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Redazione
Chieti – E’ stato espulso un marocchino di 37 anni residente a Chiedi da circa dieci anni perché “Aveva manifestato l'intenzione di andare a combattere in Siria, plaudiva alle azioni dell'Is ed aveva abbracciato la Jihad”. Gli uomini della Digos della Questura di Chieti lo hanno prelevato ieri dalla sua abitazione, dove abitava con sua moglie e i due figli piccoli. Il marocchino è stato responsabile del centro Fara Filorum Petri e secondo gli inquirenti non era inserito nel contesto culturale, malgrado vivesse in Italia da un bel po’. Era dunque il responsabile di un centro di preghiera nella provincia di Chieti e in tale ruolo avrebbe diffuso le proprie idee integraliste. Dalle indagini è emerso che il marocchino aveva da tempo abbracciato l'ideologia jihadista esternando commenti di approvazione verso le azioni compiute dall'Isis. In merito all’arresto e alla vicenda gli inquirenti riferiscono che “dopo gli attentati di Charlie Hebdo a Parigi abbiamo a livello generale alzato l'attenzione su tutte le comunità e i luoghi di aggregazione delle comunità islamiche presenti sul territorio nazionale quindi i centri di preghiera, le moschee piuttosto che i centri culturali” aggiungo inoltre che “facendo un lavoro di informazione e di osservazione capillare per cercare di captare qualsiasi segnale che appunto possa far pensare che i soggetti appartenenti alla comunità islamica possano intraprendere processi di radicalizzazione o di estremizzazione, come è stato nel caso del cittadino marocchino che è stato espulso”. L’uomo non era più responsabile del centro ed era in attesa del permesso di soggiorno.
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