Era il 3 maggio quando durante la finale di coppa Italia Fiorentina Napoli, il tifoso napoletano Ciro Esposito veniva ucciso in quello che è stato definito un vero e proprio agguato alla tifoseria partenopea. Una competizione sportiva insana che si è trasformata in una faida. Un’agonia di cinquanta lunghi giorni hanno accompagnato il giovane Ciro lentamente alla morte. Speranze, miglioramenti clinici e poi di nuovo complicazioni e apprensione: solo la povera madre Antonella può sapere quanto è stato difficile e doloroso quel lungo calvario. Le indagini presero subito la giusta direzione: un vero e proprio attacco era stato studiato e calcolato. Subito i video dei testimoni balzarono sul web; si individuarono i primi responsabili. Daniele De Santis, ultrà romanista, fu accusato dell’omicidio. La nazione divisa in due fazioni: chi difendeva l’omicida e chi, giustamente inorridito, stava dalla parte della povera vittima. Un accanimento mediatico ingiustificabile cercò però di ribaltare la situazione. Ancora una volta, si voleva far passare la tifoseria napoletana come errata, criminale e collusa con la camorra. Ma, quel giorno, un centinaio di tifosi era partito alla volta di Roma semplicemente per godersi lo spettacolo dei propri eroi. A qualcuno ciò non è stato concesso. Pochi giorni fa, è emerso che Gastone, Daniele de Santis, era stato accoltellato quel maledetto 3 Maggio prima di sparare. Versione però che Angelo e Sergio Pisani, legali della famiglia Esposito smentiscono dichiarando che: “De Santis, il principale responsabile dell’agguato al pullman dei tifosi azzurri e dell’omicidio di Ciro Esposito non è mai stato accoltellato come risulta e dimostrano le sue stesse dichiarazioni al giudice (nei verbali dice “ho avuto solo tante botte e non ricordo altro”)”.
“Il bluff oramai è stato scoperto e, nonostante le minacce che abbiamo ricevuto, non faremo un passo indietro e interverremo nel processo per contestare ipotesi illogiche ed azzardate. Chiederemo ai giudici di punire anche i responsabili di ogni inquinamento mediatico delle prove”. “Chiederemo ai giudici – concludono Angelo e Sergio Pisani – di punire anche i responsabili di ogni inquinamento mediatico delle prove e per la temerarietà chi fa disinformazione e tenta di nascondere o favorire i responsabili di questa tragedia diffidando tutti i media e giornalisti a pubblicare con gli stessi caratteri e titoloni l’unica triste verità finora accertata e che nessuno venne accoltellato senza scuse e mezzucci per vantare una legittima difesa da parte di gastone che ancora oggi non ricorda e spiega non solo perché ha sparato, ma quale tragedia voleva provocare quella sera di maggio”.
Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano. La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza. All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro. Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.
Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.
“Anni fa con un gruppo di amiche ed amici la tenevamo pulita e funzionale. Vederla ridotta così piange davvero il cuore”.
Sono queste le parole che fanno da sottofondo alle immagini che ci hanno inviato alcuni ragazzi di Monte Compatri basiti nel rientrare, dopo qualche anno, dentro parco Calahorra, per tutti la Villetta. Una storia potremmo dire “sfortunata” per quello che potrebbe essere uno dei fiori all’occhiello della cittadina dei Castelli Romani.
Dai miliardi spesi durante l’amministrazione di Emilio Patriarca (1985/1990) per la realizzazioni dell’imponente portale d’ingresso e per l’anfiteatro, demolito poi dall’amministrazione di Marco de Carolis e trasformato in parcheggio per passare alle tante iniziative di pulizia collettiva con sindaci, assessori, consiglieri comunali e cittadini (ultima nel giugno del 2022, ove il delegato al verde, Elio Masi, dichiarava “… da oggi inizia una nuova stagione per Parco Calahorra che vedrà coinvolte associazioni e cittadini per una piena fruizione già a partire da questa estate …” ) ma senza poi trovare una continuità degna del rispetto che il luogo merita. (Monte Compatri, grandi pulizie per Parco Calahorra (osservatoreitalia.eu))
“Noi – ci dicono – ci provammo anni fa con l’associazione Brother Park. Installammo giochi per bambini oggi scomparsi”. “So io – risponde un altro – in quale giardino privato sono finiti!“ “Avevamo realizzato sentieri, costruito passaggi, realizzata una fontanella, realizzato tutto l’impianto elettrico di illuminazione. Poi è finito tutto.
Addirittura – aggiungono – spendemmo circa 3000 euro di legname per realizzare un chiosco del quale non rimane più traccia”. “Vedi – ci indica un luogo – dove sta quel mucchio di rovi avevamo realizzato un campetto da calcetto compreso di porte e di una rete per evitare che il pallone venisse perso. Che tristezza! Nel vedere negli occhi di questi ragazzi la rassegnazione di chi spende il proprio tempo per la collettività e poi ritrova le proprie fatiche ed il proprio impegno ridotto a desolazione fa davvero male.
Basterebbe un impegno minimo, aggiungono, noi ci siamo cresciuti. Ci abbiamo giocato da bambini come crediamo ogni generazione di monticiano. Noi oltre ad avervi inviato i video e le foto non siamo rimasti con le mano in mano. In questi giorni abbiamo risollevato il secchio per la spazzatura, tolto un po’ di erbacce, pulito dove era possibile. Ci investiamo volentieri il nostro tempo perché la Villetta torni ad essere il giardino di tutti”. C’è qualcosa che vorreste dire all’amministrazione comunale? Guardi noi siamo disposti a dare una mano, abbiamo provato a chiedere per avere la possibilità di poter almeno fare una manutenzione regolare di questi spazi, ovviamente autorizzati. Lo faremmo per il paese, lo faremmo per le tante famiglie che, qui dentro, potrebbero davvero trovare un’oasi di pace.
E mentre andiamo via loro continuano silenziosi ma sereni a provare a regalare alla Villetta qualche giorno di pulizia ed ordine
Come sempre chiederemo all’amministrazione comunale il loro punto di vista inviando all’ufficio stampa una richiesta di colloquio con il sindaco e con il consigliere delegato Anche in questo caso vi terremo aggiornati.
Ritornata anche questa estate in Valle d’Itria, ricca di iniziative culturali come il suo famoso Festival, l’attesa mostra fotografica di Marcello Nitti, che, continuando nella sua indagine espressiva, espone una serie di fotografie con titolo “Impressionism love”, ‘amore per l’impressionismo’. L’autore pugliese spiega come questa sua nuova fatica sia “il frutto di una ricerca intesa ad indagare le romantiche possibilità fotografiche di restituire immagini che possano aiutare il sogno. Le fotografie di “Impressionism love” sono il risultato di ricerca, sperimentazione e di affermazione dell’amore nel campo fotografico. Le fotografie sono realizzate in pellicola e senza aiuti digitali con Hasselblad 500 C/M e le foto sono realizzate con pellicole a colori e B/N Kodak”. Il tutto visibile durante questa estate a Martina Franca in Vico IV Agesilao MIlano 7.
All’inaugurazione, presente l’autore, ha svolto una rapida introduzione critica il curatore artistico Pio Meledandri ed anche quest’anno, insieme alle foto sono esposte alcune poesie di Barbara Gortan.
Per Meledandri “L’esposizione di Martina Franca, che l’Autore ha intitolato “Impressionism love”, è un viaggio interiore alla ricerca dell’Arte. Una dichiarazione d’amore nei confronti dell’impressionismo che gli fa prediligere i soggetti del mondo naturale e guardare all’”attimo luminoso” capace di modificare le fisionomie degli oggetti, creando forme e cromie nuove. La sensibilità e soprattutto la creatività lo portano ad un fantastico gioco di pareidolia così come da bambini riconoscevamo nelle nuvole forme simili a uomini e animali, a draghi, principesse e castelli. …Tutte le immagini assecondano il sentimento romantico dell’Autore la cui narrazione è fantasia, sogno, mistero, emozione e passione, tutti elementi con cui il Romanticismo si è contrapposto alla cultura Illuminista determinando una sua fisionomia nelle arti visive, nella musica, nella letteratura e nel pensiero filosofico”.
Nitti ha ringraziato quindi il pubblico che da anni segue questo suo originale percorso fotografico “per il sostegno che mi avete donato nelle mostre precedenti e vi ringrazio per l’entusiasmo che mi infondete a continuare a creare nuove immagini nel mondo magico e sognante che si chiama ‘Fotografia’”.