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CIVITAVECCHIA, CITTA' METROPOLITANA DI ROMA O DI VITERBO?

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Tempo di lettura 4 minuti Petrelli: “Roma è una opportunità da sfruttare non un nemico da combattere”

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Le voci che circolavano nelle strade del centro trovano conferma in una deliberazione di Consiglio comunale favorevole alla “migrazione” dalla nuova Area metropolitana di Roma alla Provincia di Viterbo. Tale eventuale scellerata scelta significherebbe smentire il passato della Città, sorella marittima della Capitale, e  distruggere il futuro con tutte quelle opportunità che l’Area metropolitana potrebbe assicurare al Comune più importante “fuori le mura”.

 

Redazione

Civitavecchia (RM) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta ai cittadini di Civitavecchia di Vittorio Petrelli, presidente dell'associazione Ripartiamo dai Cittadini
 

Ecco la lettera aperta di Vittorio Petrelli:

"Il 12 settembre scorso, il Consiglio Comunale ha approvato la delibera del M5S che prevede l’uscita dall’Area Metropolitana di Roma per provare ad intraprendere il percorso che porta all’ingresso nella provincia di Viterbo.
Siamo sicuri che questa scelta sia stata ben ponderata e attentamente valutata in ogni sua conseguenza? E allora come interpretare la volontà di alcuni comuni italiani che, al contrario di Civitavecchia, sono determinati ad aderire alle aree metropolitane? Ad esempio, Fasano, che con un referendum cittadino ha deciso di uscire dalla provincia di Brindisi per entrare nell’area metropolitana di Bari, decisione già ratificata dal consiglio regionale della Puglia; oppure le province di Prato e di Pistoia che verranno incluse nell’area metropolitana di Firenze; per non parlare del Veneto dove pur di non rimanere esclusi dall’area metropolitana di Venezia c’è chi sta pensando di estendere l’area metropolitana a tutto il territorio regionale.

E’ verosimile che gli amministratori di quelle realtà abbiano riconosciuto nelle aree metropolitane l’unica possibilità di sviluppo per il loro territorio e abbiano compreso come l’area metropolitana –soggetto cardine della programmazione europea 2014-2020 – sarà l’ente che potrà disporre di maggiori stanziamenti comunitari; è verosimile che abbiano compreso i vantaggi di rimanere in un ente che avrà di fatto, sia le competenze oggi delle province, sia le competenze oggi delle Regioni.
L’area metropolitana potrà decidere in materia di sanità, viabilità, trasporti, turismo, commercio,…

Le province sono destinate ad essere inizialmente accorpate e successivamente abolite. Dovranno essere abolite perché non possiamo permetterci di spendere inutilmente soldi pubblici: lo chiede l’opinione pubblica; lo chiedono molti parlamentare, primi fra tutti quelli del M5S. Il Senatore Crimi, nel suo disegno di legge Costituzionale volto a modificare il titolo V vuole che la Repubblica sia “costituita dai Comuni, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”. Non c’è più spazio per le province e allora dove vogliamo che Civitavecchia si collochi? Ai margini di un mega aggregato di Comuni oggi nelle province di Viterbo e Rieti? insieme a comuni come Amatrice, Gallese, Castel di Tora o Acquapendente; realtà che nulla hanno in comune con la nostra storia, la nostra cultura, le nostre usanze, il nostro dialetto; comuni che hanno un tessuto socio-economico drasticamente diverso dal nostro.

Si abbia il buon senso di prendere atto della realtà del territorio e della quotidianità dei nostri concittadini: migliaia di civitavecchiesi lavorano o studiano a Roma; migliaia hanno studiato a Roma, lì si sono laureati ed hanno sostenuto l’esame di stato, risultando oggi iscritti agli ordini professionali della provincia di Roma. Migliaia di Civitavecchiesi sono pendolari verso Roma ed usano quei treni in parte finanziati dalla provincia di Roma; così come moltissimi usufruiscono delle agevolazioni Metrebus della provincia di Roma che tanto hanno fatto infuriare i pendolari delle province limitrofe che non possono attingere a quelle agevolazioni.
Il Tribunale di Civitavecchia è sopravvissuto alla scure dei tagli grazie all’estensione della sua competenza all’area nord-ovest della provincia di Roma, includendo realtà come i comuni del lago di Bracciano o Fiumicino con il suo aeroporto internazionale.

Fino ad oggi, noi civitavecchiesi abbiamo potuto partecipare ai concorsi pubblici accessibili solo ai residenti della provincia di Roma: non ultimo il caso del recente concorso per educatori/educatrici di asilo nido indetto dal Comune di Fiumicino. Questo requisito, come ovvio, sarà ancora più frequente con l’istituzione della città metropolitana. Domani, i nostri amici di Santa Marinella (una volta quartiere sud di Civitavecchia) avranno accesso ai concorsi della città metropolitana di Roma mentre i nostri figli rischiano di non potervi partecipare?

Non possiamo dimenticare la storia: da migliaia di anni siamo legati indissolubilmente a Roma, da sempre siamo il porto di Roma e tra pochi giorni verrà inaugurato il Roma Marina Yachting. I milioni di croceristi che scelgono il nostro porto sono attratti dalle bellezze della Capitale. I milioni di passeggeri dei traghetti che collegano Civitavecchia ai tanti porti del Mediterraneo vivono grazie ai traffici indotti da Roma e dal suo hinterland, non bastano certo Rieti o Viterbo.

Roma è una opportunità da sfruttare non un nemico da combattere. Dobbiamo lavorare insieme per avvantaggiarci del legame che abbiamo con la Capitale.

Perché in provincia di Roma, l’unico comune che ha deliberato di non voler aderire all’area metropolitana è Civitavecchia? Perché neanche Pomezia, comune più popoloso di Civitavecchia amministrato da una giunta 5 stelle, non intende intraprendere la strada dell’ingresso nella vicina provincia di Latina? Perché molti comuni della provincia di Roma si stanno coalizzando per avere un maggiore peso all’interno del Consiglio Metropolitano, ma non pensano ad uscire dall’area metropolitana?

Finora il motivo principale per cui uscire dall’area metropolitana sembra essere il rischio di dover ospitare la futura discarica di Roma: come ricorderete, alcuni anni fa, Alemanno (allora Sindaco di Roma) e La Russa (allora Ministro della Difesa), individuarono nel comprensorio militare di Santa Lucia il sito per costruire la discarica per i rifiuti della Capitale. La vicenda, per fortuna, non ha avuto seguito e al momento, con la vigente amministrazione capitolina, non verrà riproposta: Marino ha previsto la chiusura del ciclo dei rifiuti escludendo il nostro comprensorio.

(Per un mio impegno politico da sempre caratterizzato principalmente verso le tematiche ambientale la vicenda sopra richiamata non vi nascondo che abbia indotto anche me a propendere per un’uscita dall’Area metropolitana ma era una reazione di pancia… poi rileggendo più attentamente la legge e valutando le azioni di altri comuni e province ho dovuto ricredermi).

Alla luce di queste considerazioni – molte altre ce ne sarebbero da fare – non è forse una scelta assennata quella fatta in Consiglio? Si è deciso di non entrare nell’area metropolitana per motivi più finemente politici? Gli amministratori delle aree metropolitane verranno scelti premiando coloro – tra gli eletti nei consigli comunali dei comuni facenti parte della stessa area metropolitana – che saranno stati capaci di intrecciare legami e relazioni con altri amministratori della nascente realtà metropolitana.

In parole povere, lavorare in un modo che ai consiglieri M5S , allo stato attuale è assolutamente proibito, ma che tra l’altro, non è detto che lo sia in un prossimo futuro.

Sono molte le ragioni per le quali non si dovrebbe rinunciare all’ingresso nell’area metropolitana di Roma. Invito gli amministratori della città a valutare tutti gli elementi a disposizione per fare in modo che la scelta sia veramente imparziale e dettata dalla sincera intenzione di garantire un sano sviluppo al nostro territorio ed un futuro ricco di opportunità per le nuove generazioni.

Si rifletta prima che sia troppo tardi…
Vittorio Petrelli"
 

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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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