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CIAMPINO ELEZIONI: INTERVISTA AL CANDIDATO SINDACO MAURO TESTA
Tempo di lettura 9 minuti"Voglio mettere un punto e ripartire da zero, ricominciando da un rapporto con la cittadinanza basato sulla trasparenza."
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11 anni faon
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ggiardino
di Daniele Rizzo
Ciampino (RM) – Ad una settimana dal voto abbiamo intervistato Mauro Testa, candidato sindaco per il Partito Socialista Italiano, Forza Italia, e le liste civiche Punto a capo, Adesso decidi tu, Ciampino now, Evoluzione per Mauro Testa, Cambiare Ciampino.
Mauro Testa, perché rispetto alle passate elezioni ha deciso di correre da solo e, quindi, a cosa è stata dovuta la scelta di uscire dalla maggioranza?
Innanzitutto non corro da solo, ma con me c’è una coalizione composta da due partiti politici e cinque liste civiche. La scelta di non essere nel centrosinistra è molto semplice. Tutto parte dal momento in cui c’era la mia candidatura alle Regionali condivisa inizialmente con il sindaco Lupi, il quale aveva dato una valutazione positiva a questa candidatura, poiché doveva essere la voce di Ciampino in Regione. Naturalmente prima ne avevamo parlato insieme e pensavamo potesse essere una buona candidatura, candidatura nata tre mesi prima delle regionali. Con grande sorpresa a sei giorni dalla consegna delle liste mi viene chiesto di ritirarmi perché Lupi aveva deciso di candidarsi (per motivi che deve spiegare lui e non certo io). Io sono rimasto al mio posto, e dopo le elezioni mi è stato tolto l’incarico di vicesindaco; con il PSI abbiamo allora chiesto una nuova spinta propulsiva per il programma, soprattutto per l’assessorato alle infrastrutture, che fino a quel momento non aveva ricevuto quasi alcun fondo; tutto ciò che facevamo era con i residui di altri appalti. Nonostante la richiesta non venne ascoltata noi tentammo comunque di andare avanti, fino a quando non abbiamo deciso di rompere gli indugi. Vorrei sottolineare che sono passati sei mesi dal momento in cui mi hanno tolto la carica di vicesindaco e io e il mio partito abbiamo abbandonato la maggioranza. Non prima però di aver chiesto al PD un’alternanza politica alla guida della città. La risposta è stata ovviamente negativa; ci hanno chiesto di fare le primarie, primarie che noi per statuto non facciamo, e allora abbiamo deciso con una mossa di grande coraggio di lanciare la mia candidatura. Abbiamo iniziato una serie di colloqui con le altre forze politiche; sono nate autonomamente cinque liste civiche con 104 candidati; è cominciato un dialogo con Forza Italia che aveva visto nel programma che stavamo studiando un’opportunità politica; a quel punto nasce questa unione, che è per il bene della città.
Dalle elezioni del 2011 a quelle del 2013 il PSI ha acquisito un punto percentuale. Cosa si aspetta da queste elezioni e chi ci rimetterà di più dalla frantumazione della coalizione del centrosinistra?
Secondo il mio punto di vista parlare di chi ci rimette o non ci rimette è difficile, perché le persone hanno ormai poca fiducia nei partiti e più nelle persone. Oggi la sfida è tra sei persone. Penso che i cittadini faranno la scelta in base all’autorevolezza che il candidato riesce a trasmettere. Certamente c’è chi ancora basa le sue candidature sulla vicinanza o meno di un leader politico a livello nazionale. Io non l’ho mai fatto, la mia forza non è il leader politico ma le persone che mi sono a fianco. E il fatto che io non sia un sindaco del PD non significa che non avrò il dialogo con il presidente della Regione Lazio o con il primo ministro. Pensare che avere un interlocutore più in alto dello stesso colore sia un vantaggio per la città è un grossissimo errore, perché se si pensa questo l’Italia non uscirà mai dallo impasse in cui le città si trovano. Nello specifico della domanda, io penso che intanto il centrosinistra non vincerà assolutamente al primo turno: dovrà molto faticare. E questo significa che perderanno molti dei consensi che hanno avuto nel 2011. Penso ci sarà un calo intorno al 18/20 % per il centrosinistra, vedrà che questi saranno i dati corretti.
Durante il confronto pubblico di mercoledì 14 lei ha criticato il PD, e quindi Giovanni Terzulli, per la questione Lupi, l’ex sindaco che dopo un anno e mezzo ha lasciato la sua carica per andare in Regione. Terzulli le ha risposto che Lupi è sì criticabile ma non da chi si è sempre candidato a tutte le ultime elezioni. Poi lei voleva rispondere nuovamente a Terzulli ma non le è stato dato modo. Vuole farlo ora?
Sì certo, volevo dire questo. Il mio partito è una forza consistente nel contesto ciampinese; tutte le volte che io mi sono candidato è perché il mio partito a livello nazionale me lo chiedeva; io non ero sempre d’accordo ma dovevo sottostare a queste logiche di partito. Quindi c’è una profonda differenza tra i due casi, perché Simone Lupi è stato eletto sindaco, e dopo un anno e mezzo ha lasciato nel completo caos la città, in un disorientamento amministrativo, politico ma soprattutto sociale. Dunque pensare che dopo un anno e mezzo un sindaco lasci la città e poi, credendo che questa gli appartenga, pensi di mettere un suo successore diretto (perché chiaro che Lupi e Terzulli sono espressamente legati)…. insomma, il mio discorso era come per dire a Terzulli che mi auguro che lui non faccia altrettanto. Questa comunque è l’accusa che muovevo a Lupi, il quale avrebbe dovuto fare un passo indietro e lasciare che Terzulli fosse autonomo, cosa che al momento non è. Io invece sono un uomo libero che non ha condizionamenti (se non quelli di logiche di partito legate alle elezioni), mentre la scelta di Lupi è quella di voler continuare all’interno del contesto comunale la sua politica. Ma io aggiungo un’altra cosa: una qualsiasi mia elezione in Regione non avrebbe portato alcun disorientamento in comune, mentre l’elezione di Lupi ha portato ad un anno di abulia amministrativa e sociale.
Sempre durante il confronto Bartolucci le ha mosso un’accusa, e cioè quella che il PRINT (presente nel suo programma) sia solo un escamotage per nascondere la situazione abusiva dei 62 immobili di Cavicchi. Vuole rispondere anche a Bartolucci?
Si, se devo dire la verità mi ero dimenticato la domanda (ride, ndr). Vede, il problema è che quelle erano strutture abusive, ma oggi non lo sono più, perché sono state condonate, quindi non c’è nessun abuso.
A me però risulta che solo a settembre il giudice deciderà sull’ordinanza di demolizione che al momento pende sulle 62 strutture…
Sì, però diciamo che fino ad oggi questa cosa non è ancora decisa. Fino a che non c’è una consapevolezza di colpa per me quelle strutture sono condonate, dal momento che sono anni che stanno lì. Certo che se dovesse esserci una valutazione diversa da parte del giudice e un’eventuale valutazione di abusivismo allora a quel punto dovremmo fare un altro tipo di considerazione. Comunque il Print (di cui parla anche il Partito Democratico) è uno strumento fondamentale, perché muove e dà la possibilità al sindaco di fare tutto ciò che non potrebbe fare con i fondi comunali. E vorrei dire un’altra cosa: un buon sindaco non deve aver paura di gestire risorse pubbliche.
Passiamo al programma, anche a lei pongo le stesse questioni programmatiche su cui ho interrogato gli altri candidati. Qual è il vostro piano sulle Aziende Partecipate?
Il primo punto di partenza è azzerare i vertici aziendali. Le partecipate sono in una situazione disastrosa. Io ho sentito la risposta di Giovanni Terzulli a Bartolucci al confronto, l’altro giorno; ebbene, diceva che il bilancio dell’ASP è apposto..
Terzulli ha detto che AMBIENTE ha il bilancio non in rosso, su ASP è stato onesto e ha ammesso che è in difficoltà…
No, non ha detto AMBIENTE, ha parlato delle partecipate, quindi nel momento in cui mi parla di ASP dobbiamo dire che l’azienda ha messo in contratto di solidarietà tutti i lavoratori tranne quelli in fascia dirigenziale, e già questo non ci può stare; ma poi consideri che se noi eliminiamo la figura del direttore generale dalle aziende risparmieremmo circa 300 mila euro da tutte e due le aziende; il sindaco deve rispondere in prima persona delle due aziende, eliminando quella figura che invece fa solo da “rimbalzino”. Per il resto vogliamo il mantenimento di tutta la struttura pubblica a partire dagli asili nido, l’ampliamento dell’offerta (riprendendo quei servizi che al momento sono appaltati all’esterno), la riconversione di tutte quelle figure di personale che sono in eccesso rispetto al numero massimo di persone che due aziende come ASP e AMBIENTE possono avere. Poi vorrei dire che io conosco città europee che fanno la differenziata e che hanno azzerate le tasse per lo smaltimento dei rifiuti; ecco, anche da noi la raccolta differenziata deve procurare degli utili.
(N.B. Per maggiore chiarezza abbiamo voluto controllare, nell’audio del confronto Terzulli dice: “la società AMBIENTE oggi non chiude il bilancio in rosso, mentre ASP ha una grossa difficoltà..”, ndr)
Parliamo della sicurezza, non dimenticando il legame che questa per i cittadini di Ciampino ha con il campo de La Barbuta.
Diciamo che quello del campo è un tema riguardo il quale i sindaci fino ad oggi hanno mancato di autorevolezza, e soprattutto l’ultimo sindaco. Essere autorevoli significa essere chiamati a trattare anche su questioni che non riguardano propriamente Ciampino ma i territori circostanti. Io ritengo che per quanto riguarda il campo purtroppo al momento vedo molte difficoltà rispetto al fatto di poterlo delocalizzare, ma noi dobbiamo tutelare la nostra città e adesso non c’è tutela né per i nostri abitanti ma neanche per quelli del campo. Forse applicare quello che è il progetto originario, che prevedeva un comando di polizia locale interno al campo, favorirebbe un mantenimento maggiore della sicurezza all’interno e fuori dal campo.
Per quanto riguarda la sicurezza della città dovremo lavorare ad un tavolo di concertazione permanente con le forze presenti sul nostro territorio, e poi dovremo lavorare sull’ampliamento dei fondi per le forze di polizia locale presenti sul territorio; poi naturalmente le telecamere non devono essere più solo uno spot elettorale, ma devono essere assolutamente poste sugli edifici comunali, e partendo dal progetto di telecamera di vicinato dobbiamo pensare a telecamere che possano essere messe sui condomini e usate per dare un volto ai criminali in caso di atti criminosi.
Sulle aree 167.
Abbiamo proposto una delocalizzazione in tre aree, ma possono diventare due o addirittura una se si fa un censimento di chi ancora oggi vuole prendere casa in cooperativa, perché secondo me oggi dei vecchi soci delle cooperative sono rimasti ben pochi e continueranno a calare se si facesse un censimento serio e una politica di restituzione delle risorse rimaste da parte delle cooperative stesse. Quindi delocalizzazione, e in quella zona istituire il Parco dei Casali. Vede, ora tutti parlano del Parco, è una cosa meravigliosa, perché io ho fatto il programma sei mesi fa quando nessuno parlava di questo.
Non è un’idea uscita fuori già da Ciampino Bene Comune?
L’idea è di Italia Nostra. Noi all’interno delle nostre liste abbiamo un candidato che fa parte di Italia Nostra, e abbiamo cominciato a parlare del Parco dei Casali molto tempo prima di Ciampino Bene Comune. Il Parco dei Casali è una nostra idea, che nasce dalle nostre riunioni e dopodiché se ne sono appropriati tutti; l’idea è quella di fare anche uno spazio barbecue, rendere il parco fruibile a tutti e mantenere i reperti archeologici a vista cosicché tutti possano gustarli.
Ultima questione: l’aeroporto.
L’aeroporto è un altro di quei luoghi dove l’amministrazione ha maggiormente fallito. Fino ad oggi il muro contro muro ha prodotto una cittadinanza arrabbiata e un aeroporto che non ha potuto aprire alcun dialogo. Io intendo aprire questo dialogo ovviamente nel rispetto completo delle norme di legge, e partendo da questo assunto cominciare a ragionare. Poi se si trova con un programma serio (che fino ad oggi ADR non ha potuto fare perché dall’altra parte non ha trovato l’interlocutore) la possibilità di tenere entro i limiti l’inquinamento acustico e ambientale e la possibilità per Ciampino di uno sviluppo legato all’aeroporto, allora in armonia possiamo arrivare ad una soluzione.
Un’ultima battuta. Qualora venisse eletto sindaco, quale sarebbe il primo atto della sua amministrazione?
Il primo atto non amministrativo sarà prendermi qualche giorno di riposo dopo lo sforzo elettorale. Scherzi a parte, prima di tutto aprirò i libri del comune, rendendoli pubblici, e rendendo edotta tutta la cittadinanza di quale è la situazione del comune. Il mio motto è “punto e a capo”, nel senso che chiudo una pagina e ne apro un'altra, ma se la pagina che apro è la continuazione di quella precedente, allora non ha senso. Voglio mettere un punto e ripartire da zero, ricominciando da un rapporto con la cittadinanza basato sulla trasparenza.
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