dalla carenza di strutture idonee e dalle risorse finanziarie limitate a disposizione del Municipio. Secondo quanto emerge da una recente determina del Comune di Civitavecchia, le spese per l’accoglienza dei minori sono aumentate in modo esponenziale, spingendo l’amministrazione a sollecitare un intervento urgente da parte della Prefettura e del governo centrale.

Le spese sostenute dal Comune

L’ultima determina comunale, datata 16 agosto 2024, fornisce un quadro dettagliato dei costi legati all’accoglienza dei minori non accompagnati ospitati presso strutture fuori dal territorio comunale. Tra queste, spiccano due case famiglia: Il Ciclamino, situato a Santa Maria Capua Vetere, e La Ginestra. Il Comune è tenuto a coprire i costi di accoglienza per un importo giornaliero pro-capite di 100 euro, IVA inclusa, una cifra che viene rimborsata trimestralmente dalla Prefettura ma solo entro il limite delle risorse disponibili.

Nel periodo compreso tra il 1° novembre e il 31 dicembre 2024, l’amministrazione locale si è impegnata a sostenere un costo complessivo di 12.200 euro per i minori ospitati presso la struttura Il Ciclamino. Questi costi sono stati contabilizzati nel bilancio comunale sotto specifici capitoli di spesa, ma il peso economico dell’emergenza rischia di aggravare ulteriormente la situazione finanziaria del Comune, che ha già evidenziato l’impossibilità di far fronte autonomamente all’emergenza.

La Prefettura e le misure in corso

Sin dall’inizio dell’anno, il Comune di Civitavecchia ha inviato ripetute segnalazioni alla Prefettura di Roma, denunciando il carattere insostenibile dell’emergenza. In una lettera inviata il 13 febbraio 2023, il sindaco ha descritto la situazione come “emergenziale”, sottolineando la mancanza di strutture adeguate e risorse per gestire il crescente numero di minori stranieri non accompagnati. Anche la Prefettura, attraverso una nota del 14 febbraio 2021, ha rideterminato il contributo giornaliero per l’accoglienza dei MSNA a 100 euro pro-capite, ma l’importo non sempre copre l’intero fabbisogno, lasciando il Comune in difficoltà.

Attualmente, il Comune si trova a dover gestire minori di varie nazionalità, molti dei quali richiedono assistenza e cure specifiche, aggravando ulteriormente il carico di lavoro per i servizi sociali locali. La Prefettura di Roma sta cercando di predisporre soluzioni più strutturate, ma al momento non è stato ancora definito un piano d’azione risolutivo che possa alleggerire il peso economico e organizzativo sul Comune di Civitavecchia.

Un sistema al collasso?

Con l’arrivo delle navi ONG al porto, il sistema di accoglienza della città è stato messo sotto una pressione senza precedenti. La mancanza di una rete di accoglienza locale e la necessità di collocare i minori presso strutture fuori città rappresentano un costo notevole, che l’amministrazione non è in grado di sostenere a lungo termine. Le difficoltà economiche e logistiche si sommano alla necessità di garantire a questi minori un percorso di inclusione sociale, educativo e psicologico adeguato.

Secondo la determina, l’importo complessivo necessario per il mantenimento dei minori presso le strutture di accoglienza per soli due mesi (novembre e dicembre 2024) ammonta a 12.200 euro, una cifra che, pur sembrando contenuta, risulta insostenibile per il Comune se proiettata su tutto l’anno, soprattutto in assenza di fondi nazionali adeguati e di soluzioni strutturali.

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Terrore in corsia: Medici e infermieri sotto assedio nel Policlinico di Foggia

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Due aggressioni in pochi giorni. Il personale sanitario grida aiuto: “Siamo stanchi e spaventati”

Nel cuore della notte, le corsie del Policlinico di Foggia si sono trasformate ancora una volta in un campo di battaglia. Un giovane di appena 18 anni, arrivato in pronto soccorso per uno stato d’ansia, ha scatenato la sua furia contro tre infermieri, sferrando calci e pugni. Questo episodio, l’ultimo di una serie allarmante, ha gettato nuovamente nel panico il personale sanitario, già provato da un’aggressione avvenuta solo pochi giorni prima.

“Non siamo più al sicuro nemmeno sul posto di lavoro,” confida Maria, un’infermiera con 20 anni di esperienza, la voce tremante. “Veniamo qui per salvare vite, ma rischiamo la nostra ogni giorno.”

L’escalation di violenza ha raggiunto un punto critico. Solo quattro giorni prima, nel reparto di chirurgia toracica, i familiari di una giovane paziente deceduta hanno aggredito il personale, costringendolo a barricarsi nelle stanze dell’ospedale per sfuggire alla loro ira.

Il dottor Antonio, chirurgo di lungo corso, racconta con gli occhi lucidi: “Ho visto colleghi piangere dopo il turno, altri che non vogliono più venire a lavorare. Siamo esausti e spaventati.”

La situazione è talmente grave che Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici, ha lanciato un appello disperato alla Premier Meloni: “Abbiamo bisogno di un piano di sicurezza immediato. Altrimenti ce ne andiamo tutti.”

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, fa eco a questa richiesta, invocando un aumento del presidio delle forze di polizia negli ospedali. “I nostri angeli in camice bianco non possono trasformarsi in bersagli,” afferma con fermezza.

Mentre le istituzioni dibattono, il personale sanitario ha proclamato lo stato di agitazione. Una manifestazione unitaria è prevista per il 16 settembre a Foggia, un grido collettivo per chiedere protezione e rispetto.

“Ogni volta che sento una voce alterata, il cuore mi batte all’impazzata,” confessa Lucia, giovane specializzanda. “Non è questo che sognavo quando ho deciso di diventare medico.”

La proposta del senatore Ignazio Zullo di introdurre un “daspo sanitario” per chi aggredisce il personale medico ha acceso un dibattito infuocato. “Tre anni senza cure gratuite potrebbero far riflettere chi pensa di poter usare la violenza,” sostiene il senatore, pur garantendo che le cure salvavita e urgenti sarebbero sempre assicurate.

Mentre il dibattito infuria, nei corridoi del Policlinico di Foggia regna un silenzio teso. Medici e infermieri continuano il loro lavoro, con la paura negli occhi ma la determinazione nel cuore. “Abbiamo giurato di curare, e lo faremo sempre,” afferma il dottor Giovanni, primario di pronto soccorso. “Ma abbiamo bisogno di sentirci protetti per poter proteggere gli altri.”

La città di Foggia, e con essa l’Italia intera, trattiene il respiro, sperando che questa spirale di violenza possa finalmente interrompersi. Nel frattempo, gli “angeli in camice bianco” continuano la loro missione, eroi silenziosi di una battaglia che non avrebbero mai voluto combattere.

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Bufera al Ministero della Cultura: Giuli chiamato a rispondere sulle “nomine dell’ultimo minuto” di Sangiuliano

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L’opposizione chiede chiarimenti su decreti e incarichi conferiti da Sangiuliano prima dell’addio

Il neo Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, si trova catapultato in una tempesta politica ancor prima di potersi ambientare nel suo nuovo ruolo. L’opposizione, con in prima linea esponenti del Partito Democratico e del Movimento 5 Stelle, ha richiesto un suo intervento urgente in Parlamento per far luce su una serie di atti controversi compiuti dal suo predecessore, Gennaro Sangiuliano, negli ultimi scampoli del suo mandato.

Al centro della polemica c’è quella che viene definita una vera e propria “pioggia di nomine” effettuata da Sangiuliano in extremis. In particolare, si contesta la nomina di 18 consulenti, definiti dall’opposizione come “amici, parenti e conoscenti” del ministro dimissionario. Questa mossa ha sollevato dubbi sulla trasparenza e l’imparzialità del processo di selezione.

Ma non è tutto. Un’altra questione scottante riguarda l’istituzione di una commissione da 50 milioni di euro destinata al finanziamento di progetti cinematografici. La composizione di questa commissione è finita sotto i riflettori, con l’opposizione che accusa Sangiuliano di aver selezionato membri a lui vicini per “competenza, amicizia e affiliazioni politiche”. Tra i nomi circolati sulla stampa figurano critici cinematografici di spicco come Paolo Mereghetti e Valerio Caprara, il giornalista Francesco Specchia, lo scrittore Luigi Mascheroni e l’intellettuale Stefano Zecchi.

Un caso particolarmente delicato è quello di Beatrice Venezi, nominata consulente del Ministero per la musica con un compenso annuo di 30.000 euro. Questa nomina è stata citata dall’imprenditrice Boccia durante una trasmissione televisiva come esempio di incarico conferito per “amicizia”, sollevando interrogativi su possibili conflitti di interesse. In risposta, Venezi ha annunciato di aver dato mandato ai suoi legali per tutelare la propria reputazione professionale.

Il Ministro Giuli si trova ora nella scomoda posizione di dover fornire spiegazioni su decisioni prese dal suo predecessore. L’opposizione chiede chiarimenti sulla correttezza dell’iter di nomina e sulla effettiva firma dei decreti in questione. La situazione mette in luce la delicatezza del passaggio di consegne in un dicastero chiave come quello della Cultura, e solleva interrogativi sulla continuità e la trasparenza nell’amministrazione pubblica.

Mentre il dibattito politico si infiamma, cresce l’attesa per l’intervento di Giuli in Parlamento. Il nuovo Ministro dovrà dimostrare abilità diplomatica e fermezza nel gestire questa eredità complessa, cercando di rassicurare l’opposizione e l’opinione pubblica sulla correttezza delle procedure e sulla sua volontà di garantire trasparenza nel suo mandato.

La vicenda solleva questioni più ampie sulla gestione del potere e sulla pratica delle nomine di fine mandato, un tema ricorrente nella politica italiana che continua a suscitare polemiche e richieste di riforma. Il modo in cui Giuli affronterà questa prima sfida potrebbe definire il tono del suo ministero e influenzare la percezione pubblica della sua leadership in un settore cruciale come quello della cultura.

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Castelli Romani

Frascati ricorda quel tragico mercoledì 8 settembre 1943

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“Oggi non ci sono bandiere da sventolare, oggi non si indossano maglie di quartiere
Oggi si indossa il giallo e il rosso della città di Frascati.
In ricordo delle 700 vittime del bombardamento dell’8 settembre 1943.
Mai più, per non dimenticare”.

È racchiuso nelle parole del post pubblicato dal presidente del Consiglio Comunale della città di Frascati, Corrado Spagnoli, il significato di questa ricorrenza del sanguinoso bombardamento della città avvenuto alle 12,08 di quel funesto mercoledì 8 settembre 1943.
La città ha voluto celebrare questa ricorrenza onorando le vittime con una solenne Santa Messa celebrata da S.E. mons. Stefano Russo alla presenza delle autorità civili e militari della città appellati per l’occasione “uomini e donne di pace” dalle parole del vescovo tuscolano.
Il messaggio di monsignor Russo ricorda che dopo i lutti la forza della città e dei suoi cittadini fece si che furono “… ricostruite le bellezze e ricostruito il tessuto …” e questo deve essere lo sprone per tutti affinché non vi sia la paura che “… il timore che la memoria venga meno o si affievolisca …”.
Poi il momento più solenne della giornata.

IL SILENZIO DI PIAZZA SAN PIETRO INTERROTTO SOLO DAL SUONO DELLE SIRENE, POI DA QUELLO DELLE BOMBE ED ALLA FINE IL SILENZIO A RICORDARE LE CENTINAIA DI VITTIME DEL BOMBARDAMENTO DELLA CITTÀ

Le sirene che ricordano l’allarme e poi il frastuono delle bombe concluso dal Silenzio in onore delle centinaia di vittime
Toccanti e piene di speranza le parole della sindaco, Francesca Sbardella, che parla di “orrore dell’8 settembre” e del ricordo conservato “nel cuore e nella mente di tutti”.
E nel concludere ricorda che questo è si “… un giorno di tragedia ma nel contempo di speranza, un giorno di distruzione per la nostra città ma è anche il giorno della ricostruzione della prospettiva e del guardare avanti … una giornata che merita di essere ricordata, che merita di essere onorata, che merita di essere vissuta ogni anno …”.

IL CORTEO CHE HA PERCORSO LE VIE DI FRASCATI

Nel pomeriggio poi la cerimonia civile che ha percorso le vie della città per poi giungere al Monumento che ricorda le vittime di questa immane tragedia.

IL TOCCANTE MOMENTO DELLA DEPOSIZIONE DELLA CORONA DI ALLORO

E qui, dopo aver deposto una corona di alloro, sulle note del silenzio hanno poi preso la parola la sindaco di Frascati, Francesca Sbardella, il vicesindaco di città metropolitana di Roma Capitale, Pierluigi Sanna ed il sindaco di Capua, Adolfo Villani non prima che venisse letto il messaggio inviato alla città di Frascati dal presidente del Senato, Ignazio La Russa.

IL MESSAGGIO INVIATO DAL PRESIDENTE DEL SENATO, IGNAZIO LA RUSSA

C’è un filo che unisce tutti i commenti: la necessità di salvaguardare la memoria.

la sindaco di Frascati, Francesca Sbardella

La sindaco, Francesca Sbardella, esorta i giovani ad essere portatori di questi ricordi, di queste emozioni.
E “… di fronte al monumento che ricorda la distruzione di Frascati che onora le vittime innocenti cadute sotto le bombe …” torna a ricordare “… le tante donne ed i tanti uomini che rimboccandosi le maniche e non perdendo mai la speranza furono artefici della ricostruzione di Frascati …”.
Chiude poi il suo intervento con queste parole: “… la responsabilità di costruire questo mondo parte proprio da noi autorità civili, militari, semplici cittadini, da ognuno di noi dalle piccole attenzioni dal nostro saper prenderci cura. Guardiamoci l’uno l’altro, come ci dice Calamandrei, per sentire rispecchiata nella nostra libertà e nella nostra dignità la liberta e la dignità di tutti gli altri, questo senso operoso di fraterna solidarietà umana ci guidi oggi e sempre in tutte le nostre azioni …”.

il vicesindaco di Città Metropolitana di Roma Capitale, Pierluigi Sanna

Pierluigi Sanna, vicesindaco di città metropolitana di Roma Capitale focalizza due concetti assai profondi: “coltivare la memoria, attualizzare la memoria” perché oggi ad 81 anni dal quel sanguinoso giorno, aggiunge, “sembra lontano lo spettro della guerra poiché avevamo archiviato la parola pace con l’impressione che non avessimo bisogno di ricordarla”.
Nel chiudere due pensieri fanno breccia provocando un applauso spontaneo: “le guerre ci riportano ad una realtà drammatica alla quale non ci si può abituare”.

il sindaco di Capua, Adolfo Villani

Chiude la serie di interventi il sindaco di Capua, Adolfo Villani.
Anche la sua città, come Frascati, venne dilaniata dalle bombe degli alleati provocando ben oltre 1000 morti con la distruzione di oltre il 70% dell’enorme patrimonio culturale della citta.
Adolfo Villani parla del sacrifico delle due città.
All’orizzonte di queste due stragi la maldestra fuga del re e di Badoglio che lasciò il regio esercito senza guida, senza ordini.
E sia Frascati e sia Capua pagarono il prezzo di questo vuoto politico e di governo rimanendo inermi e sole. Toccante il momento il cui il presidente del consiglio comunale, Corrado Spagnoli, ha donato a nome della città di Frascati una targa ricordo al sindaco Adolfo Villani.

il momento della consegna della targa al sindaco di Capua, Adolfo Villani

In questa serata ricca di emozioni va aggiunto il ricordo commosso del professor Raimondo del Nero, storico docente frascatano ed immenso storico della città Tuscolana.
Il Consiglio Comunale di Frascati, con voto unanime, raccogliendo la proposta della consigliere Emanuela Bruni, ha conferito all’insigne studioso il “Civis Tuscolanus” alla memoria per gli alti servigi che come storico, come docente e come amministratore cittadino il professor Del Nero ha donato alla città.

In conclusione il saluto ed il grazie commosso da parte del presidente del Consiglio Comunale, Corrado Spagnoli prima che il canto corale dell’ Inno di Mameli chiuda questa celebrazione in ricordo di quel tragico mercoledì 8 settembre 1943.

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