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Roma

CIAMPINO, DALLE EUROPEE ALLE AMMINISTRATIVE: C'ERA UNA VOLTA LA COERENZA

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Tempo di lettura 3 minuti"Quello che abbiamo tentato di fare è analizzare i dati elettorali delle due tornate e confrontarli per capire se ci sono differenze o meno."

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di Daniele Rizzo

Ciampino (RM) – L’accoppiata elezioni europee/comunali riserva sempre grandi sorprese in termini di confronti. Quello che abbiamo tentato di fare è analizzare i dati elettorali delle due tornate e confrontarli per capire se ci sono differenze o meno.
Partiamo dal PD. Il partito grande vincitore delle europee a Ciampino ha raccolto poco più del 38%, quasi 3 punti in meno rispetto al risultato nazionale. Alle comunali invece la coalizione comprendente i Democratici ha toccato quasi il 44%; certamente in questo 44% ci sono i 3,89 punti percentuali di SEL, che alla europee ha invece sostenuto Tsipras. Tuttavia, non è ben chiaro come anche Tsipras, sostenuto da SEL (811 voti alle comunali) e da Città In Comune (874 voti) abbia chiuso con solamente 968 voti alle europee: se tutti gli elettori di Città In Comune e di SEL alle europee avessero votato Tsipras, il risultato sarebbe stato ben superiore alla media nazionale.
Tutto sommato però gli elettori di sinistra e centro sinistra hanno mantenuto questi scarti nella media, eccezion fatta per l’IDV, che ha preso 124 voti alle europee e solo 54 alle comunali.

Dove invece queste anomali appaiono più evidenti è invece nelle liste di destra e centro destra, e nel Movimento 5 Stelle.
E proprio la compagine grillina a Ciampino ha ottenuto un risultato ambiguo. Alle europee ha infatti toccato quasi il 30% (29.56), ben più della media nazionale attestatasi intorno al 21%. Alle amministrative locali invece, ha preso circa 3000 voti in meno, un risultato che l’ha relegata a terza forza politica locale (anziché seconda) con solo il 15% dei consensi.

Anche nel centro destra i risultati sono ambigui e possono essere letti in due diversi modi. Se da una parte Forza Italia ha preso alle europee 3048 voti e alle comunali solo 1707, dall’altro dobbiamo dire che la coalizione locale che racchiudeva Forza Italia ha preso in tutto 4505 voti, e quindi mancherebbero comunque circa un migliaio di voti per spiegare il risultato delle europee. Questi mille voti si spiegano forse con il risultato ottenuto dal PSI che, in coalizione con FI, ha ottenuto 908 voti, voti che però probabilmente a livello europeo sono andati al PD, e quindi ai socialisti europei. Se così fosse, sarebbe però ancora più inspiegabile il basso numero di preferenze ottenuto dal PD ciampinese alle europee.

Il Nuovo Centro Destra alle europee ha raccolto 732 voti, alle comunali 741. Sembrerebbe il risultato più equilibrato fino ad ora, se non fosse che la coalizione comunale che comprendeva NCD ha preso in tutto 1370 voti. Questi 629 voti di differenza, alle europee, a chi sono andati?

E ancora, Fratelli d’Italia alle europee ha preso 1073 voti, la lista per le comunali solo 274. La coalizione con Fratelli d’Italia ne ha presi invece 1561. Tutto questo scarto, come si spiega?

Cercando di riassumere: quasi tutti i partiti (più o meno coalizzati) hanno preso alle elezioni comunali più voti che alle europee. La sola eccezione è quella del Movimento 5 Stelle. Come possiamo spiegare questi risultati? Volendo cercare una risposta potremmo dire che sembrerebbe che i cittadini di Ciampino siano stufi della politica europea, tanto da votare massicciamente un movimento di rottura, ma siano contemporaneamente troppo legati a logiche personalistiche comunali, logiche che portano i voti tutti in favore delle persone e non delle idee. Poco importa se il PSI è in coalizione con Forza Italia; poco importa se SEL sostiene Tsipras alle europee e il PD a Ciampino; poco importa se l’Italia dei Valori corre sola alle europee ma in coalizione alle comunali. L’importante è votare gli amici e i parenti. E sia chiaro che questa critica non è indirizzata a questo o a quel partito; la critica è rivolta ai votanti, a quelle persone che antepongono il proprio utile a quello della collettività. E sia chiaro anche che la critica non è neanche rivolta solamente a Ciampino; analizzando i dati di Marino (qui non inseriti per non mettere troppa carne al fuoco) otteniamo lo stesso risultato, forse anche più “esasperato”.
Sarebbe dunque ora che le idee tornassero ad occupare un ruolo primario all’interno della politica e che la coerenza dei cittadini restasse integra. Solo così potremo metter fine alla personalizzazione della politica, una deriva sbagliata che ha decisamente compromesso l’attività politica del nostro bel paese.