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CIAMPINO, ABUSO RISTORANTE VIA SUPERGA: E' POLEMICA

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Tempo di lettura 3 minuti Non è escluso che la società possa procedere a una richiesta di sanatoria, ma questa azione potrebbe far esplodere dure proteste proteste.

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Chiara Rai

Ciampino – Al centro d’interesse il presunto abuso del Ristorante nel complesso di Via Superga presso il campo sportivo dalla Polisportiva Città di Ciampino. Il ristorante di via Superga, della Società sportiva, vede come presidente onorario il consigliere comunale del Pd Mastroianni. Molti cittadini di Ciampino chiedono fatti: demolizione e ripristino del verde in origine. Senza escamotage di sorta. In questo momento storico dove le persone sono stufe di sentire parlare di “favoritismi”, l’interesse su questa vicenda è davvero acceso. Alcuni chiedono le dimissioni di questo consigliere.  

Il sindaco di Ciampino Simone Lupi fa sapere che è in corso l’avvio di procedura di rescissione del contratto nei confronti della società e nel contempo ha ordinato la demolizione.

Sostanzialmente il Comune intende mettere in chiaro che la suddetta società ha presentato una D.I.A. (dichiarazione inizio attività) in data 27/10/2011 e una successiva variante in data 18/05/2012, contestualmente alla richiesta di autorizzazione all’ufficio patrimonio.

Le stesse non sono state ritenute esaustive in quanto carenti di idonea e adeguata documentazione e, pertanto, i competenti uffici hanno provveduto ad emettere e notificare un provvedimento di demolizione.

L'Amministrazione comunale, si legge in una nota,  intende procedere ad esperire un'istruttoria volta ad accertare sia la compatibilità urbanistica che la prosecuzione del rapporto concessorio, nonché l'eventuale finalità pubblica dell’opera realizzata, al fine di stabilire le conseguenti azioni da intraprendere nel rispetto delle procedure di legge e nell’interesse della collettività.

Non è escluso che la società possa procedere a una richiesta di sanatoria, ma questa azione potrebbe far esplodere polemiche e proteste.

 

 

Maurizio Mistretta rende la sua versione dei fatti:

 

Hanno tirato fuori dal Cilindro un protocollo del 2011 che attraverso il meccanismo del ‘Silenzio assenso’’ e l’utilizzo della DIA (Denuncia di Inizio attività), sanerebbe l’abuso, anzi, l’abuso non sarebbe mai esistito.

Questo sarebbe il ‘’jolly’’ che vorrebbero vendersi per non finire denunciati e tutti a risponderne al Tribunale di Velletri.

Le prime reazioni dei Tecnici comunali ad un’ipotesi del genere la dicono lunga: ‘’silenzio assenso, per una struttura del genere? “…esiste la DIA, esiste anche la SuperDIA, ma per una costruzione del genere, la MegaDIA ancora non è contemplata"!

Un altro dipendente del Comune, Tecnico di valore da molti anni avrebbe dichiarato:’ "…il silenzio assenso per quella struttura è una follia, giustificare ed autorizzare questa operazione, sarebbe il più grande e vergognoso esempio di svendita del nostro patrimonio pubblico..’’

Vogliamo avvisare il sindaco e l’Assessore all’Urbanistica, che se questa fosse la strada, rischierebbero un Frontale con le Istituzioni davvero pericoloso.

Le opere che possono essere eseguite con la procedura della denuncia di inizio di attività (DIA) sono ben specificate dalla legge e certamente non sono contemplate opere che un concessionario può realizzare su una proprietà pubblica. Se questo fosse possibile sarebbe la fine del patrimonio pubblico italiano.

“Sindaco, questa cosa è gravissima e aprirebbe un precedente per la svendita del Patrimonio Pubblico di Ciampino”.

Se Lei e la sua Giunta volevate autorizzare la costruzione in quel luogo, avreste dovuto perseguire questa strada come minimo:

Fare una delibera di indirizzo politico della Giunta comunale, dove per urgenti e motivati problemi di carattere sociale, e nell’esclusivo interesse pubblico, si dava mandato all’ufficio Tecnico dell’urbanistica di verificare se esistevano i presupposti per autorizzare una costruzione commerciale, con fondi privati, su un luogo pubblico.

La delibera doveva essere portata alla discussione del Consiglio ed eventualmente approvata o respinta. In questo caso il Dirigente dell’Ufficio Urbanistica, avrebbe dovuto motivare in maniera esplicita ed esaustiva, come fosse possibile autorizzare un privato a costruire un locale da adibire a Ristorante su un luogo pubblico.

Insomma, significa, che gli attuali sei soci del Ristorante, fra cui un consigliere comunale del Pd, stanno guadagnando denari propri su un bene pubblico.

Questa assurdità non potrà mai passare, sarebbe un precedente pericolosissimo, significherebbe che domani, tutte le associazioni che hanno in gestione un bene del Comune, potranno modificarlo, trasformarlo e farci soldi.

Noi non sappiamo se quando fu presentato questo famoso ‘’jolly’’ l’assessore all’urbanistica era la signora Anna Maria Perinelli, oppure il sig. Verini attuale, ma quello che sappiamo di certo, è che questo jolly vale meno del 2 di coppe quando regna bastoni.

Le ricordiamo la vicenda dell’Energy, quando 8 dipendenti comunali e un assessore del suo partito finirono arrestati per qualcosa di molto ma molto meno grave di questa.

“Sindaco Lupi, fermati finché sei in tempo, da parte nostra noi, se non bloccate questa vicenda vi promettiamo solennemente che perseguiremo tutte le strade consentiteci dalla legge. Dalla Procura della Repubblica al Tar. Non credo che ci possono essere tecnici comunali che possano autorizzare una cosa del genere, il rischio per loro sarebbe davvero altissimo. Sindaco si fermi e piuttosto si preoccupi di recuperare 32.000 euro che l’Ufficio Tributi deve ancora avere dalla Società che gestisce il Ristorante, per il consumo idrico dell’acqua. A un privato e semplice cittadino il servizio sarebbe già stato interrotto per morosità”.

Costume e Società

Il magico Maestro della Pizza a Fregene: un tributo di Francesco Tagliente a un pizzaiolo straordinario

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Il Prefetto Francesco Tagliente ha recentemente condiviso sulla sua pagina Facebook una commovente testimonianza, raccontando l’incredibile esperienza culinaria vissuta al ristorante Back Flip Da Moisè di Fregene. Questo racconto non è solo un omaggio a una pizza straordinaria, ma anche un tributo a Michelangelo, il pizzaiolo settantaquattrenne la cui dedizione e passione hanno trasformato un semplice piatto in un’opera d’arte.

Seduto al ristorante con sua moglie Maria Teresa, Tagliente ha descritto la pizza come “la migliore che abbia mangiato negli ultimi cinquant’anni”. Tuttavia, ciò che ha reso questa esperienza davvero speciale è stata la scoperta della storia dell’uomo dietro la pizza. Michelangelo, un ex contadino che si sveglia ogni mattina all’alba per curare il suo orto, dedica le prime ore del giorno alla coltivazione delle piante e alla cura della famiglia. Solo dopo queste attività, si prepara per andare al ristorante e mettere tutto se stesso nella preparazione della pizza.

L’Arte di Michelangelo: Tradizione e Passione

Michelangelo non è solo un pizzaiolo, ma un vero e proprio maestro dell’arte culinaria. La sua vita semplice e laboriosa, fatta di dedizione e umiltà, è un esempio di come l’amore per il proprio lavoro possa trasformare un piatto comune in un’esperienza indimenticabile. La sua capacità di fondere la tradizione contadina con la sapienza artigianale nella preparazione della pizza è un’arte rara e preziosa.

Tagliente ha scritto: “La dedizione e l’umiltà di quest’uomo, che dalla vita contadina riesce a creare una delle migliori pizze che abbia mai assaggiato, mi hanno colpito profondamente. Il suo nome rimane anonimo, ma la sua storia di passione e impegno è qualcosa che merita di essere raccontata.”

L’Umanità di Francesco Tagliente

Il racconto del Prefetto Tagliente non solo mette in luce le straordinarie qualità culinarie di Michelangelo, ma riflette anche le qualità umane dello stesso Tagliente. Conosciuto per la sua sensibilità e il suo impegno sociale, Tagliente ha sempre dimostrato un profondo rispetto per le storie di vita quotidiana e per le persone che con il loro lavoro contribuiscono a rendere speciale ogni momento.

La sua capacità di cogliere e apprezzare la bellezza nascosta nei gesti quotidiani e nelle storie semplici rivela un’anima attenta e sensibile, sempre pronta a riconoscere il valore degli altri. Il tributo a Michelangelo è un’ulteriore testimonianza della sua umanità e del suo desiderio di dare voce a chi, con passione e dedizione, arricchisce la vita di chi lo circonda.

Un Esempio di Vita

La storia di Michelangelo, come raccontata da Tagliente, è un potente promemoria di come la passione e l’impegno possano elevare il lavoro quotidiano a forme d’arte. “La sua pizza è un capolavoro che continuerà a risuonare nei miei ricordi, così come la sua storia di dedizione e umiltà,” ha scritto Tagliente, riconoscendo il valore di un uomo che, nonostante l’età e la fatica, continua a regalare momenti di gioia e piacere attraverso la sua cucina.

Questo tributo non è solo un omaggio a un pizzaiolo straordinario, ma anche un invito a riflettere sull’importanza del lavoro fatto con passione e amore. Grazie, Michelangelo, per averci mostrato che dietro ogni grande piatto c’è una grande storia, fatta di lavoro, passione e amore per la semplicità. E grazie, Francesco Tagliente, per aver condiviso con noi questa storia ispiratrice, ricordandoci di apprezzare le piccole grandi cose della vita.

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Roma

Roma, maxi-rissa metro Barberini. Riccardi (Udc): “Occorrono misure decisive”

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Dopo l’ennesima maxi-rissa tra bande di borseggiatori che ha portato alla chiusura della stazione metro di piazza Barberini provocando, tra l’altro panico e paura tra i cittadini romani ed i tanti turisti presenti in città, la politica della Capitale non tarda a far sentire la sua voce.
“Questa ennesima manifestazione di violenza e illegalità non può più essere tollerata. Richiamo con forza il Governo ad un intervento deciso e definitivo. È inaccettabile che i borseggiatori, anche se catturati, possano tornare ad operare impuniti a causa di leggi troppo permissive, che li rimettono in libertà quasi immediatamente.
L’Italia è diventata lo zimbello del mondo a causa di questa situazione insostenibile.
È necessario adottare misure più severe e immediate per garantire la sicurezza dei cittadini e dei turisti. Proponiamo una revisione delle leggi esistenti per introdurre pene più dure e certe per i borseggiatori, rafforzare la presenza delle forze dell’ordine nei punti critici della città e migliorare la sorveglianza con l’uso di tecnologie avanzate”
.

il commissario romano UdC, Roberto Riccardi

A dichiararlo con decisione è Roberto Riccardi, commissario romano dell’UdC.
Da sempre attento ai problemi sulla sicurezza Riccardi fa notare con estrema chiarezza che tali situazioni non fanno altro che portare un’immagine della capitale sempre meno sicura agli occhi dei molti turisti che sono, per la capitale, una fonte di ricchezza economica oltre che di prestigio.
La fermata della Metro A Barberini a Roma è stata teatro di una maxi-rissa tra bande di borseggiatori sudamericani, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e il blocco della stazione per circa 40 minuti. La violenza è scoppiata a seguito di una serie di furti e scippi ai danni dei passeggeri.
Riccardi ha poi concluso: “Non possiamo permettere che episodi come quello avvenuto alla Metro Barberini si ripetano. È ora di passare dalle parole ai fatti, con azioni concrete che ripristinino l’ordine e la sicurezza nelle nostre città. I cittadini hanno il diritto di vivere in un Paese sicuro e il dovere del Governo è garantirlo”.
Molti cittadini ci scrivono ogni giorno preoccupati da questa escalation di violenza e di insicurezza ma soprattutto preoccupati per la poca attenzione che il governo cittadino e quello nazionale stanno avendo nei riguardi di questa situazione ormai alla deriva.

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Cronaca

Roma, metro Barberini: una rissa provoca la chiusura della stazione

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Tragiche le notizie che arrivano in un torrido sabato sera romano.
La stazione metro Barberini viene chiusa per questioni di sicurezza.
All’origine del fatto, avvenuto tra le 19 e le 19,30 una rissa tra nord africani e sudamericani con almeno 15 persone coinvolte. Molti passeggeri spaventati dalla situazione si sono rifugiati nella cabina del conducente fino all’arrivo delle forze di polizia allertate dalla centrale di sicurezza di Atac Metro.
Per ora sono ancora tutti da decifrare i motivi che hanno portato a ciò.

Un’estate romana che sta diventando ogni giorno più bollente.

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