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CISTERNA DI LATINA: LA DEPORTAZIONE DI TUTTI I CARABINIERI DI ROMA

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Tempo di lettura 2 minuti La vera storia di Mario Ciavaglia scritta da Mauro Nasi nel libro "Calce e Fiamma", rende noto un capitolo quasi sconosciuto della guerra

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Redazione

Cisterna di Latina (LT) -Si è tenuta sabato la presentazione in anteprima, presso la biblioteca comunale di Cisterna, del libro “Calce e Fiamma. Storia di deportazione, di fughe e d’amore” di Mauro Nasi per Annales Edizioni.

E’ la vera storia di Mario Ciavaglia, oggi 91enne residente a Cisterna, diretto testimone di eventi che cambiarono il corso della storia d’Italia tra il 1943 e il 1946. 

Allievo Carabiniere a cavallo, a vent’anni appena compiuti, era in caserma a Roma durante il primo drammatico bombardamento del 19 luglio 1943, di guardia a Villa Badoglio il giorno della caduta del fascismo, a Villa Savoia la notte in cui il Re Vittorio Emanuele III fuggì da Roma, il 2 giugno presso le urne referendarie assistendo alla nascita della Repubblica Italiana. 

Ma soprattutto è stato tra i Carabinieri di Roma che il 7 ottobre 1943 vennero con l’inganno disarmati, fatti prigionieri e deportati dai nazisti così da poter attuare senza ostacoli l’azione di rastrellamento e deportazione ad Auschwitz degli ebrei del ghetto di Roma, il 16 ottobre 1943.

Alla presentazione del volume, coordinata dal giornalista Emanuele Ciarrocchi, erano presenti l’autore Mauro Nasi, la giornalista scrittrice e biografa ufficiale di Salvo D’Acquisto Rita Pomponio, il tenente colonnello Andrea Mommo comandante dei carabinieri del reparto territoriale di Aprilia, il comandante della stazione Carabinieri di Cisterna luogotenente maresciallo Giovanni Santoro.

E’ stata una cerimonia a sorpresa per Mario Ciavaglia il cui arrivo in sala, insieme alla signora Marcella, è stato accolto da calorosi applausi e tanta emozione.

“Con uno stile romanzato ma con la scrupolosità dello storico che rispetta i fatti – ha detto Pomponio –l’autore ci conduce nell’avventurosa vita di Mario, permettendoci di camminargli fianco a fianco mentre attraversa l’intera epoca fascista, la guerra, la prigionia nei campi di lavoro tedeschi fino al difficile ritorno in Patria”.

“Un pezzo della storia dell’Arma ma anche di valori importanti come la famiglia – ha detto il tenente colonnello Mommo – che ha tenuto vivo lo spirito del protagonista durante la prigionia spingendolo a tentare ben due fughe per poterla raggiungere. Quella famiglia, di cui la donna è il fulcro, che rappresenta una colonna importante per la vita di ogni carabiniere”.

“Una storia personale davvero avvincente e toccante – ha detto Nasi – che permette di portare alla luce una situazione storica molto delicata per l’Italia e per l’Arma dei Carabinieri, quest’ultima abbandonata dalla guida del Re, con un risorto stato fascista sotto forma di Repubblica Sociale Italiana, posta sotto il comando dei tedeschi invasori, con la responsabilità di tutelare, aiutare e difendere il popolo italiano”. 

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Cronaca

Roma e Latina, traffico di droga: sequestro beni da 4,5 milioni a capi organizzazione

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Maxi sequestro di beni da circa 4,5 milioni di euro tra Roma e Latina. Ad eseguire il provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca i poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Roma. Interessati beni e assetti societari, tra cui immobili e società riconducibili ai tre capi di un’associazione dedita al traffico di droga recentemente arrestati nell’ambito di un’operazione della Squadra Mobile coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Sulla base di accertamenti svolti dalla Divisione Anticrimine di Roma sarebbe emerso che dall’attività illecita avrebbero accumulato ingenti proventi reinvestendoli in parte in società di sale scommesse a Pomezia e Ardea e in una rivendita di veicoli a Roma, e, in parte, nell’acquisizione di proprietà mobiliari, immobiliari e in polizze assicurative. Tra i beni interessati dal sequestro disposto dal Tribunale di Roma – Sezione delle Misure di Prevenzione di Roma – 4 compagini societarie e 4 immobili, tra cui una villa di notevoli dimensioni con piscina.

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Cronaca

Cisterna di Latina, duplice omicidio: lei si è salvata scappando dalla finestra

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Desyrée Amato, la 22enne sopravvissuta ieri alla furia dell’ex fidanzato che a Cisterna di Latina ha ucciso la sorella e la madre della giovane (49 e 19 anni), è riuscita a salvarsi fuggendo dalla finestra del bagno dove si era rifugiata. Cristian Sodano, finanziere di 27 anni, dopo aver sparato alle due donne con l’arma d’ordinanza ha seguito la ragazza in bagno e ha sfondato la porta a calci. Lei è riuscita a scappare dalla finestra e a nascondersi in una legnaia in giardino, poi ha raggiunto la strada dov’è stata trovata in stato di choc. Nel pomeriggio di ieri l’uomo – originario di Minturno ma in servizio nel reparto navale di Ostia – è arrivato nella casa delle tre donne, nel quartiere San Valentino. Al culmine di un litigio ha aperto il fuoco. Alcuni quotidiani scrivono che l’uomo aveva dormito in quella casa soltanto la notte prima del duplice omicidio, nonostante la rottura sentimentale. “Ho litigato e poi ho sparato”, ha detti ai poliziotti che l’hanno arrestato.

Nei confronti di Sodano la procura di Latina ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto, scattato dopo le indagini della Squadra Mobile e l’interrogatorio davanti al pm di turno, durante il quale l’uomo ha confessato la sua responsabilità, confermando quanto già dichiarato in prima battuta agli agenti intervenuti sul posto. Al termine degli atti di rito, è stato portato in carcere in attesa della convalida.

Secondo quanto si apprende Cristian Sodano, questo il nome dell’uomo, avrebbe ucciso Nicoletta Zomparelli e Reneé Amato dopo che queste erano probabilmente intervenute per difendere la sua ex fidanzata, Desyrée Amato. Il 27enne è stato rintracciato e portato in Questura dagli agenti della squadra mobile nel quartiere Q4 mentre stava cercando di raggiungere casa, nei pressi dell’abitazione di un parente. 

Di Reneé Amato e della sorella Desyreé si sa che avevano la passione per il ballo, come emerge dalle immagini sui loro profili social: la giovane uccisa aveva anche vinto qualche premio. La madre Nicoletta Zomparelli lavorava in un’agenzia immobiliare. 

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Cronaca

Pontinia, maltrattamenti di animali: chiusa azienda zootecnica

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La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata

Nella giornata di ieri, i Carabinieri della Stazione di Pontinia, unitamente alle componenti specializzate del Gruppo Carabinieri Forestali di Latina, del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Latina e con il supporto del Servizio Veterinario dell’A.S.L. di Latina, hanno effettuato un controllo presso un’azienda zootecnica di Pontinia operante nell’allevamento di bufale.
Durante l’ispezione i Carabinieri ed i Veterinari hanno potuto accertare come gli animali fossero allevati e tenuti in condizioni non compatibili con le proprie caratteristiche etologiche.
Nello specifico gli operanti hanno rilevato come gli animali fossero costretti a stabulare in consistenti liquami, senza acqua, con mangimi contaminati.

Gli animali, di cui molti vitellini legati, sono stati inoltre riscontrati affetti da varie problematiche sanitarie e la mancanza dei requisiti minimi per la gestione degli stessi, con evidente sofferenza del bestiame e compromissione della salute degli animali.

Nella stessa azienda sono state trovate, poco distante dalle stalle, due carcasse di vitelli bufalini non smaltiti ed una discarica abusiva di rifiuti speciali pericolosi, nonché lo scarico nel canale attiguo all’azienda dei liquami e reflui prodotti dall’azienda.

Per tutti questi motivi l’azienda ed i 117 animali sono stati posti sotto sequestro. La titolare è stata denunciata per maltrattamento di animali, scarico non autorizzato di acque reflue industriali e attività di gestione di rifiuti non autorizzata.

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