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Castelli Romani

Ciampino, uccise il genero a colpi di pistola: condannato a 8 anni di carcere

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Ciampino (RM) – I Carabinieri della Stazione di Mentana hanno dato esecuzione ad un ordine di carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte d’Assise d’Appello di Roma, nei confronti di un 73enne originario di Cefalù (PA), da tempo residente nella frazione di Santa Lucia di Fonte Nuova, che deve scontare la pena di 8 anni e 8 mesi di reclusione per omicidio.

Il fatto

Era il 20 giugno 2012 quando a Ciampino fu ucciso Cristiano Vendetti. Il corpo dell’uomo fu trovato crivellato da sei colpi di pistola al collo, al torace, alla spalla sinistra e alla regione glutea. Dell’omicidio si accusò di lì a poco Antonio Di Sero, padre dell’ex moglie della vittima, il quale fu portato in carcere (fu poi rimesso in libertà dopo circa un anno di detenzione). Secondo l’accusa, De Sero, dopo aver prelevato dalla sua abitazione di Fonte Nuova una pistola regolarmente detenuta, aveva deciso di recarsi a Ciampino a casa della figlia. Lo scopo sarebbe stato forse quello di parlare nuovamente col genero per cercare di calmare le acque. Nei pressi dell’abitazione, però, ci fu uno scambio di parole, cui seguì l’estrazione della pistola e gli spari mortali. Per l’accusa, la condotta dell’imputato era stata realizzata per fronteggiare la situazione familiare dolorosa e conflittuale, e in particolare la separazione coniugale della figlia dal Vendetti e le questioni relative all’affidamento del nipote minorenne. Il gup dichiarò Di Sero colpevole del reato di omicidio, e, concesse le attenuanti generiche equivalenti all’aggravante della premeditazione, e applicata la diminuente per la scelta del rito abbreviato, lo condannò a 14 anni e 8 mesi di reclusione.

L’uomo, dopo essere stato dunque condannato in primo grado a 14 anni di reclusione, ha visto la pena ridotta a 8 anni e 8 mesi dalla Corte d’Assise d’Appello, a cui la Cassazione aveva rimesso la decisione dopo l’annullamento della stessa sentenza. L’arrestato è stato ora rinchiuso nel carcere di Rebibbia a disposizione dell’A.G. di Roma.

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