CIAMPINO: "C'HA 'N PINO", TRA TAGLI E POTATURE

di Maria Lanciotti

Ciampino (RM) – Provenendo dalla stazione di Ciampino dalla parte di piazza Luigi Rizzo, ci si è imbattuti nei giorni scorsi in un grosso lavoro di potatura ed abbattimento degli alberi nella proprietà posta all’inizio di via San Francesco D’Assisi, al civico 4.

Già residenza di un noto avvocato, personaggio di rilievo della storia locale, primo Direttore del periodico d’informazione ciampinese “Anni Nuovi” fondato nel 1966, la villa appartiene probabilmente ancora alla sua famiglia. I vecchi ciampinesi ricordano – anche per racconti tramandati – quella via appena tracciata nei pressi della stazione, che insieme a poche altre costituiva il sistema viario nella Ciampino del primo dopoguerra. I vecchi ciampinesi ricordano e forse anche il grande pino all’angolo, sempre stato lì a memoria degli abitanti più anziani, tante cose conserva degli accadimenti che hanno segnato la sua vita in crescita e quella del posto, ma la sua fine è stata decretata, essendo ormai pericolante e quindi da abbattere. Suggestiva l’ipotesi di un giovane assistente ai lavori, riferita ad un grande pino che con la sua biforcazione sembrerebbe indicare la sua origine autoctona e potrebbe essere il primo pino spuntato sul territorio di Ciampino. Da qui il nome del paese, come in passato piaceva ipotizzare: “C’ha ‘n pino” in romanesco, tradotto poi in Ciampino. Intanto si affollano i ricordi mentre i rami cadono sotto i colpi della motosega, e del pino mozzato rimane un moncone.
“La villa è stata costruita nel 1943, e i pini già c’erano”, la dichiarazione spontanea di un signore che con altre persone assisteva con interesse ai lavori. “Qui di fronte su una salitella c’era il Cinema Vittoria, col tabaccaio e il bar”, ricorda un altro. “Poi nel ’63 ha aperto Il Canadian Bar… lo gestiva Mike, che faceva pure il tassista…”.  “Vi ricordate com’era ‘sta pianura dopo la guerra, quattro case spallate e tanti prati con le greggi, poi d’un botto… non ci si crede!”. Poi, d’un botto… il Boom! E gli alberi cominciarono a soffrire.