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Roma

CIAMPINO, CASO VINCOLO ARCHEOLOGICO SU ZONA 167: IL COMUNE FA SCUDO DAVANTI AI CITTADINI

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Tempo di lettura 3 minuti Le zone erano state già pre assegnate, alle cooperative vincitrici del bando ed i soci, tutti nostri concittadini hanno già versato cospicue somme, ciascuno per l’acquisizione delle aree e per i sond

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Redattore
 
Ciampino (RM) – A seguito dell’avvio del procedimento da parte della sovrintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio del Lazio per l’apposizioni del vincolo nella zona 167 di Via Mura dei Francesi, comunicato con fax in data 13/06/2013, in molti si sono affrettati ad esternare, con toni trionfalistici, il raggiungimento dell’obiettivo e la richiesta di delocalizzazione dell’intervento di edilizia economica e popolare.
 
È doveroso però precisare alcuni aspetti: il vincolo che la sovrintendenza intende porre, non esplicita legami con i ritrovamenti archeologici che si sono rivelati in questa zona, infatti la sovrintendenza per il beni archeologici ha rilasciato il proprio nulla osta poche settimane fa, accogliendo il riposizionamento delle sagome degli edifici, in un contesto di rispetto e valorizzazione. I pregevoli ritrovamenti fatti, sono stati resi possibili proprio dai sondaggi archeologici pagati dai soci delle cooperative, che ci hanno permesso di rinvenire testimonianze della nostra storia, che altrimenti sarebbero rimaste sepolte per sempre. Il comune peraltro ha intrapreso un progetto di conservazione e musealizzazione dei reperti che in parte vanno a collocarsi nel parco archeologico che si intenderebbe realizzare all’interno dell’area, in parte in un zona museale che troverà spazio nei locali adiacenti al comune nella ex cantina sociale ed in fase di ristrutturazione.

Il nuovo vincolo postumo rispetto all’iter autorizzativo, che la sovrintendenza paesaggistica vorrebbe mettere, e che si contraddice con quanto già espresso in fase di approvazione regionale, andrebbe a riguardare le cosiddette “mura dei francesi” che costeggiano la via dei laghi, i casali che sono all’interno ed alcuni uliveti e vigneti, peraltro non più esistenti da anni. Questo nuovo vincolo di fatto bloccherebbe l’insediamento abitativo con conseguenze sociali ed economiche a dir poco imprevedibili.

Per queste motivazioni non è possibile gioire di questo risultato, la delocalizzazione della zona 167 come alcuni in modo quantomeno prematuro paventano, richiederebbe un tempo di almeno 2 anni, ammesso che la zona che si andrebbe ad individuare non incontri nessun tipo di vincolo dal punto di vista archeologico, paesaggistico e soprattutto geologico.

Il danno economico che il vincolo andrebbe a creare è ingente. Le zone erano state già pre assegnate, alle cooperative vincitrici del bando ed i soci, tutti nostri concittadini hanno già versato cospicue somme, ciascuno per l’acquisizione delle aree e per i sondaggi archeologici obbligatori per legge. Non solo, i proprietari dei terreni che sono stati ceduti al comune per la realizzazione delle aree, hanno ottenuto in cambio una superficie edificabile che oggi di fatto diventerebbe anch’essa non utilizzabile.

Le conseguenze di un contenzioso non sono prevedibili, e la cosa più grave è che si tratta di soldi di singoli cittadini e non di banche o imprese di costruzione, il che renderebbe il tutto più drammatico nella situazione economica che stiamo vivendo.

A questo punto nel rispetto del ruolo che la sovrintendenza riveste, è opportuno che l’amministrazione faccia la propria parte a tutela sì della bellezza del nostro territorio ma anche dei cittadini di Ciampino che rischiano di vedere vanificato il sogno di costruirsi la prima casa.



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Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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