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Roma

CIAMPINO: CONDANNATI PER FALSO MADRE E FIGLIO CHE PARCHEGGIANO CON TAGLIANDO INVALIDI FALSO

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Tempo di lettura 2 minutiL’autorità giudiziaria ha condannato i due, per il reato di falso, al pagamento di una ammenda di 30.000 euro, oltre alla confisca ai fini della distruzione di quanto oggetto di sequestro.

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Redazione

Ciampino (RM) –  Condanna penale per falso con ammenda di 30.000 a mamma e figlio che parcheggiavano con tagliando invalidi falso. La stazione ferroviaria di Ciampino, come è noto, rappresenta uno snodo viario di scambio strategico per i pendolari dei castelli romani, che vi giungono in auto per poi proseguire in treno fino a Roma Termini ogni mattina feriale. Per questo l'adiacente parcheggio è preso d'assalto ogni mattina, tanto da costringere l'Amministrazione comunale da qualche anno a regolare la sosta con stalli a pagamento dalle 8 del mattino alle 19, gratuiti per i residenti e per i portatori di handicap.
Proprio quest'ultima occasione è stata "sfruttata" da due pendolari residenti a Rocca di Papa, ed entrambi pendolari verso Roma e perfettamente sani: una mamma R.F. di 59 anni ed il figlio, A.R. di 28. I due hanno esposto sul parabrezza delle rispettive automobili un contrassegno invalidi che, ogni mattina, gli consentiva di trovare posto senza pagare alcuna tariffa. Peccato per loro che la Polizia Locale di Ciampino, nel corso delle periodiche verifiche della titolarità dei contrassegni invalidi esposti sulle auto, la mattina del 2 maggio 2011 li ha aspettati, ed ha verificato che tutti e due esponevano lo stesso contrassegno, rilasciato da un comune di castelli romani.

Dagli accertamenti effettuati a seguito del ritiro dei due tagliandi, è emerso sia che la titolare della concessione era la anziana suocera della donna e nonna del ragazzo, deceduta nel 2004, sia che entrambe i contrassegni erano falsi, ovvero mai emessi dal comune. La successiva perquisizione, disposta dal P.M. di Velletri ed effettuata dagli agenti della Polizia Locale di Ciampino nella lussuosa villa della famiglia a Rocca di Papa, ha permesso di accertare che la signora R.F. non solo era l'artefice del falso, ma che ne aveva realizzate altre tre copie, a disposizione di altre vetture della famiglia.

L’autorità giudiziaria ha condannato i due, per il reato di falso, al pagamento di una ammenda di 30.000 euro, oltre alla confisca ai fini della distruzione di quanto oggetto di sequestro.