CITTA' METROPOLITANE: PER I SINDACI DISSENZIENTI C'E' TEMPO FINO AL 30 SETTEMBRE 2014

di Angelo Parca

Si discute su qualcosa che sta prendendo forma. Ci sono Comuni propensi alla costituzione delle Città metropolitane e Comuni che si sentono annullati e privati di qualsiasi forma di democraticità e partecipazione dau ddl che di fatto, secondo molti, lascia il potere ai grandi e schiaccia i piccoli. C'è una iniziativa del gruppo parlamentare Forza italia che sostanzialmente mira a raccogliere più adesioni possibili dei sindaci Comuni delle aree metropolitane affinché decidano di deliberare la propria uscita entro la scadenza del 30 settembre 2014, termine ultimo per le amministrazioni locali di dire la loro. 

''Il gruppo parlamentare di Forza Italia della Camera dei deputati ha inoltrato in data odierna un appello, a firma del presidente Renato Brunetta e dell'onorevole Paolo Russo, a tutti i sindaci dei comuni delle aree metropolitane istituite dal disegno di legge del ministro Delrio, approvato in prima lettura alla Camera lo scorso sabato 21 dicembre e attualmente all'esame del Senato''. E' quanto si legge in un comunicato di Forza Italia, nel quale si ribadisce ''l'assoluta contrarieta' all'impostazione voluta dal governo Letta per il riordino delle province e l'istituzione delle citta' metropolitane, in quanto viziata da evidenti profili di incostituzionalita', che il gruppo ha avuto modo di rilevare e denunciare nel corso dell'esame parlamentare''. ''Ci si riferisce in particolare – prosegue il testo – alla norma che, se approvata senza modifiche, affidera', dal 1 luglio 2014, la guida e il governo delle ''Citta' Metropolitane'' (Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Venezia, Bari, Reggio Calabria piu' quelle eventuali di Salerno, Brescia e Bergamo e quelle delle regioni a Statuto Speciale Palermo, Messina, Catania e Cagliari), formate da tutti i comuni dell'attuale territorio provinciale, al Sindaco del comune capoluogo (a meno che, entro il 30 settembre 2014, un terzo dei Comuni e/o della popolazione rappresentata deliberino di uscirne)''. ''E' vero che il ddl Delrio dispone che lo Statuto possa prevedere l'elezione diretta del Sindaco Metropolitano, ma solo a determinate condizioni, ponendo tanti ostacoli tali da produrne l'impraticabilita', e rendendo di fatto coincidente, sine die, la carica di sindaco del comune capoluogo con quella di sindaco metropolitano. E' quindi evidente la disparita' di trattamento che verrebbe a crearsi tra un cittadino elettore residente nel comune capoluogo dell'area metropolitana e il cittadino elettore residente negli altri comuni, perche' i cittadini elettori del comune capoluogo avranno di fatto la possibilita' di esprimere la propria preferenza elettorale anche per il sindaco della citta' metropolitana: possibilita' che e' del tutto preclusa ai cittadini elettori degli altri comuni dell'area metropolitana''.

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