CIAMPINO PRINT E CAVICCHI: AMBIGUITA' NELL'ITER – L'INCHIESTA CONTINUA

di Daniele Rizzo

Ciampino (RM) – Il 24 luglio scorso è scaduto il termine per presentare le osservazioni relativamente al programma integrato Ciampino Xa2. Per l’occasione eravamo presenti nella sala rossa del VII municipio, dove il presidente Fantino, l’arch. Ceccarelli e l’ing. Silvestri hanno accolto le ultime osservazioni e dato le ultime spiegazioni.

LA CRONACA
Cosa è stato detto di diverso dall’assemblea del 15 luglio?
Niente. Abbiamo assistito al replay degli scorsi interventi e alla cristallizzazione di alcune posizioni. I comitati di quartieri hanno ribadito le loro posizioni e chiesto nuovamente che gli oneri concessori e i contributi straordinari vengano utilizzati per quelle opere di pubblica utilità già esposte nell’osservazione presentata (http://www.osservatorelaziale.it/index.asp?art=11155&arg=3&red=1).

I consorziati hanno espresso perplessità sulla direzione in cui si sta muovendo il programma dal momento che, viste le numerose osservazioni, rischia di diventare un progetto più pubblico che privato: per questo hanno chiesto garanzie politiche sul programma, affermando che solo dopo queste certezze arriveranno i finanziamenti. Antonello Ciancio, consigliere comunale del Municipio VII, ha informato del fatto che in giornata il consiglio aveva approvato una risoluzione con le osservazioni condivise (tra le altre osservazioni hanno chiesto che le opere pubbliche siano fatte prima delle private – sembra raccolto dunque l’invito fatto da noi nel precedente articolo). L’architetto Moretti, il responsabile del progetto per il Consorzio, ha chiarito che la collocazione delle varie strutture all’interno dell’area sarà studiata in base alle indicazioni che arriveranno (quando?) riguardo il carico antropico. Marco Pazienza, assessore ai lavori pubblici a Ciampino, è intervenuto auspicando che la collaborazione tra il VII municipio e il comune di Ciampino sulla questione Print sia solo l’inizio di un più forte legame, dal momento che quello interessato è un assetto territoriale unico che non può essere considerato come diviso: i confini amministrativi non sono anche territoriali. Ad esprimere dubbi sul programma Print nella sua totalità sono stati Silvana Casentini di Città In Comune e Carlo Campanella di “Salvaciclisti”: i due hanno manifestato il loro disappunto per questo progetto che prevede l’incremento di strade e cemento e che non lascia spazio ad un’altra idea di città. Quello che è chiaro è che quel fronte unitario che inizialmente sembrava ostile al PRINT ad oggi sembra essersi disgregato, lasciando posto ad una strategia che potremmo definire “compromissoria” per alcuni o comunque “egoistica” per altri. 

RIPENSARE LE CITTA’
Ma di chi è la colpa? Parliamoci chiaro.
Morena, Gregna Sant’Andrea e Osteria del Curato sono quartieri allo sbando. Degradati, abbandonati, in una parola: periferici. Sì perché “periferia” è ormai diventato un aggettivo più che un nome, tanto che probabilmente non rende merito a quei tanti paesi periferici che comunque conservano una loro poesia. Ragionamento che invece non possiamo fare per la periferia romana, area che con il passare degli anni diventa sempre più la discarica del centro, seppur in termini di capitale umano non ci siano paragoni. Se quindi Morena, Gregna e Osteria del Curato vedono nel Print una opportunità, la colpa di chi è? E’ del privato che “giustamente” cerca di trarre profitto dalla riqualificazione di un’area o del Comune di Roma che ingiustamente per anni ha sorvolato sui problemi fuori dal G.R.A.?
Se gli abitanti si stanno accontentando di un programma dall’iter ambiguo, che prevede più cemento e più strade (e quindi più inquinamento e meno vivibilità) e che non tiene conto di alcuni pareri fondamentali sulla sostenibilità del progetto, la colpa è solo del comune di Roma, che invece di destinare fondi pubblici allo sviluppo infrastrutturale delle periferie ha preferito assegnare il compito ad un privato che mette quindi a disposizione fondi privati.
Potremmo discutere giorni e giorni sulla validità delle varie osservazioni presentate da associazioni, comitati, partiti o consigli comunali; potremmo discutere ore ed ore sul se sia giusto favorire gli interessi del privato che ci mette i soldi o garantire la parte pubblica del programma. Difficilmente raggiungeremmo una posizione forte ed unitaria. Ciò su cui tutti però dovremmo essere d’accordo è sul fatto che questo modo di fare urbanistica andrebbe rivisto e rivisitato alla luce dei tanti problemi che stanno sorgendo con questo programma: sarebbe bello se ogni tanto dalla storia imparassimo a non commettere ancora certi errori. Auspicando quindi che il futuro ci riservi un diverso modo di pensare la città, intanto continueremo a seguire questo progetto, pardon, programma.

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