CIOCIARIA, PICCOLE IMPRESE NELLA MORSA DELLA CRISI: MOLTE DONNE A FARNE LE SPESE

Redazione

Ciociaria – La  crisi economica che attanaglia il Paese non sta di certo risparmiando la provincia di Frosinone e la  Ciociaria è uno dei territori più colpiti perché l’intero motore dell’economia locale ruota intorno alle piccole e medie imprese messe a dura prova dalla pressione fiscale e dalla costrizione dei consumi.

 Annarita Alviani, candidata al consiglio regionale del Lazio con “Fare per fermare il declino” di Oscar Giannino, descrive un quadro della situazione economica ciociara sconfortante: “La situazione è insostenibile: la  pressione fiscale sta letteralmente falcidiando la nostra terra dalle piccole  medie imprese che fino a pochi anni fa erano il motore trainante dell’economia ciociara ”.

Dichiarazioni forti che viaggiano a braccetto con le opinioni degli  imprenditori di Federlazio grazie a proposte che intendono rilanciare la ripresa e l’occupazione:  “Quello che proponiamo noi di Fermare il declino – spiega la candidata – è  liberare totalmente le potenzialità di crescita, lavoro e  creatività dei giovani e delle donne, oggi in gran parte esclusi dal mercato  del lavoro e dagli ambiti più rilevanti del potere economico e politico. Non  esiste una singola misura in grado di farci raggiungere questo obiettivo;  occorre agire per eliminare il dualismo occupazionale, scoraggiare la  discriminazione di età e sesso nel mondo del lavoro, offrire strumenti di assicurazione contro la disoccupazione,  facilitare la creazione di nuove imprese, permettere effettiva mobilità  meritocratica in ogni settore dell’economia e della società e, finalmente,  rifondare il sistema educativo”.

Sussidio di disoccupazione, strumenti di formazione per facilitare la ricerca di un nuovo lavoro, ovvero “flexsecurity” in entrata e in uscita e soprattutto attenzione all’occupazione femminile:  “Il tasso di occupazione femminile – riferisce Annarita Alviani – nella nostra  regione, peraltro trattasi di regione capitale, nel 2011 era solo del 49% il  che la inserisce al terzultimo posto tra le regioni capitali dopo Atene (47.5%)  Bruxelles (48,6%) e con circa 10 punti di scarto sulla media europea (58,4%) e  con un divario ancora maggiore con p.e. Amsterdam (71,4% ) e Parigi (61,9%)”

“Il nostro programma – continua la Alviani –  è molto chiaro sulla cosiddetta questione femminile: le donne italiane rappresentano un enorme capitale umano in termini di competenze, diversità, produttività e spirito imprenditoriale; oltre la metà degli immatricolati universitari sono donne, e su 100 donne che lavorano nel nostro paese 16 sono lavoratrici autonome e 3,6 hanno dipendenti (ben al di sopra delle medie europee). Eppure le donne risentono in modo particolarmente marcato della dualità che affligge il mercato del lavoro e sono sottooccupate; meno di una donna italiana su due lavora, meno di una su tre tra quelle con più
figli, meno di una su cinque tra le giovani nel meridione (cifre tra le più  basse d’Europa). Inoltre, le donne tendono ancora a essere remunerate meno  degli uomini, hanno carriere e quindi storie contributive discontinue e sono  poco rappresentate ai vertici decisionali dell’imprenditoria e della politica”.