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CIAMPINO, APPALTI: IN MANETTE L'IMPRENDITORE MOLLICA. PERQUISIZIONI IN TUTTA ITALIA

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Tempo di lettura 3 minuti L'uomo si era aggiudicato importanti appalti ed era legato a diverse società capitoline e di Venezia

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Redazione

Ciampino (RM) – Oggi i finanzieri del comando provinciale di Roma hanno eseguito due provvedimenti cautelari emessi dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, nei confronti del noto imprenditore di origini siciliane Pietro Tindaro Mollica (classe '61), attivo nel settore delle opere pubbliche su scala nazionale, tanto da avere vinto nel tempo appalti per centinaia di milioni di euro. Oltre all'arresto in carcere di Mollica, le Fiamme gialle stanno anche eseguendo il sequestro di beni per circa 108 milioni di euro e decine di perquisizioni in tutta Italia. L'operazione odierna, convenzionalmente denominata «Variante inattesa», dal gergo degli appalti, interviene all'esito di complesse indagini coordinate della direzione distrettuale Antimafia della procura della Repubblica di Roma e svolte dal nucleo di polizia tributaria della Capitale, che hanno consentito di accertate plurime fattispecie di reato di bancarotta fraudolenta per distrazione aggravata, estorsione ed interposizione fittizia. Per arrivare a tali importanti risultati fondamentali si sono rivelate le intercettazioni telefoniche, gli accertamenti economico-patrimoniali e finanziari, le acquisizioni documentali presso enti pubblici, l'attività dinamica sul territorio, i sopralluoghi, i pedinamenti e le audizioni delle persone informate sui fatti eseguite dagli specialisti del Gico (Gruppo investigazione criminalità organizzata).

L'attività investigativa volta ha consentito di ricostruire l'operatività criminale del gruppo capeggiato da Pietro Tindaro Mollica, imprenditore di origini siciliane operante nel settore degli appalti pubblici da almeno un ventennio, amministratore di fatto delle aziende destinatarie dell'odierno provvedimento di sequestro, seppur fittiziamente intestate a prestanome (parenti e/o soggetti terzi). Più in particolare, ricostruendo le vicende gestionali del Consorzio Aedars Scarl con sede in Roma, si è tra l'altro accertato che, nel corso nel corso del decennio 2003-2013, lo stesso si fosse aggiudicato una serie di importanti appalti pubblici, su scala nazionale, tra cui spiccano le commesse, allo stato ancora in fase di esecuzione, indette dall'ufficio del commissario straordinario delegato per il rischio idrogeologico nella Regione Calabria, dall'Adr – Aeroporti di Roma spa, dall'Anas Spa – Sicilia, dalla Regione Sardegna, dalla Provincia di Reggio Calabria, dalla Provincia di Siracusa, dal Comune di Sessa Aurunca (CE), dal Comune di Rosarno (RC) e dal Comune di Ciampino (RM), con un valore attuale degli appalti già vinti pari ad oltre 118 milioni di euro. Inoltre, è stata accertata la riconducibilità al Mollica anche delle società Fracla spa (già Fracla srl), con sede a Roma, e Operae srl, con sede a Venezia, aziende peraltro consorziate alla citata Aedars ed anch'esse attive negli appalti pubblici; tutte, secondo ipotesi d'accusa, strumentalmente utilizzate per porre in essere illecite condotte riferibili a fatti di bancarotta concordataria fraudolenta per distrazione aggravata. Le reiterate condotte illecite acclarate e dettagliatamente ricostruite dai finanzieri del nucleo polizia tributaria di Roma, hanno consentito di apprezzare il concreto ed attuale pericolo ascrivibile in capo al dominus Pietro Tindaro Mollica, intento alla spoliazione dei beni delle nominate aziende, anche favorito dai propri consulenti, legali e contabili. In pratica, all'esito delle investigazioni, è emerso come il Pietro Tindaro Mollica, al vertice della struttura societaria investigata, amministratore di fatto del Consorzio Aedars e delle collegate Fracla Spa e Operae Srl, conscio dell'impossibilità assoluta di comparire formalmente nelle società per instaurare rapporti negoziali con la pubblica amministrazione, a causa dei suoi trascorsi giudiziari, abbia utilizzato un consorzio e società fittiziamente attribuite ad altri per continuare scientemente ad operare, da svariati anni, nel remunerativo settore degli appalti pubblici.

Tale assetto societario non era però sfuggito agli investigatori tanto che l'ente consortile era stato destinatario di due interdittive antimafia emesse dalla Prefettura di Roma, tuttavia annullate dal Tar Lazio e dal consiglio di Stato. Nel corso delle indagini sono altresì emerse responsabilità penali del Mollica e dei suoi sodali anche in ordine ad ulteriori episodi di estorsione e di bancarotta fraudolenta, conseguenti al fallimento della Trivella srl (già consorziata dell'Aedars), dichiarata fallita con sentenza del tribunale di Roma in data 9 febbraio 2012. In sintesi, con l'odierna operazione, i finanzieri del Gico del nucleo di polizia tributaria di Roma hanno dato esecuzione ai seguenti provvedimenti emessi dal Tribunale della capitale su richiesta della locale procura della Repubblica: ordinanza applicativa di misura cautelare della custodia in carcere, nei confronti di Pietro Tindaro Mollica, per i reati di bancarotta fraudolenta per distrazione aggravata ed estorsione; ordinanza applicativa di misura cautelare personale in carcere e reale, sempre nei confronti del medesimo Mollica, per i reati di bancarotta concordataria fraudolenta per distrazione aggravata, interposizione fittizia di beni, con contestuale sequestro preventivo in funzione di confisca obbligatoria: 75% del fondo consortile, intero complesso aziendale e tutti i beni del Consorzio stabile Aedars di Roma (composto, allo stato, da 5 partecipazioni societarie, due unità immobiliari site in Patti, cinque auto/motoveicoli, contratti in essere con le stazioni pubbliche appaltanti, pari a euro 117.286.835,00); capitale sociale, intero complesso aziendale e tutti i beni della Fracla spa di Roma (composto, allo stato, da 2 partecipazioni societarie e 8 unità immobiliari, site a Piraino e Varese); capitale sociale, intero complesso aziendale e tutti i beni della Operae srl di Venezia (composto, allo stato, da 2 unità immobiliari site a Brolo, 2 partecipazioni societarie, contratti in essere con le stazioni pubbliche appaltanti, pari a euro 1.052.881,00; 24 perquisizioni tra Lazio, Sicilia e Veneto, nei confronti di 14 indagati e delle aziende destinatarie dei provvedimenti di sequestro, con contestuale notifica delle informazioni di garanzia.

 

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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