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CISTERNA DI LATINA: RICERCATO A BERGAMO IL TUNISINO FERMATO DALLA POLIZIA LOCALE LO SCORSO DICEMBRE

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Tempo di lettura 2 minutiGli ulteriori accertamenti della Polizia Locale di Cisterna hanno accertato anche i reati di clandestinità e false generalità

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Redazione
Cisterna di Latina (LT)
– Si aggrava la posizione di G.H., il giovane tunisino fermato a Cisterna l'11 dicembre scorso dagli agenti della Polizia locale. Sull'extracomunitario pendeva già un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Brescia per uno scippo ed ora è accusato anche di ricettazione, false dichiarazioni sulle generalità e clandestinità.

L’arresto scaturì a seguito della segnalazione agli agenti coordinati dal comandante Luciano Bongiorno, di una lite in corso (in piazza Amedeo di Savoia) tra un residente e lo straniero. Il cittadino cisternese, insieme ad altri testimoni, aveva infatti riconosciuto nella bici in possesso del giovane straniero quella che da poco era stata rubata al figlio. Per accertare quanto realmente accaduto, entrambi gli uomini furono accompagnati presso il vicino Comando della Polizia Locale.

Lo straniero, privo di documenti, dichiarò di chiamarsi K.L. nato nel 1995 e di essere cittadino macedone. Dalle impronte digitali, previo accertamento presso la Questura di Latina, risultò in realtà che il giovane aveva reso agli agenti di Cisterna false generalità ed essere già fotosegnalato per altri reati compiuti, tra cui lo spaccio di droga.

Ulteriori controlli fecero emergere anche l’esistenza di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale per di Brescia per una rapina commessa il 13 ottobre scorso a Bergamo in danno di una donna ultrasessantenne alla quale aveva strappato con violenza la collana. Da qui l’arresto del tunisino. Le indagini della Polizia locale di Cisterna, tuttavia, sono andate avanti ed hanno fatto emergere altri elementi. G.H., si è accertato, è entrato illegalmente nel territorio italiano dichiarando, di volta in volta, false generalità tutte riconducibili a stranieri minorenni realmente esistenti. Un trucco che gli avrebbe evitato il carcere ancora a lungo se non fosse stato per il minuzioso lavoro di ricerca operato dagli uomini del Comando cisternese, da qualche anno ormai particolarmente esperto a riconoscere i casi relativi al dilagante fenomeno del falso documentale.