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CI SIAMO: LE NAVI RUSSE LANCIANO I MISSILI CONTRO LE POSTAZIONI ISIS

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Tempo di lettura 3 minutiPutin scende in campo ma gli Usa si rifiutano di collaborare: "Strategia russa sbagliata"

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Redazione

Siria – Si intensifica l'operazione militare in Siria. Quattro navi della Marina russa dispiegate nel Mar Caspio hanno lanciato missili contro le postazioni dello Stato islamico in Siria. Lo ha annunciato il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, precisando che dall'avvio dei raid, esattamente una settimana fa, sono stati colpiti 112 obiettivi. "Quattro navi – ha detto Shoigu, parlando in tv – hanno sparato 26 missili da crociera contro 11 obiettivi. Secondo i centri di controllo, tutti gli obiettivi sono stati distrutti e non ci sono stati danni per obiettivi civili". Il ministro ha precisato che i missili sono stati lanciati da una distanza di 1.500 chilometri. Shoihu ha anche riferito che "dal 30 settembre a oggi, i raid hanno colpito 112 obiettivi e che la loro intensità sta aumentando"."Continuano i raid aerei russi e siriani" in Siria e si registrano "perdite tra le fila delle organizzazioni terroristiche", scrive l'agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, che cita una "fonte militare" secondo cui "l'aviazione russa, in collaborazione con l'aviazione siriana, ha condotto raid contro obiettivi dell'Is a Deir Hafer e al-Bab nella zona nord della provincia di Aleppo, uccidendo molti terroristi". Offensiva di terra del regime siriano – L'annuncio dei missili dal Mar Caspio è arrivato dopo che l'esercito del regime siriano ha dato il via a un'operazione di terra contro le aree controllate dai ribelli nel Rif di Hama, nella Siria centrale, con la copertura aerea russa e dei jet del regime. A darne notizia è stata la tv libanese al-Mayadeen, vicina alle milizie del movimento sciita libanese Hezbollah, che combattono in Siria al fianco delle forze del regime di Bashar al-Assad.
Il segretario alla Difesa Usa Ashton Carter ha smentito le voci di una presunta collaborazione con Mosca nell'ambito delle operazioni militari anti Is in Siria. "La Russia sta seguendo una strategia sbagliata e continua a colpire obiettivi non Is. E' un errore", ha detto il numero uno del Pentagono nel corso della conferenza stampa a Roma con il ministro della Difesa, Roberta Pinotti. "Non cooperiamo con la Russia perché sta continuando a seguire una strategia errata", ha sottolineato Carter. L'unica forma di collaborazione, ha chiarito il segretario alla Difesa statunitense, riguarda il "canale aperto" di comunicazione per garantire la sicurezza dei piloti che prendono parte alla campagna aerea nei cieli della Siria.
Sul versante turco, gli ufficiali dell'esercito di Ankara sono ''pronti a incontrare'' le loro controparti di Mosca per avere ''spiegazioni'' sulle recenti violazioni dello spazio aereo turco da parte di aerei militari russi e per trovare le misure atte a evitare ulteriori incidenti simili. Lo ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri turco Tanju Bilgic. Il ministero degli Esteri ha ''invitato'' ieri l'ambasciatore russo ad Ankara, Andrey Karlov, per illustrare la proposta di un incontro.

La Turchia non vuole che dal conflitto in Siria nasca una crisi tra la Russia e la Nato né una disputa tra Ankara e Mosca, ha sottolineato il premier Ahmet Davutoglu, avvertendo comunque che la Turchia, membro dell'Alleanza, non scenderà a compromessi sulla sicurezza dei suoi confini e del suo spazio aereo. Le parole di Davutoglu, trasmesse dalla tv turca, arrivano dopo che ieri il presidente Recep Tayyip Erdogan aveva messo in guardia Mosca affermando che "se la Russia dovesse perdere un'amica come la Turchia, con cui ha collaborato molto, perderebbe moltissimo".

Solo due raid russi su 57 effettuati in Siria hanno colpito obiettivi dei jihadisti del sedicente Stato Islamico ha denunciato Davutoglu. Il primo ministro ha aggiunto che nelle restanti operazioni sono stati colpiti i ribelli "moderati", gli unici a combattere contro l'Is nel nordovest della Siria.

Parlando al Parlamento europeo in sessione plenaria a Strasburgo il presidente francese, Francois Hollande, ha chiesto che la Ue "faccia pressione perché sia possibile una transizione politica". L'Unione europea deve "dare un'altra alternativa alla Siria che non siano Assad e lo Stato islamico" ha detto Hollande. L'attuale presidente Bashar al-Assad "bombarda ancora e massacra e il suo regime ha creato questo disastro". La Francia "ha deciso di agire e si è presa le sue responsabilità militari. La Ue deve impegnarsi sul fronte umanitario e diplomatico" ha rimarcato il presidente francese.

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