Ciampino, Giorgio Balzoni l’allievo di Aldo Moro: “I giovani daranno nuovo impulso alla città”

CIAMPINO (RM) – Giorgio Balzoni giornalista parlamentare fin dal 1980, si è sempre occupato di politica interna e dal 2000 al 2015 è stato vicedirettore del TG1. Amico di Aldo Moro con il quale ha studiato ai tempi dell’Università, Balzoni ha passato accanto al presidente DC gli ultimi 10 anni della sua vita. Ed è in questo lasso di tempo che nasce l’amore per la politica, per la società civile.

Momenti, quelli trascorsi con Aldo Moro, che hanno rappresentato vere e proprie lezioni di vita

La video intervista a Giorgio Balzoni candidato sindaco a Ciampino

Balzoni ancora oggi prima di prendere una qualsiasi decisione si domanda “Cosa si sarebbe aspettato il professore da me?”. E così anche la scelta di scendere in campo come candidato sindaco a Ciampino è stata motivo di una lunga riflessione su cosa avrebbe detto Aldo Moro. E Balzoni crede che il grande statista avrebbe avallato la scelta di scendere in campo per confrontarsi con la società civile, specialmente in questo periodo storico in cui è necessario recuperare quei valori fondanti che devono contraddistinguere chi si appresta a dirigere la cosa pubblica.

Il recupero dell’economia, dei posti di lavoro, della disoccupazione giovanile “questo il cancro da affrontare” tra le priorità programmatiche dell’allievo di Aldo Moro per la città di Ciampino, che “negli ultimi tempi ha pagato caro il prezzo della crisi che ha attraversato tutto il Paese nonostante per molti anni abbia avuto amministrazioni molto positive”.

Una scesa in campo, quella di Balzoni, che è stata una sorpresa per molti in quanto non si vedeva da tempo un personaggio di così alta caratura mettersi al servizio della collettività. “A Ciampino sono nato e vissuto fino all’età di 27 anni – ha detto Balzoni nel corso dell’intervista rilasciata al direttore de “L’Osservatore d’Italia” e conduttrice del programma giornalistico “Officina Stampa” Chiara Rai – ho pensato che a un certo punto della mia vita – ha proseguito il giornalista – era giusto dare qualcosa alla città che mi ha visto nascere”.