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di Maurizio Costa
Ciampino (RM) – La lista civica “Città in Comune”, dopo aver avanzato la richiesta dell'istituzione di una commissione consiliare per analizzare i presunti debiti del comune di Ciampino, risponde al sindaco Giovanni Terzulli. La lista civica invita il sindaco ad instaurare “l'apposita Commissione consiliare che le stiamo richiedendo con la nostra raccolta di firme, per fare finalmente chiarezza sul vero livello d'indebitamento del Comune di Ciampino”.
“Città in Comune” riprende i quattro punti sui quali anche il sindaco aveva fatto delle precisazioni. Riguardo al problema del contenzioso di Acqua Condotte Spa, la lista civica è chiara: “A cosa è dovuta la dimenticanza che due anni fa ha messo il comune nella situazione attuale? Ci riferiamo alla mancata richiesta, garantita dalla legge, per ottenere la sospensione temporanea dell'obbligo di pagamento dell'esito Arbitrale fino alla sentenza d'appello. Una mancanza che è costata alle casse comunali un esborso di maggiori interessi al creditore per diverse migliaia di euro. Le parole del Signor Sindaco – continua la nota – ci fanno pensare ad un’azione di Governo dell’attuale Amministrazione (e della precedente con lo stesso Terzulli assessore al Bilancio) quanto mai creativa”. “La pretesa di Condotte di esser risarcita per la revoca della convenzione con ben 11 milioni di euro è del tutto ingiustificata, considerando che il colosso nazionale delle costruzioni non aveva minimamente rispettato la convenzione medesima”.
Riguardo alle cartelle Equitalia, “Città in Comune” afferma che “una cosa è l’azione legale nei confronti di Equitalia che sarebbe colpevole di non aver riscosso le cartelle in consegna, altra cosa è garantire ai cittadini, accelerando le verifiche in corso, che non si tratti di “cartelle pazze”. Altra cosa ancora, infine, è essersi dimenticato di pagare quote dovute dal Comune ad altri Enti: dimenticanze che, se accertate, farebbero lievitare quegli stessi debiti”.
Sul problema dell'esproprio di Via Spada, la lista civica risponde al sindaco, dichiarando in una nota che “la verità è che i proprietari dei terreni espropriati (beneficiari della sentenza) hanno da tempo ceduto i loro diritti ad operatori economici che subito hanno richiesto la conversione della sentenza da Euro a metri cubi nelle aree di Via Reverberi. Hanno portato in Consiglio Comunale proposte su proposte sempre respinte, sia perché realmente irricevibili rispetto alla normativa in vigore su quei terreni (e che tra l’altro scatenerebbero una vera guerra edilizia con tutti i proprietari dei terreni viciniori) sia perché la maggioranza, a sei mesi dall’elezione, è sempre più irrequieta”.
Infine, anche le parcelle degli avvocati esterni del comune hanno un peso importante nella vicenda: “Sulle parcelle di avvocati esterni non pagate abbiamo chiesto di far chiarezza sull’anzianità di protocollo che farebbe comprendere se sono o no debiti fuori bilancio tuttora non emersi. Cosa che forse il signor Sindaco continua evidentemente a ritenerla un’inezia. Ne è tanto convinto che ci rassicura che nessuna parcella è contestata, tutte vanno pagate, ma quando lo decide lui e non le leggi di bilancio”.
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